Rassegna stampa

Caccia al 13

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 03-10-2013 - Ore 08:30

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Caccia al 13

Ci sono notti che si aspettano a lungo, ma non arrivano mai. Quando Francesco Totti era un bambino, con la cameretta tappezzata di sogni e di poster di Voeller, Falcao e Bruno Conti, vincere a San Siro era l’obiettivo di qualsiasi romanista che aveva voglia di interrompere l’egemonia del Nord. «Ma la storia a volte è governata da distrazioni non volte», ammoniva il filosofo Karl Popper e così il bambino diventava uomo con la palla tra i piedi. E sapeva anche utilizzarla bene, ma quel success o a Milano non a r r i v a v a mai. La meraviglia Dalla «prima» a San Siro dell’aprile 1994, sarebbero dovuti passare 11 anni e 23 partite tra Inter e Milan impastate con 9 pari e 14 sconfitte, prima che l’obiettivo fosse centrato. Alla 24ma, poi, la meraviglia. Nell’ottobre del 2005 la Roma di Spalletti sconfiggeva in trasferta i nerazzurri e Totti segnava un gol a «cucchiaio» a Julio Cesar entrato subito tra i più belli della storia recente del calcio italiano. Da quel momento il tabù era infranto e così le sfide hanno cominciato ad assumere un altro sapore, anche se una partita del genere nessuno a Trigoria ha il coraggio di considerarla normale.

Dall’alto in basso Stavolta, forse, ancora più del solito, visto che la Roma sbarca a San Siro da prima della classe, forte di una striscia di 6 vittorie consecutive. Rispetto a quel lontanissimo 1994, Francesco è diventato un leader più tranquillo, dall’alto delle 12 reti realizzate a Milano tra campionato e Coppa Italia (5 all’Inter e 7 al Milan). E a questo punto i numeri parlano chiaro: dopo l’Olimpico, è proprio San Siro lo stadio italiano in cui ha segnato di più. Quanto basta per essere profondamente ottimisti.

«Pensiero fisso» Istruzioni per l’uso: al netto dei desideri, la Roma ha la guardia alta. E Totti lo sa bene. «Guardate che al momento non abbiamo vinto proprio niente ha detto il capitano giallorosso perché dobbiamo dimostrare ancora tutto. Fiducia sì, ma rilassatezza mai. Lo sappiamo benissimo che a Milano sarà dura, perché l’Inter farà di tutto per renderci la vita difficile. Quella allenata da Mazzarri è una squadra forte. Per questo i nerazzurri sono il nostro pensiero fisso».

Dubbio Ljajic E a Trigoria il numero dieci lavora forte, anche perché in attacco Ljajic è un po’ in dubbio per una robusta sciatalgia alla schiena. Ma l’onda giallorossa che sarà accompagnata forse da tremila tifosi è più forte delle paure. Perché stavolta, forse, la storia non ha più voglia di distrarsi. 

 

 

Fonte: Gasport

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