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Baldissoni-stoppa-i-doni-Niente-mercato

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 10-12-2013 - Ore 08:04

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Sorridete, ragazzi. È Natale, la Roma è seconda in classifica. Eppure, le facce dei giocatori che entrano al Macro di Testaccio sembrano quelle di chi sta andando al patibolo. Chi si concede (Balzaretti, Totti, Garcia) fa eccezione, per la gioia della cinquantina di tifosi all’ingresso. Divisa sociale per tutti i calciatori (ordini superiori), nessuno con mogli o fidanzate; gli altri dipendenti no, per loro è una serata di festa, più che di «lavoro». James Pallotta, alla faccia della giornata piena, è uno dei primissimi ad arrivare, prima solo il Ceo Zanzi e il d.g. Baldissoni: ci sono anche l’avvocato Roberto Cappelli e Paolo Fiorentino di UniCredit e pure il costruttore Luca Parnasi. I primi due partecipano al brindisi chiamato da Zanzi, poi se ne vanno. Chiude gli arrivi, il sindaco Ignazio Marino, ben oltre le 21.
FLORENZI SERENO Torosidis, Skorupski e Lobont, invece, erano stati i primi calciatori. Poi Florenzi: «Stiamo facendo bene, ma non vogliamo mollare niente. Nelle 4 partite pareggiate abbiamo trovato qualche difficoltà, e un po’ per sfortuna un po’ per errori nostri non siamo riusciti a chiuderle». Ljajic: «Una volta la palla vuole arrivare una volta. Devo migliorare davanti alla porta e fare l’ultimo salto di qualità, ma lavoro tanto. Comunque la Roma è da scudetto e io sono contento di essere qui: voglio restare a lungo. Il Milan sarà una partita importante, ma vogliamo andare lì per far risultato, ma Kakà è stato il mio idolo». Il clima, dentro, è festoso: Totti si fa fotografare con il d.s. Sabatini, Pallotta consegna una scatola con un orologio della Rolex a ogni giocatore. Il d.g. Baldissoni chiude al mercato di gennaio: «Meritavamo di vincere tutte le partite, squadra che vince non si cambia. La squadra ha un ottimo gruppo, non vogliamo toccare chimiche interne. Entusiasmo? Giusto che ci sia nella gente, noi dobbiamo frenarlo». Dopo la cena, a buffet, l’esibizione di Daniele Silvestri (che ha cantato «Campo Testaccio» riadattata con i nomi della Roma di oggi) e le irruzioni dei comici Pio e Amedeo, de Le Iene. Ci hanno pensato loro a far sorridere i giocatori.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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