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Straordinari alle forze dell'ordine: E' scontro tra il Premier ed il mondo dello sport, una soluzione ci sarebbe..farsi aiutare dagli Sponsor

condividi su facebook condividi su twitter Di: Gabriele Nobile 02-10-2014 - Ore 13:05

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Straordinari alle forze dell'ordine: E' scontro tra il Premier ed il mondo dello sport, una soluzione ci sarebbe..farsi aiutare dagli Sponsor

Il mondo del calcio e dello sport Italiano è entrato in auto-protezione sulle dichiarazioni, uscite tramite l’account Twitter del premier Renzi, nel quale si dice che Gli straordinari delle forze dell’ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dalle società di calcio, non dai cittadini”  motivando così la decisione, nell’aria da giorni, di blindare con la fiducia il decreto contro la violenza negli stati (DL 119/2014, al voto oggi), nel cui testo, modificato dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, è previsto il prelievo da parte dello Stato di una cifra compresa tra l’1 e il 3 per cento degli introiti dei biglietti. L’obbiettivo, non confessato ma palese, è quello di coprire i 25 milioni di euro che lo stato versa annualmente per il lavoro domenicale degli agenti (dato relativo all’ultima stagione), le reazioni da parte di coloro che, in linea teorica, rappresentano le istituzioni sportive del nostro paese, sono tutte allineate

"Renzi dice che le società dovrebbero pagare gli straordinari degli agenti di polizia? Penso sia una cosa inaccettabile per un sistema che paga un miliardo di euro di tasse. Demagogia insostenibile!". È questa la risposta via Twitter del presidente della Lega calcio di Serie BAndrea Abodi, alle parole del premier Matteo Renzi gli fa eco Carlo Tavecchio (presidente FIGC), in una nota per la stampa sul tema dei costi della sicurezza negli stadi ha dichiarato: «Fare chiarezza su competenze e risorse disponibili e analizzare il contributo già fornito all’erario direttamente dalle società e indirettamente anche attraverso i giochi e le scommesse sportive, al fine di verificare l’intera filiera dei ricavi collegati al gioco del calcio», per non parlare del presidente del Coni Giovanni Malagò, secondo cui “tutte le questioni, giuste o sbagliate che siano, se sono fatte in corso d’opera creano problemi. Se dalla mattina alla sera ti dicono che c’è una spesa supplementare, le cui modalità di quantificazione non sono ancora chiare, necessariamente sorgono dei problemi.” Ma il top è la reazione scomposta di Mario Macalli, che rappresenta 60 società: “I club non hanno i mezzi per farlo. Se si tolgono altre risorse a un mondo che ne ha bisogno non si va da nessuna parte. In vita mia non ho mai fatto uno sciopero, ma se non dovesse esserci un confronto i club sono pronti a seguire altre strade, Non bisogna fare del terrorismo né da una parte né dall’altra. Ma bisogna tenere presente che noi siamo un mondo fatto di società e dietro ogni società ci sono un’impresa e un imprenditore. Quindi in questo caso non si tratterebbe di uno sciopero ma di una serrata”; Ovvero “chiudere” il calcio per non aderire ad una iniziativa parlamentare che ha un suo fondamento… proprio per non caricare queste spese di controllo sulle tasche dei cittadini.

Il testo infatti prevedrebbe un prelievo/contributo tra l’1 e il 3% sugli incassi da stadio delle società. Considerando però che la scorsa stagione le squadre di Serie A, Serie B e Lega Pro tutte insieme hanno guadagnato circa 150 milioni dalla vendita di biglietti e abbonamenti, si tratterebbe di bruscolini: non più di 4 milioni di euro, nella migliore delle ipotesi. Ben altra cosa, invece, sarebbe andare a toccare le società nella loro fonte principale di guadagni: i diritti tv, che in Italia impattano per il 75% sui bilanci delle squadre della Serie A (secondo i dati dell’ultimo rapporto Deloitte). E valgono circa un miliardo di euro a stagione.

E’ vero che la sicurezza all’interno degli stadi è garantita dagli steward, che sono a libro paga dei club, ma l’ordine pubblico fuori dagli impianti continua ad essere di competenze delle forze dell’ordine. E tra eventi particolari, big match o partite ad alto rischio spesso si rende necessario uno spiegamento di forze imponente: circa 6mila uomini ogni weekend. Questo il quadro di quello che succede ogni domenica sui campi di Serie A-B e Lega Pro.

A noi piace molto l’idea che questi costi diventassero a carico delle società calcistiche, certo trovando una quadratura economica, divisa tra i club in maniera equa e solidale, dove le squadre che fatturano di più pagherebbero una quota più alta. Si parla di un prelievo totale di circa 30 milioni di euro, che se fosse confermato, sarebbe una spesa minima per una squadra di Serie A e B (tra le 20 di A e le 22 di B) parliamo di una cifra di non più di 700 mila euro per Club (cifra divisa solo tra i 42 Club di Serie A e B, ma ripeto servirebbe una giusta proporzione in base ai fatturati dei club stessi) che per garantire l’ordine fuori dagli stadi e la sicurezza dei propri sostenitori non ci sembra esagerata, equivale allo stipendio di un giocatore di fascia media; resta il fatto che i manager che governano il calcio Italiano, preferiscono che questi costi fossero a carico dei cittadini, nascondendosi dietro al fatto che i soldi sono pochi...bene iniziassero una nuova fase di spending review” nel loro mondo, partendo dalla Lega Calcio, dalla Figc, dal Coni e da tutte le componenti del mondo dello sport, e se non ne fossero in grado, lavorassero di fantasia, magari con l’aiuto di uno “Sponsor”, come hanno fatto per garantire il lauto stipendio del neo Ct della Nazionale di Calcio, Antonio Conte. L'idea potrebbe essere quella di creare un "fondo" ad hoc,  dove far convergere i denari degli sponsor delle squadre di calcio, attraverso detrazioni fiscali specifiche per chi aderisce a questa iniziativa. Tavecchio per trovare la soluzione allo stipendio di Conte ci ha messo meno di 2 giorni, in questo caso, lavorandoci con impegno, forse ne servirebbe qualcuno in più: "nihil difficile volenti"

Chiediamo troppo? Forse si !

 

Fonte: insideroma.com

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