Rassegna stampa

Addio delle star e infortuni così la Juve si è spenta Hernanes per ripartire

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 01-09-2015 - Ore 07:25

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Addio delle star e infortuni così la Juve si è spenta Hernanes per ripartire
LA REPUBBLICA - GAMBA - Alle nove della sera, Hernanes detto il Profeta è diventato una piccola soluzione ai grandi problemi della Juventus, che s’è affidata a un esubero dell’Inter per tappare un buco, o anche due, e acquietare il suo allenatore: funziona spesso così, che qualche rimasuglio di una squadra d’alta classifica corra in soccorso di quelle impantanate nella bassa. Allegri, comunque, è abbastanza contento. Hernanes gli piace (non come Draxler, vabbè, ma se lo farà bastare) e ha in mente di usarlo come una specie di dodicesimo uomo, un jolly che può fare di tutto dalla metà campo in su: il trequartista, la mezzala e, all’occorenza, pure il vice-Marchisio. Inoltre calcia bene da fermo, e in queste settimane s’è visto quanto siano mancati i piazzati di Pirlo e Tevez. «Lavorare per aggiustare quello che non va, inserire i nuovi e non piangersi addosso: reagiremo subito!», ha twittato Allegri andando a scovare la Juve in fondo a destra. Diciamo che Hernanes (costato 11+2, prenderà 8.1 milioni in tre anni) è un sussulto di reazione.
LA PRECARIETÀ
Il fatto è che la Juve d’agosto a un certo punto s’è messa in pausa, come se aspettasse che il mercato risolvesse quello che c’era da risolvere. Per oltre un mese Allegri ha lavorato su una squadra chiaramente di transizione, indefinita nel modulo e nella composizione: è come se incosciamente i giocatori stessi si fossero dati appuntamento a dopo la sosta per cominciare a fare veramente sul serio, con le idee e una situazione chiare. È per questo che l’allenatore non vedeva l’ora che arrivassero le 11 di ieri sera: s’è accorto che, a mercato aperto, non averebbe mai ottenuto dal gruppo quello che andava cercando. «Adesso ci ricompatteremo, con serenità. La stagione è lunga». Ma i tempi stringono: per una decina di giorni 14 bianconeri saranno impegnati in nazionale e di fatto la partita più importante di questo trimestre (Manchester City-Juve, martedì 15) verrà disputata senza un’adeguata sperimentazione.
LE SCELTE
Detto che la Juve ha venduto solamente gente che voleva andarsene, ma che soltanto con Tevez ha insistito affinché rimanesse, il rinnovamento era considerato imprescindibile e Allegri così paziente, così sereno - l’uomo giusto per gestirlo. «Abbiamo fatto la squadra per vincere non quest’anno, ma nei prossimi cinque» è il passaparola che circola in sede, dove c’era fin da giugno la consapevolezza che sarebbe stata una stagione problematica (si è parlato di anno zero) ma necessaria per pianificare un futuro di certezze. Marotta e Allegri hanno scelto di non cercare cloni dei partenti, ma di battere strade nuove. Ed è chiaro che la loro credibilità si gioca tutta attorno al nome di Dybala, che ha assorbito i due terzi degli investimenti estivi. La Juve ha deciso di puntare forte sull’argentino nonostante avesse a disposizione già tre attaccanti di qualità molto giovani e molto forti (Morata, Berardi e Coman), rinunciando a destinare 40-50 milioni a un trequartista di livello internazionale: è nella riuscita di questa scommessa che si misurerà la bontà del piano di riedificazione. Allegri ci sta andando con i piedi di piombo: sa che bisogna avere molta pazienza, per arrivare al risultato.
I DOLORI
Sei infortuni muscolari hanno complicato una situazione già complicata. Preparatori e medici sostengono che le fibre siano più vulnerabili quando i giocatori non si allenano con il massimo della concentrazione e la più totale serenità: può essere una spiegazione ai guai che hanno colpito molti juventini. Malanni lievi ma fastidiosi, tipici di chi non si tiene in forma perfetta: è evidente come dopo i quattro scudetti la tensione (che l’anno scorso era stato rilanciata dalle dimissioni di Conte) si sia allentata. Lo si nota anche da certi atteggiamenti di Pogba e Morata, che Allegri ha già provveduto a rimproverare. Dal punto di vista strettamente tecnico, il vero disastro sono state le assenze combinate di Marchisio e Khedira, che di fatto sono costate sei punti. Tra due settimane, ci sarà il testacoda con il Chievo: ecco, non ci sono più scuse.

Fonte: LA REPUBBLICA - GAMBA

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