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Calciomercato 1979, dal tango al calcioscommesse

condividi su facebook condividi su twitter Di: Paolo Valenti 23-06-2015 - Ore 12:08

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Calciomercato 1979, dal tango al calcioscommesse

Estate 1979. Un’estate azzurra come le maglie della Nazionale, che in una nitida serata di fine maggio chiude la stagione sfidando i campioni del mondo argentini nella loro formazione titolare, arricchita dal talento dell’astro nascente Maradona. E’, sarà, l’estate di Paolo Rossi. La seconda di fila. Il centravanti del Vicenza, dopo aver sconvolto il calciomercato l’anno precedente con la megavalutazione datagli dal presidente Farina, è l’oggetto del desiderio di tutti i top club della serie A. Juventus a parte, smaccata l’anno prima proprio dal confronto col Vicenza per la valutazione della metà del suo cartellino. Il fatto è che il Lanerossi è incredibilmente retrocesso e Pablito non può, per il bene suo e della Nazionale, giocare in serie B. Così, alla fine, si accasa a Perugia, società vicecampione d’Italia quell’anno, ambiziosa ma a misura d’uomo come piace a lui, il centravanti acqua e sapone.
La Roma ha un nuovo presidente: dopo anni all’interno della società, l’ingegner Dino Viola decide di rilevare la squadra da Gaetano Anzalone, che non ha raccolto in proporzione agli sforzi profusi. Viola è uomo lungimirante, un vulcano di idee alla continua ricerca della sfida e dell’innovazione. Si presenta con un progetto chiaro: vincere il campionato nel giro di tre anni. Per farlo mette subito alla direzione delle operazioni il maestro svedese Nils Liedholm, che a Roma ha già allenato qualche anno prima e che è fresco vincitore col Milan dello scudetto della stella. Il Barone lascia Milano senza troppi tentennamenti: forse capisce che lì il ciclo è finito. Forse annusa nell’aria qualcosa che non gli piace nello spogliatoio e nei quadri societari. Ma, soprattutto, è convinto della bontà delle idee di Viola, che sin dalla prima sessione di calciomercato cerca di accontentare l’allenatore, che vuole insegnare alla Roma l’arte del possesso palla e del gioco a zona. L’assunto di Liedholm è semplice: finchè il pallone lo teniamo noi, nessuno ci può segnare. Arrivano così due centrocampisti capaci di unire forza fisica e abilità tecnica: Romeo Benetti, in chiusura di carriera ma necessario per trasmettere le sue doti di esperienza a una squadra in via di formazione, e Carlo Ancelotti, giovane virgulto del calcio italiano appena affacciatosi alle luci della ribalta avendo trascinato con una doppietta in serie B il suo Parma nello spareggio decisivo per la promozione. Ad essi si aggiunge Bruno Conti, rientrato alla base dopo un anno di prestito al Genoa, ritenuto finalmente pronto a fare il titolare anche a Roma. Il centravanti già c’è (il bomber Pruzzo), il portiere anche (Franco Tancredi è ormai pronto a prendere il posto di Paolo Conti). Gli altri tasselli arriveranno negli anni successivi. 
A fine stagione la Roma sarà sesta e vincente in Coppa Italia. Per il calcio italiano sarà un anno di sofferenza, col calcioscommesse che ne minerà la credibilità proprio pochi mesi prima dell’inizio degli Europei organizzati in casa. Paolo Rossi ne rimarrà in qualche modo invischiato, macchiando un’immagine che troverà il suo riscatto solo col Mundial dell’82.   

Fonte: a cura di Paolo Valenti

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