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Carli: "Spalletti è un grande. Io alla Roma? Sarei un bugiardo a dire che non ci penso"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 23-03-2016 - Ore 09:19

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Carli:

Marcello Carli è il direttore sportivo dell’Empoli, è stato accostato sempre con maggiore insistenza alla Roma. E’ soprattutto un grande amico dell’allenatore giallorosso, Luciano Spalletti, con il quale ha giocato insieme nell’Empoli degli inizi anni Novanta che doveva ancora diventare grande. Carli è sempre rimasto lì, non è mai andato via. Venti anni tra campo e scrivania e oggi è uno degli artefici dell’Empoli dei miracoli. Tanto da meritarsi le attenzioni di un grande club come la Roma. Intervistato dal Corriere dello Sport, proponiamo alcuni stralci della sua intervista:

Il suo feeling con Spalletti parte da lontano, sui campi di serie C..
"Eravamo due calciatori ignoranti, nel senso che in campo non rispettavamo nessuno. Luciano era già avanti con l’età. E con noi c’era anche Baldini. Ci davamo da fare in un Empoli diverso da quello di oggi. Luciano è una bella persona, sono state due annate belle sotto tutti i punti di vista quelle vissute insieme. Aveva ancora qualche capello, era un ragazzo di personalità, ma io sono stato il suo capitano, mi deve rispetto. Poi è rimasto lì e ha cominciato a fare l’allenatore. Si vedeva già che ci sapeva fare. Luciano è venuto a vedere tante volte gli allenamenti da noi, prima di tornare alla Roma. In quei giorni gli feci una battuta e vidi che rispose in modo strano e compresi che c’era qualcosa di concreto con la Roma. Lui resta empolese in tutto e per tutto".

In questi giorni che accostano il mio nome alla Roma non l’ho sentito e non lo sentirò mai per rispetto

"Ma prima della partita che abbiamo giocato a Empoli ci siamo fatti tante battute. Lui mi ha detto che mi mette le transenne e non mi fa entrare a Trigoria, io gli ho risposto che la prima cosa che faccio se vengo è quella di cambiare allenatore" (….)

Si parla molto di Carli alla Roma. Queste voci sono giunte anche a Empoli…

"In questo momento sono talmente concentrato su questa società che non penso ad altre situazioni. La sento mia, sono qui da venti anni, prima come giocatore e poi come direttore sportivo. Sono veramente, felice, in questi quattro anni, siamo passati dal rischio di sparire alla possibilità di restare in A. Sono gratificato. Quando vengo via da casa e vado in sede, in quei 50 minuti in auto mi rendo conto che sono felice. Non so quello che succede nel calcio. Se ci si salva quest’anno è impossibile migliorarsi. Penso alle motivazioni e quando mi accorgerò che quei 50 minuti di auto mi saranno pesanti dovrò chiudere. Se arrivasse l’occasione di un club importante, anche con le difficoltà che comporterebbe, la prenderei in considerazione. La vita è talmente breve, se non la vivi ogni giorno a 1000 all’ora diventa difficile. Se arrivasse qualcosa di serio la prenderei in considerazione. Non faccio il falso modesto".

Lei sa che Spalletti ha parlato bene di lei?
"Ci eravamo sentiti per telefono, ho un rapporto simpatico con lui, fatto di battute. Mi fa piacere che mi stimi, non perché è grande allenatore ma perché è un amico. Non l’ho mai sentito per parlare della Roma, né lui né nessun altro. Ho talmente rispetto per Sabatini che non voglio aggiungere altro. Walter è un direttore sportivo di grande livello, gli auguro solo di essere felice, perché a volte l’ho trovato molto provato. Lui per la Roma ci sta male. Sono stato a trovarlo quando perse il derby di Coppa Italia, era distrutto. Mi resi conto della tensione perché avevano vissuto un momento particolare. Gli auguro di essere felice e di fumare meno. Lo stimo tantissimo, lui e Spalletti sono una coppia di successo".

Fonte: Corriere dello Sport

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