Marketing

Marotta:"La Roma per competere con i Top Club dovrà fatturare 300 milioni, puntando su un modello gestionale, fondamentale sarà lo Stadio"

condividi su facebook condividi su twitter Di: Gabriele Nobile 06-06-2014 - Ore 12:00

|
Marotta:

Luca Marotta, Dottore Commercialista - Revisore Contabile, ma anche appassionato di sport, un vero e proprio esperto di economia legata al mondo dello sport, con focus specifici sul mondo del calcio. Marotta da molti anni è attivo nell’esaminare i bilanci delle più importanti squadre europee, come l’Ajax il Chelsea, il Manchester City e Utd, il Real Madrid e il Barcellona, oltre a tutte le squadre del campionato di Serie A. Un contributo importante il suo, anche per far chiarezza su argomenti spesso molto difficili da comprendere per i tifosi e fans. Con Luca Marotta abbiamo fatto una panoramica sul pianeta AS Roma a 360°.

(D) Dott. Marotta, come lei sa il nostro portale insideroma.com si occupa di seguire la AS Roma, in tutti i suoi aspetti, quindi otre al lato sportivo, ci occupiamo anche di marketing ed economia sportiva, la nostra prima domanda è relativa ai conti della squadra giallorossa, sono in salute?

(R) La risposta affermativa necessita che i conti della Roma, come quelli di una qualsiasi società di calcio, evidenzino l’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale. Si ha una situazione di equilibrio economico quando i ricavi risultano almeno pari ai costi, in altre parole non si spende più di quanto di guadagna. Nel caso della Roma, riferendoci ai bilanci consolidati, risulta che i costi superano i ricavi. Nel 2011/2012 il bilancio consolidato ha evidenziato una perdita netta di circa 58 milioni di Euro. Anche nel 2012/2013 i costi hanno superato i ricavi e la perdita consolidata netta è stata di circa 40 milioni di Euro. Per il 2013/2014, gli Amministratori hanno previsto che l’esercizio chiuda con una “perdita significativa”, seppure inferiore all’esercizio precedente. Si tenga conto che nei primi nove mesi dell’esercizio la perdita consolidata netta di AS Roma ammontava a 16,7 milioni e che in genere il quarto trimestre relativo ai bilanci delle squadre di calcio chiude sempre in perdita a causa del minor numero di partite disputate nell’ultimo trimestre. E’ evidente, pertanto, la situazione di squilibrio economico. Tuttavia nel corso del 2013/2014, si è registrato un miglioramento dovuto alla vendita con plusvalenze importanti di calciatori come Lamela, Marquinhos e Osvaldo. L’abilità di Sabatini è stata quella di allestire una squadra più competitiva rispetto all’anno precedente. Questo è un aspetto fondamentale, perché l’andamento economico di una squadra di calcio è influenzato dall’andamento sportivo. Infatti con l’accesso alla Champions League si potranno conseguire ricavi aggiuntivi, fondamentali per il riequilibrio economico. Ovviamente sarà fondamentale mantenere la stessa struttura dei costi, che vedo minacciata dalle richieste di “ritocchi” di ingaggio da parte di alcuni calciatori. Per quanto riguarda l’equilibrio finanziario, l’eventuale presenza di una posizione finanziaria netta negativa, magari giustificata dalla presenza di alcuni investimenti importanti, deve risultare sostenibile, sia in termini di produzione di flussi di cassa idonei a far fronte al debito, sia in termini di durata del debito. Il regolamento del Fair Play Finanziario “tollera” un indebitamento finanziario netto che sia inferiore al fatturato netto, senza plusvalenze. Per quanto riguarda la Roma la posizione finanziaria netta al 31.03.2014 è negativa per 94,7 milioni di Euro, a fronte di un EBITDA (ossia il risultato prima del calcolo degli ammortamenti, interessi e imposte) positivo per 15 milioni. Tuttavia, nell’esercizio precedente la posizione finanziaria netta era negativa per 88,5 milioni e l’EBITDA era negativo per 2,7 milioni. L’EBITDA ci dice se la gestione operativa sia in grado di far fronte all’indebitamento. Dal punto di vista del Fair Play Finanziario occorre che l’indebitamento finanziario netto aumentato del saldo tra debiti e crediti per la compravendita dei calciatori sia inferiore al fatturato netto. Secondo i miei calcoli nel 2012/2013 il fatturato netto, pari a 124,6 milioni era superiore all’indebitamento finanziario netto, aumentato del saldo da calciomercato.

