Rassegna stampa

Irresistibile attrazione: la terza vita romanista di Baldini

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 28-07-2018 - Ore 08:44

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Irresistibile attrazione: la terza vita romanista di Baldini

LA GAZZETTA DELLO SPORT - M. CECCHINI - Ammettiamolo: anche questa in fondo è una storia d’amore. Restando dalle parti del Tevere, Gaio Valerio Catullo poco più di due millenni fa sintetizzava il suo amore per Lesbia (che in realtà si chiamava Clodia, ma volete mettere?) con un verso che chissà quanti di noi nella vita avranno sentito proprio almeno una volta: «Né con te né senza di te». Ecco, tra Franco Baldini e la Roma circa vent’anni fa è scoppiata una passione simile e mai sopita davvero. Niente di nuovo per chi mastica di vicende giallorosse, ma sentire il presidente Pallotta, raccontando le frenetiche ore della trattativa per Malcom, parlare di lui e dichiarare: «Franco è anche nel nostro comitato esecutivo», ha portato tanti a pensare a questa come una terza vita (se non una quarta) per l’ex calciatore letterato – e poi procuratore di calciatori (quasi sempre illetterati) – nell’universo giallorosso, visto che è atteso a ore negli Usa.

Gloria e caduta Baldini a Roma è stato tanto. Prima il simbolo del trionfo, poi della coerenza, quindi della speranza, infine della disillusione. Con Sensi e Capello è stato l’artefice tecnico dello scudetto 2001. Insieme con l’ex presidente, inoltre, ha rappresentato per un certo tempo il contropotere al calcio di Moggi, fino a lasciare il club quando i cambi di strategia anticipavano nuove alleanze. «Consulente esterno», era stato ingiustamente ridimensionato in quel 2005, costringendolo a una conferenza d’addio non a Trigoria, ma in un anonimo hotel della Capitale. Da quel momento, però, è sembrato che non ci fosse cordata interessata alla Roma che non lo vedesse uomo immagine, finché nel 2011 il futuro è arrivato davvero, con Dibenedetto e Pallotta che lo hanno riportato in vetrina tra gli osanna del popolo romanista. Il calcio, però, è sport traditore, così nel 2013 – dopo due stagioni deludenti – Baldini si è dimesso dal suo ruolo di direttore generale, sussurrando amaro: «Ora dimenticatemi». Molti lo hanno fatto, ma probabilmente a non riuscire a dimenticare la Roma è stato lui, pur mantenendo un profilo quasi invisibile nei suoi perenni spostamenti tra la Capitale, Londra e il Sudafrica. Visto che Baldini ha sempre rivendicato il diritto di contraddirsi, nessuno si è stupito come in questi anni sia diventato influente consulente esterno di Pallotta, così come nessuno in fondo si meraviglia se il suo ruolo nella galassia presidenziale adesso sia divenuto organico, obbligandolo così ad abbandonare laute consulenze. D’altronde, lasciare ad altri le battaglie quotidiane a Trigoria e, nel frattempo, essere consigliere ascoltato ai massimi livelli, è parso a molti un dribbling da fuoriclasse. In fondo anche l’amore tra Catullo e Lesbia, pur non essendo mai santificato dal matrimonio, sarà ricordato per sempre.

Fonte: LA GAZZETTA DELLO SPORT

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