Ballottaggio tra Pasqual e Alonso (oggi l’ultimo test) A centrocampo ritorna la coppia Badelj-Vecino

LA REPUBBLICA FIRENZE - MAGRINI - Muscoli, qualità, corsa, fantasia e personalità. In due parole: Fiorentina-Roma. Almeno in teoria. Due squadre che, con tutte le loro differenze, possono mettere in campo quanto di meglio si possa desiderare da una partita di calcio. I viola hanno un fuoriclasse: l’organizzazione. I giallorossi sono pieni zeppi di talento: Pjanic, Salah, Gervinho, Dzeko, Iago Falque. Oggettivamente, da metà campo in su, quella di Garcia è una macchina da guerra. Del resto basta dare un occhio ai numeri: in undici partite, tra campionato e Champions League, la Roma ha segnato 27 gol. Una marea. Allo stesso tempo però, il tecnico francese è alle prese con una (profonda) crisi difensiva. Dieci reti subite in Serie A, addirittura otto (in tre sole gare) in Europa. Roba da Zeman. Sousa lo sa, e non a caso anche a ieri ha ribadito, senza tanti giri di parole, che tipo di partita ha intenzione di impostare. «Proveremo a fargli male con la palla». Traduzione: proveremo a controllare noi il gioco. Come a Napoli. Quella è l’idea, e quella si segue. Ecco perché è facile immaginare una Fiorentina che, pronti via, aggredirà violenta. Pressione alta e distanze cortissime. Con una missione precisa: prendere possesso della metà campo avversaria. Si chiama predonimio territoriale e, fino ad oggi, gli uomini di Sousa lo hanno (quasi) sempre conquistato. Per riuscirci, come sempre, sarà fondamentale il lavoro dei tre giocatori offensivi. Ilicic, Borja Valero e Kalinic. Sono loro (molto spesso) la chiave del gioco viola. I primi due son quelli che gestiscono la manovra negli ultimi 35-40 metri, muovendosi tra le linee. Andarli a prendere, per gli altri, è un problema serio. E poi il centravanti. Aggredendo la profondità dovrà allungare la Roma, allargando così gli spazi tra difesa e centrocampo. E poi il pressing che, ormai si sa, lo dovrà vedere primo attore protagonista. Lui aggredisce, la difesa e il centrocampo alzano il baricentro, e la squadra riesce così a recuperar palla nella metà avversaria. Un atteggiamento che da un lato ti permette di controllare il gioco ma che, dall’altro, ti espone alle ripartenze. A maggior ragione se dall’altra parte c’è gente come Salah (se giocherà) e Gervinho. Gli esterni offensivi sono l’arma letale della Roma. Veloci come pochi, negli spazi sono capaci di tutto. Ecco perché (appunto) la Fiorentina dovrà muoversi “insieme”. Fallire il primo pressing infatti, significa esporre la difesa a pericoli continui. Dzeko invece, che dovrebbe giocare da punto di riferimento, è letale in area di rigore. A Roncaglia, Gonzalo ed Astori il compito di limitarlo. Questi tre, ovviamente, dovranno essere aiutati dagli esterni. A destra ci sarà Blaszczykowski. E a sinistra? È questo l’unico vero dubbio per Sousa. Alonso o Pasqual? Lo spagnolo non è al meglio, ma farà di tutto per essere in campo. Stamani, dopo l’ultima rifinitura, il tecnico prenderà una decisione definitiva. Per il resto, anche a centrocampo, scelte fatte. Saranno Badelj e Vecino (ormai inamovibili) a doversela vedere con Pjanic, Nainggolan e (forse) De Rossi. Difficile, in Italia, trovare di meglio. Eppure, fino ad oggi, la Fiorentina se l’è sempre giocata a testa alta. Petto in fuori e tanto coraggio. Scommettiamo che sarà così anche stasera?
Fonte: LA REPUBBLICA FIRENZE - MAGRINI