La squadra

Mirante: "La Roma per me è uno stimolo in più"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-07-2018 - Ore 12:22

|
Mirante:

Antonio Mirante ha parlato ai microfoni di Roma TV. Queste le sue dichiarazioni:

“Il fatto di avere un allenatore nuovo, un ambiente nuovo, un blasone diverso, mi dà uno stimolo maggiore. Cerco di affrontare questa esperienza con la massima tranquillità e con un approccio giovane, me lo impone il mio ruolo e l’importanza della società in cui sono. Devo avere a che fare con la mia età, ma nel mio ruolo a 35 anni sono in età buona”.

Hai detto subito sì alla Roma?
"Ho pensato ai pro e ai contro, dopo pochi secondi i pro erano nettamente superiori, indipendentemente dal mio ruolo. Poteva succedere nella sessione di mercato precedente. È una cosa che mi ha soddisfatto subito, ho spinto affinché andasse a buon fine".

Pregi e difetti di Mirante?
"Sono un portiere essenziale. Ho buone caratteristiche fisiche nonostante i miei anni. Col calcio di oggi il portiere deve essere un atleta completo, la cura dei dettagli deve essere fondamentale. Difetti? Con Savorani ne sto scoprendo tanti! Ma non sono permaloso, e questo è un vantaggio quando ti approcci ad un preparatore diverso. L’approccio che mi dà lui su queste cose non me la fa pesare e mi fa aprire a nuove cose".

L’allenamento dei ragazzi in campo varia, mentre per voi portiere non cambia mai. Savorani è così un tiranno?
"È un allenatore esigente che cura tanto i particolari, vuole che si perfezioni quello su cui va a lavorare. Ci possono volere 2 ore, magari 3, ma è giusto che lui, soprattutto all’inizio, ci lavori tanto sopra. È un allenatore che cura tanto la tecnica, ecco perché lavoriamo tanto sul campo".

La figura del portiere negli ultimi anni è cambiata. Vi si chiede tanta partecipazione con i piedi. Come l’hai vissuta?
"Inizialmente c’era convinzione che per fare il portiere dovevi essere matto, ma credo che la pazzia sia nello scegliere questo ruolo che ti porta a fare cose diverse rispetto al resto della squadra. Penso di essere una persona serena, equilibrata, e questo aiuta. Poi ho esperienza, questo mi fa assopire meglio questa pazzia. L’evoluzione del portiere? Per chi giocava meno con i piedi è una cosa da affrontare. C’è esigenza che il portiere debba essere preparato a livello tattico. C’è da allenarsi, mettersi al pari con i compagni di squadra. Una palla data bene può significare tanto".

Il ds è un ex portiere, stessa cosa il team manager. Aiuta?
"Il portiere si sente sotto osservazione! C’è modo di confrontarsi, il confronto è un grande allenamento. Il fatto di avere in società tanti che hanno fatto il mio ruolo è un vantaggio. Non sono persone invadenti, possono essere un valore aggiunto".

Il gruppo della Roma? È così importante?
"È attaccato a quello che è l’ambiente, in questo gruppo ti inserisci facilmente perché chi è qua da più tempo fanno subito capire quanto ci tengono e quanto stanno bene qua. Questo è significativo. L’attaccamento è una cosa che giova a tutti. Qua c’è quella spina dorsale che è fondamentale e che tiene tanto a questa società, al posto in cui dov’è. Dà beneficio a tutti e a tutto".

A un bambino che sceglie di fare il portiere, che consiglio puoi dare?
"Bisogna prepararsi al sacrificio, a dedicare tanto tempo alla propria professione. È un ruolo in cui tutti i dettagli sono fondamentali, non va lasciato nulla al caso".

Fonte: Roma TV

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom