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Roma Club Milano, la passione si sente

condividi su facebook condividi su twitter Di: Paolo Valenti 22-05-2018 - Ore 11:04

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Roma Club Milano, la passione si sente

INSIDEROMA - PAOLO VALENTI – In occasione di Liverpool-Roma, semifinale di andata della Champions League 2017-18, mi è capitato di trovarmi a Milano e di essere ospite del Roma Club Aldo Maldera, di fatto uno spicchio dello stadio Olimpico trapiantato nel capoluogo lombardo. Per comprendere meglio storia ed esperienza di questa organizzazione che accoglie a braccia aperte tutti i romanisti che, per qualsiasi motivo, non sono a Roma quando gioca la Magica, ho intervistato Giuseppe Barra, vice presidente del club che, insieme al presidente Claudio Berini, lo gestisce con passione.   

Quando è nato il Roma Club Milano?
Il Roma Club Milano nacque nel 2010: all’epoca eravamo poche persone, tra cui io e il presidente Claudio Berini che decidemmo di prendere in mano la situazione e far crescere il club. Pensammo che non era possibile che a Milano il Roma Club avesse solo 20, 30 persone. Oggi siamo 200 iscritti e ad ogni partita assistono circa un centinaio di persone. 

Perché avete associato al club il nome di Aldo Maldera?
E’ un nome che abbiamo ereditato e non abbiamo voluto cambiare. Fu una scelta fatta da chi, prima di noi, aveva cominciato questa attività e noi non l’abbiamo voluto cambiare. 

Quali sono le vostre attività sociali?
Noi siamo affiliati all’UTR (Unione Tifosi Romanisti) che è fondamentalmente una Onlus. Mi piace evidenziare che noi organizziamo tanti eventi di beneficienza e solidarietà. Abbiamo raccolto coperte per la Caritas da rendere disponibili per i senzatetto di Milano, abbiamo raccolto fondi per le vittime del terremoto di Visso e abbiamo fatto raccolte di fondi per altre associazioni. 

Dov’è la vostra sede?
Noi ci troviamo in via Vallazze 107 a Milano, zona Lambrate, presso l’Hemingway Cafè che ci ospita gentilmente e pazientemente visto quello che combiniamo (ride scherzosamente, ndr) e che mi sento di dover ringraziare.                   

Ogni tanto tu e Claudio riuscite a venire a vedere la Roma all’Olimpico?
Attraverso l’affiliazione all’UTR abbiamo la possibilità di esporre il nostro striscione in Tribuna Tevere o in Monte Mario con una o due persone alla volta. In linea di massima con questa modalità riusciamo a coprire tutto il campionato. Inoltre organizziamo le trasferte, anche quelle all’estero, ma in particolare quelle nelle città più vicine a Milano: Bergamo, Verona, Ferrara. 

C’è una differenza tra il tifoso giallorosso che vive a Roma e quello che ospitate voi?
Io penso di no. Anche se per alcuni romani non è facilmente comprensibile, ci sono persone di Torino, di Bolzano quando non addirittura di Dusseldorf e altre città ben lontane da Roma che sono assolutamente “avvelenate” per la Roma. E questa è una bellissima cosa. 

Non pensi che a Roma il tifoso è più critico verso la squadra mentre il romanista, soprattutto quello romano che ha dovuto lasciare la città, lì a Milano esprime un tifo più incondizionato, meno venato di critiche?
Si, forse hai ragione. Il romano che vive qui ha una sorta di nostalgia della città che lo porta ad essere meno severo nei confronti dei giocatori, ad essere più supportivo a prescindere dai risultati. Ma questa è anche una linea comportamentale che nel nostro club noi abbiamo voluto incoraggiare molto, avendo avuto in passato anche delle discussioni accese con chi non la pensava allo stesso modo. E poi a Roma manca il fatto di essere continuamente sotto bersaglio di juventini, milanisti e interisti, che in qualche modo ti costringono a cementarti molto di più rispetto ad un ambiente, quello di Roma, dove in pratica sono tutti romanisti. Ma alla fine anche il fatto di criticare è un chiaro segnale dell’attaccamento e dell’amore che si nutre verso la squadra. 

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