Per quanto riguarda l’equilibrio patrimoniale, occorre che le attività, ossia i beni a disposizione, siano in grado di far fronte alle passività. Il bilancio consolidato della Roma evidenzia un patrimonio netto negativo, a causa del prevalere delle passività sulle attività, nonostante che al 31/03/2014, risultino apporti di capitale di capitale da parte degli azionisti, sotto la voce Riserva Azionisti c/aumento di capitale, pari a Euro 98.100.000.

Indubbiamente, per quanto detto,  i conti della Roma presentano delle problematiche, che si è tentato di arginare in parte con l’abilità di Sabatini, ma che bisognerà attentamente monitorare. Ill superamento della soglia di tolleranza dei 45 milioni di perdita aggregata per il secondo periodo di monitoraggio (bilanci 2011/12; 2012/13; 2013/14), che riguarderà la Roma, potrebbe comportare delle sanzioni importanti, vedasi PSG, Manchester City o anche Galatasaray, ovviamente se si vuole continuare a competere in Europa, percependo i relativi introiti. La scelta di costruire un nuovo stadio, che potrebbe generare nuove fonti di entrata, necessita di finanziamenti importanti e se si ricorresse al capitale di terzi si dovrebbero sostenere i relativi oneri finanziari.

(D) Nella sua analisi sul bilancio della AS Roma (siamo ad ottobre 2013) per altro l’ultimo disponibile, lei traccia una linea sui ricavi della Roma, testualmente: “ I ricavi della Roma come la maggior parte delle squadre italiane, dipendono principalmente dai diritti TV, che risultano pari a € 66.014.000 (€ 64.407.000 nel 2011/12) ed incidono per il 53%, con un incremento di € 1.607.000. – Lei sa darci un previsione per la prossima stagione? Visto che la Roma parteciperà alla Champions League diretta?

(R) In base ad uno studio fatto da Diego Tarì di Tifoso Bilanciato, riguardante la simulazione della ripartizione dei diritti TV per la Serie A 2013/14, per la Roma sono previsti 61,4 milioni, cui bisogna aggiungere i proventi per la Coppa Italia e la Library, che erano pari a 3,25 milioni per il 2012/13 e importi crescenti per le stagioni successive. E’ molto probabile che anche per il 2014/15 i ricavi per diritti TV nazionali possano assestarsi intorno alla cifra di 69 milioni.

Per quanto riguarda i ricavi da Champions League 2014/2015, in base ad uno studio di Ottavio Virtuani, apparso su Tifoso Bilanciato, nel mese di febbraio, il Market Pool spettante alla Roma oscillerebbe tra i 33 milioni come minimo e i 45,6 milioni come massimo. A tale importo si dovrà aggiungere i ricavi da performance sportiva, stimabili da un minimo di 11 milioni. Gli importi del triennio 2015-2018 saranno molto più elevati rispetto al triennio precedente. Quindi, azzardando una previsione la Champions League potrebbe apportare 50 milioni di Euro.

Sommando i due importi, i ricavi TV complessivi per il 2014/15 potrebbero ammontare a 119 milioni di Euro.

(D) Calcolando il “Market Pool” i tifosi della Roma dovranno fare il tifo per l’avversaria del Napoli nei preliminari di Champions, quindi? Quale sarebbe la differenza (per la Roma!!) con il Napoli fuori dalla “Coppa dalla grandi orecchie?”

(R) Sempre in base allo studio di Ottavio Virtuani, l’importo del Market Pool spettante alla terza classificata oscillerebbe da un minimo di 23,3 ad un massimo di 33,2 milioni. In caso di mancato accesso alla fase a gironi, tale importo andrebbe ripartito tra le altre due. Nel caso si verificasse l’accesso di solo due club italiani alla fase a gironi, alla Roma spetterebbero un importo aggiuntivo da 10 a 15 milioni di Euro circa.

(D) Parlando di Marketing e di Sponsorizzazioni, aldilà dei proclami della dirigenza Romanista, circa il fatto che la squadra giallorossa debba mirare sempre più a diventare un “Global Brand” ci sembra che per questa sezione di business la AS Roma (operazione Nike a parte) sia ancora un pochino indietro almeno guardando al “Portfolio” dei Top Club europei, non le sembra che su questo il management romanista debba lavorare per arricchire ed aumentare il numero dei propri sponsor, specialmente da un punto di vista della “qualità” degli stessi ?! Anche perché ad Aprile sono 3 anni che gli americano hanno messo piede nella capitale, tempo per lavorare c’è ne è stato….

