Rassegna stampa

La fotografia di Anna Frank nell’adesivo antisemita. Bufera sugli ultrà della Lazio

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-10-2017 - Ore 08:01

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La fotografia di Anna Frank nell’adesivo antisemita. Bufera sugli ultrà della Lazio

IL CORRIERE DELLA SERA - AGRESTI - La curva dei tifosi della Lazio, la Nord dello stadio Olimpico, era chiusa per i cori razzisti rivolti a due calciatori di colore del Sassuolo. E allora la società di Lotito ha pensato di aprire ai suoi abbonati la Sud, abituale covo dei romanisti, lanciando una campagna con un nome pieno di buoni propositi: «We fight racism», noi combattiamo il razzismo. La partita era quella contro il Cagliari di domenica sera, il costo per l’ingresso simbolico: un euro. Dopo la partita gli addetti alla chiusura dell’impianto sono entrati in curva Sud e hanno trovato di tutto: adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma, altri con scritte antisemite di ogni tipo. Tra queste, alcune con riferimenti ad Aronne Piperno, indimenticabile personaggio del «Marchese del Grillo», l’ebanista di religione ebraica che Alberto Sordi non vuole pagare. Gli adesivi erano centinaia, ovunque: anche nei bagni. Gli uomini delle pulizie hanno lavorato tutto il giorno ma non sono riusciti a completare l’opera: finiranno oggi.

«Questa non è una curva, questo non è calcio, questo non è sport: fuori gli antisemiti dagli stadi», la reazione immediata di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma. La Procura della Repubblica si è già mossa, in curva è intervenuta anche la Scientifica. Il ministro per lo Sport Luca Lotti garantisce: «Le autorità faranno luce su quanto avvenuto, i colpevoli saranno presto individuati e condannati». La giustizia sportiva è già entrata in azione: il procuratore Figc Pecoraro aprirà un’inchiesta nelle prossime ore. Stavolta la Lazio rischia un provvedimento ancora più duro: non la chiusura di un solo settore bensì la disputa di almeno una partita a porte chiuse, come successo in Coppa.

La questione, però, è più ampia e grave. «Contro questi personaggi chiediamo un intervento chiaro della Lazio e delle autorità competenti», dice Noemi Di Segni, presidente delle Comunità Ebraiche Italiane. A questo proposito, il presidente Lotito ha annunciato per oggi a mezzogiorno una visita in Sinagoga: gli è stato proposto di giocare la prossima partita con la scritta «Anna Frank» sulla maglia, sarà valutata. La presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta con un tweet: «Rispondere con durezza. Sottovalutare è darla vinta a razzisti». Nicola Zingaretti, presidente della Regione, interviene nel corso di un viaggio della memoria riservato a 120 professori nei luoghi della Shoah: «Dal campo di sterminio di Treblinka osservare quanto sta accadendo a Roma non può che provocare ancor più indignazione». La sindaca Virginia Raggi: «Questo non è calcio, non è sport». Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio: «Fatto inqualificabile». Ma è normale che tifosi il cui settore è chiuso per razzismo vengano indirizzati nella curva opposta? Arturo Diaconale, portavoce della Lazio, cerca di chiarire: «L’iniziativa portata avanti era proprio rivolta contro ogni forma di razzismo. Si resta interdetti di fronte a manifestazioni che riguardano un numero ristrettissimo di persone».

Fonte: IL CORRIERE DELLA SERA-AGRESTI

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