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Ronaldinho ambasciatore tra grattacieli, calcio e musica

condividi su facebook condividi su twitter Di: Paolo Valenti 10-09-2016 - Ore 10:57

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Ronaldinho ambasciatore tra grattacieli, calcio e musica

PAOLO VALENTI - Ronaldinho e il Barca, un amore infinito. O almeno così si direbbe dopo che l’ex asso brasiliano ha presenziato, in qualità di ambasciatore blaugrana in terra d’America, all’inaugurazione dei nuovi uffici della compagine catalana a Manhattan, ventesimo piano del 250 di Park Avenue. Sede, tra l’altro, anche del colosso bancario mondiale HSBC: una location di prestigio per poter consolidare ed espandere il brand Barcellona negli Stati Uniti. Già oggi, secondo i più accreditati sondaggi di marketing, la società rossoblù è la più seguita dagli appassionati di calcio americani, avendo superato nelle preferenze dei club europei anche il Manchester United.
Un chiaro segnale, l’ennesimo, di come il calcio sia ormai definitivamente sbarcato  negli USA, dopo i primi e reiterati fallimenti collezionati sul finire del secolo scorso a partire dagli anni settanta di Pelè, George Best e una schiera di campioni carichi di gloria e, soprattutto, di anni.
Oggi la sede di New York diventa lo snodo fondamentale per guardare al futuro del club, promuovere le attività della fondazione e supportare i club dei tifosi. Questa inaugurazione rappresenta un’ulteriore prova di come il calcio stia vorticosamente sviluppandosi in forme di business sempre più articolate, risultato di decisioni strategiche prese sui lunghi tavoli di consigli d’amministrazione chiamati a decidere sulle proposte di consulenti finanziari e professionisti del marketing che predicano la necessità dell’espansione globale e della valorizzazione del brand. Tutto giusto, tutto vero nella misura in cui strategie e investimenti non prescindano da un mondo valoriale che deve essere fondamento inscindibile anche dei prospetti di espansione economica del club. Més que un club, come ammonisce la scritta che campeggia sui seggiolini gialli del Camp Nou, motto al quale il Barcellona sembra voler sinceramente tener fede per convenienza e convinzione etica attraverso la cura e la promozione dei suoi valori assoluti: il legame col territorio, di cui è fiera espressione grazie anche alla cura maniacale con cui viene seguita la cantera blaugrana; la bellezza del gioco che propone da anni, canone estetico che l’avvento di Cruijff elevò da scelta opzionale a codice etico e comportamentale; la solidarietà verso il mondo esterno, coltivata tramite la partnership con l’Unicef e le attività sociali che segue la sua fondazione. Il tutto tenuto insieme da una passione per il calcio che i suoi tifosi, da sempre accesi dalle vittorie della squadra e dalla radicale rivalità col Real Madrid, rappresentano con dedizione assoluta.
Dai nuovi uffici al terreno di gioco il passo è breve, accorciato, appunto, dalla presenza di Ronaldinho all’inaugurazione. Parlando del suo futuro, il Gaucho ha prospettato l’intenzione di voler giocare ancora un anno, magari nella MLS, per poi dedicarsi definitivamente alla sua grande passione per la musica. Di fatto una dichiarazione di intenti che certifica il passaggio negli almanacchi della carriera di una delle stelle più grandi che ha brillato nel cielo di Barcellona, tra i protagonisti assoluti del calcio mondiale dei primi anni duemila, che ha dato alla squadra del presidente Bartomeu i migliori assoli del suo talento cristallino. A lui, oggi, il compito di raccontare tra i grattacieli d’America storia e tradizione di una squadra che è més que un club.                  

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