(R) A mio avviso, è un problema generale che riguarda tutto il calcio italiano. Nell’ultima classifica “Football Money League” della Deloitte, solo il Milan, tra le italiane, forse sfruttando il know-how e le sinergie del gruppo, con 96,2 milioni di Euro, ha un importo rilevante di ricavi commerciali, ma è al decimo posto in Europa, molto di stante dalla “Top Five”. La stessa Juve con 68,4 milioni, e l’Inter con 67,9 milioni sono molto distanti dal Milan. La Roma è ultima nella classifica della Deloitte, al ventesimo posto, con 38,3 milioni. Indubbiamente, è legittimo aspettarsi importi maggiori da un club con una proprietà straniera.

(D) Ci aiuta a capire meglio il fatto delle previsioni che fa la prestigiosa rivista “Forbes” in riferimento al settore del Digital Business delle squadre di calcio, la Roma si classifica al 9° posto nel mondo, con una “Revenue” di circa 49.8 milioni di $. – sono soldi reali che andranno a Bilancio della Roma?

(R) Mi sembra che Forbes divida l’importo dei ricavi commerciali da bilancio riclassificati per il numero di Twitter Fans. Infatti i ricavi commerciali della Roma pari a 38,3 milioni di Euro, in base alla riclassificazione Deloitte, potrebbero corrispondere a 49,8 milioni di dollari all’incirca. Dividendo tale importo per il numero di Twitter  fans, pari a 3,6, si ottiene una media ricavo commerciale per Twitter fan di 13,99 dollari per twitter fan.

(D) Tempo fa, abbiamo scritto del fatto che il DS Sportivo della Roma, Walter Sabatini, si era trasformato da “classico” Direttore Sportivo a “Trading Players Manager - Il sistema del Trading di giocatori della propria rosa, secondo lei è una strategia della As Roma o una vera e propria necessità del calcio italiano oramai “decaduto” in quarta fascia?

(R) Secondo me, improntare la gestione di una società di calcio sul player trading, è tipico di quelle società che non avendo grossi fatturati dalle tre fonti di ricavo tradizionale come “ Match Day”, “Media” e “Commercial”, ricorrono alle plusvalenze. Dal punto di vista sportivo, questa filosofia gestionale, spesso costringe ad affrontare alcuni impegni internazionali, nella stagione successiva, senza gli artefici dell’importante traguardo conseguito, causa cessione per plusvalenza.

L’Udinese è la società italiana che meglio incarna il modello di gestione basato sul Player Trading. E’ giusto parlare dell’Udinese come “Fabbrica Calcio”, perché Il paragone con l’attività di una fabbrica rende perfettamente l’idea della filosofia gestionale del club friulano. Potremmo affermare che l’Udinese non fa altro che comprare materia prima (calciatori semisconosciuti), per trasformarla in prodotti finiti (calciatori apprezzati) e successivamente rivenderli (calciomercato), conseguendo un valore aggiunto (plusvalenza). Una parte notevole del costo di trasformazione è legata ai costi specifici tecnici. Tali costi comprendono i costi per scouting, osservazione calciatori e consulenze tecnico sportive, che hanno permesso di rendere costante la produzione di plusvalenze. Nel bilancio 2012/2013 i costi specifici tecnici dell’Udinese ammontavano ad Euro 23.172.111. Tuttavia, il bilancio al 30.06.2013 dell’Udinese, grazie alle plusvalenze realizzate, espone un utile d’esercizio, dopo le imposte, di Euro 32.265.947, che migliora il risultato netto del 2011/12 positivo per Euro 8.782.162. Grazie a tale scelta gestionale l’Udinese riuscirà a ristrutturare lo Stadio Friuli, dopo esserne divenuta proprietaria. Tale modello richiede un’organizzazione che comporta un costo non indifferente.

Ritengo che la Roma debba puntare ad un modello gestionale che abbia come punto di forza i ricavi da stadio e i ricavi commerciali.

(D) Per chiudere, lei che è un uomo di numeri, riesce a decifrare, in modo chiaro ed inequivocabile, se la Roma è sulla strada giusta per diventare un “Top Club” ( escluderei le squadre di proprietà di emiri arabi, tipo Manchester city e PSG)  parliamo dal punto di vista di un giusto equilibrio finanziario, che possa permettere alla squadra guidata da James Pallotta di poter competere con i grandi club europei.

(R) Per poter competere con i Top club, bisogna fatturare stabilmente almeno 300 milioni. La Juventus si è posto come target questa cifra, ma l’obiettivo è di medio periodo, almeno 5 anni.  A mio avviso per la Roma bisognerà seguire la vicenda stadio, perché potrebbe generare ricavi aggiuntivi di un certo importo, penso al naming rights. 

Fonte: Esclusiva Insideroma

Hai apprezzato questo articolo?
Puoi sostenere Insideroma aderendo al progetto di crowdfunding!

Partecipa!

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

sandro 03/08/2015 - Ore 11:34

molto interessante. grazie

chiudi popup Damicom