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#QuaranTotti | Io ho visto giocare Francesco Totti

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 27-09-2016 - Ore 10:13

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#QuaranTotti | Io ho visto giocare Francesco Totti

FEDERICO - Ci sono giocatori che arrivano in una nuova società, lasciano il segno e poi si trasferiscono in cerca di successi e fortuna in altri lidi. Ci sono anche quei giocatori che passano come comete, lasciando dietro di loro solamente desideri inespressi e ricordi non proprio positivi. Ed infine, quasi ormai scomparsi in questo calcio moderno, ci sono le bandiere; giocatori che nascono, crescono e finiscono la propria carriera sempre nella stessa società. E’ il caso della Roma, che tra le sue file può vantare la presenza di un “ragazzotto” che nonostante l’età dispensa ancora giocate di alta classe e segna per i propri colori. Stiamo parlando di Francesco Totti, che ha dedicato tutta la propria vita sportiva alla Roma. Una sola maglia, un unico grande amore che dopo 27 anni è ancora forte e contraddistingue la carriera di questo giocatore.
Totti è cresciuto, maturato ed esploso nella Roma, con all’attivo 605 presenze e 250 gol. Il suo arrivo in giallorosso a 12 anni, quando dalla Lodigiani stava passando alla Lazio, ma un blitz di Gildo Giannini (responsabile del settore giovanile gialloroso all’epoca) lo convinse a scegliere il giallorosso. Comincia così la storia di Totti nella Roma, con uno scudetto conquistato negli Allievi ed una Coppa Italia nella Primavera. Nella stagione 1992/93 il passaggio in prima squadra allenata da Boskov, con l’esordio in campionato nei minuti finale della vittoria per 2-0 in casa del Brescia. Ma per la prima da titolare in campionato bisogna attendere  la stagione 1993/94, nella sconfitta per 0-1 contro al Sampdoria. La stagione successiva, contro il Foggia, arriva la sua prima marcatura in giallorosso, con lo scalzare Muzzi dalle gerarchie del mister e riuscire a mantenere la concorrenza contro Balbo, chiudendo il campionato con 21 presenze e quattro gol. Titolare nella stagione successiva, Totti fa il suo esordio europeo segnando la prima rete fuori dalle competizioni internazionali contro l’Aalst.  Nella stagione 1996/97 arriva il primo periodo difficile per Totti nella Roma, con Ottavio Bianchi che non lo vede così determinante e propone una cessione del ragazzo alla Sampdoria o all’Ajax. Pronta la smentita di Totti, che nel torneo Città di Roma gioca al meglio delle proprie possibilità convincendo la dirigenza a contestare la decisione di Bianchi ed a trattenere il giocatore alla Roma. E fu così che Bianchi venne esonerato, mentre Totti rimase alla Roma con Zeman sulla panchina. E’ proprio con il boemo che Totti esplode definitivamente, dimostrando voglia di sacrificio per la squadra ma anche grandi doti tattiche e tecniche, che videro il ragazzo di Porta Metronia conquistare la fatidica maglia numero 10. Di lui Mazzone disse: “Questo ragazzo è un talento purissimo”. Così puro da meritarsi elogi anche all’estero e nel 1998 la fascia di capitano. Nel 1999 sulla panchina giallorossa arriva Fabio Capello che vede Totti come “un simbolo, una bandiera”. Una bandiera che nella stagione 2000/2001 porterà la Roma a conquistare il suo terzo scudetto nazionale, passando dal ruolo di trequartista a quello di centravanti puro. Sono gli anni migliori di Totti, che dopo lo scudetto conquista anche la nazionale, due Coppa Italia, due Supercoppe Italiane e persino la scarpa d’oro. Nel 2005 in panchina arriva Spalletti, che continuerà ad usarlo come prima punta. Sono gli anni di Calciopoli, del binomio con l’Inter in campionato e di altre Coppa Italia, con lo scudetto che non arriverà causa secondi posti. Nel 2006 il brutto infortunio contro l’Empoli causato da uno scontro di gioco con Vanigli ed il calvario della guarigione per non saltare il Mondiale in Germania. Mondiale al quale Totti arriva con delle viti nella caviglia, ma con Lippi che lo sostiene e che lo vuole a tutti i costi. L’epilogo di quel torneo lo conosciamo benissimo tutti, con la vittoria finale di Berlino contro la Francia ai rigori e con l’Italia Campione del Mondo. Il traguardo più importante per un giocatore, che con De Rossi e Perrotta ha portato del giallorosso in quella nazionale che nessuno di noi dimenticherà mai.  Dopo il Mondiale si torna a pensare solo alla Roma, con altri gol e  giocate che permettono a Totti di scavalcare Pruzzo nella classifica dei migliori marcatori giallorossi. Due anni più tardi un nuovo riconoscimento come secondo miglior marcatore in assoluto in Italia con la stessa maglia: secondo dietro Silvio Piola. Uno dei tanti record battuti da Totti, che è anche il giocatore più anziano ad aver segnato in Champions League (nel 2014 contro il CSKA Mosca a 38 anni e 59 giorni), oltre che ad essere il giocatore in attività con il maggior numero di presenze e gol segnati in Serie A. Ma non finisce qui, visto che Totti detiene anche il record di giocatore con più rigori segnati nel decennio 2000/2010 (ben 145), nonché miglior giocatore italiano agli Oscar del Calcio per ben cinque volte  . Attestati che non fanno altro che dimostrare come questo giocatore, considerato una vera e propria leggenda, abbia fatto e dato tutto per la propria squadra e per la propria fede. E Totti continua a fare e dare tutto per la Roma, dove ancora gioca e dispensa assist per i compagni, dove ancora segna come domenica scorsa a Torino quasi fosse ancora il lontano 1994, quando segnò la sua prima rete al Foggia. Una carriera in giallorosso, una carriera per e con la Roma, una carriera che non ha ancora scritto la propria fine e chissà quando la scriverà. Un ragazzino che è diventato uomo nella Roma, che nel giorno dei suoi 40 anni ha ancora voglia di giocare e far emergere attaccamento alla maglia, allenandosi come se fosse ancora un 16enne che deve dimostrare al proprio mister di meritarsi questa maglia ed il posto in squadra. Un “ragazzotto”, che è già una leggenda, una bandiera, un simbolo; un giocatore come pochi se ne sono visti nella storia del calcio. Un giocatore che in molti racconteranno ai propri figli o nipoti come una favola, che avrà lo stesso medesimo inizio in ogni lingua o versione: “Io ho visto giocare Francesco Totti”.

Fonte: A cura di Federico Falvo

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