Rassegna stampa

Claudio stop e caos: furia Juventus sul Ct

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 28-03-2015 - Ore 09:00

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Claudio stop e caos: furia Juventus sul Ct

 Caos Marchisio: cronaca di una giornata surreale. Il giallo è sui referti. Dal dramma al sospiro di sollievo, dalla prognosi tragica del professor Castellaci («il referto dell’ospedale di Firenze parlava di lesione subtotale del legamento, ma ora siamo contenti») a quella ribaltata dello staff medico della Juve, che in tarda serata, dopo 3 ore di esami approfonditi intorno alle 23, ha escluso lesioni. «Claudio rimarrà a riposo per qualche giorno e le sue condizioni verranno quotidianamente monitorate» si leggeva nel comunicato della Juve. Carramba. Una barzelletta però che non fa ridere nessuno, confezionata in 12 ore di ordinaria follia, perché il principino potrebbe sperare in un recupero Champions.

C’ERA L’INFORTUNIO Sarà anche sparita «magicamente » la lesione al legamento, non la polemica feroce fra Antonio Conte e John Elkann. C'eravamo tanto amati. Titoli di coda fra Antonio e la Juve. Il caso Marchisio ha sancito la rottura fra Conte e la società bianconera, furibonda, arrabbiatissima. Durissima la presa di posizione di John Elkann, azionista di maggioranza della Exor, la holding che controlla la Juve, intervenuto a Milano a margine di una tavola rotonda. Il presidente della Fiat più che rispondere alle domande si è chiesto: «Bisogna capire come mai in Nazionale li fanno lavorare così tanto». Immediata dalla Bulgaria la risposta di Conte, scurissimo in volto: «Alla Juve questa domanda non me la faceva». E ancora: «A me dà fastidio chi cerca di mettermi contro il passato. Vivo sempre nella polemica. Sono amareggiato, è assurdo quello che è accaduto a Marchisio». E quando la Rai gli chiede se è peggio per la Nazionale o per la Juve questo stop del Principino, Conte si alza e sene va. In serata la controreplica di John Elkann: «Conte a Torino allenava, non si lamentava. In Nazionale fa il selezionatore. Sono due lavori diversi. Dopodiché se uno vuole passare come il ct con maggiori infortuni...». Puntini, puntini. E bordate assortite. Gigi Buffon ha cercato di fare il pompiere:«L'infortunio di Claudio è solo colpa del destino e non della nazionale».

Non è questione di colpe, ma di opportunità, di gestione e di professionalità. Perché sottoporre a 5 allenamenti intensi in 4 giorni in questo momento della stagione giocatori che hanno un chilometraggio elevato? Perché si è chiesto anche Allegri? Perché tirare la corda con un giocatore, uno dei più utilizzati, che ha collezionato con il club 32 presenze e 3176 minuti? Perché infine una diagnosi e una prognosi così superficiale trattandosi di un giocatore così importante e di un infortunio apparentemente grave?

Lunatiche le reazioni anche sul web da parte dei tifosi bianconeri che prima si sono scatenati contro Conte - martedì a Torino prima durante e dopo l'amichevole contro l'Inghilterra potrebbe essere contestato (fischi e/o indifferenza) nel suo Stadium - e poi hanno puntato il dito con ironia e sarcasmo contro Castellacci, i medici della nazionale e il presidente Tavecchio, che aveva parlato di un «incidente sfortunato su cui si è montato un caso». Il caso resta e diventa sempre più imbarazzante dopo il comunicato della società bianconera, perché il principino si era fatto male intorno alle 10 del mattino, dopo appena 4 minuti dall'inizio della seduta di allenamento. Si vociferava di un infortunio muscolare. Poi poco dopo l'ora di pranzo il comunicato della Figc e le parole del medico della nazionale, il professor Castellacci, in seguito alla risonanza magnetica nucleare effettuata presso l'Istituto Fanfani di Firenze: «Il giocatore si è fatto male da solo»«Si torna a casa »aveva cinguettato su Twitter e alle 19:30 Marchisio si è presentato alla guida della sua Jeep insieme alla moglie Roberta alla clinica Fornaca, dove è stato visitato dal dottor Fabrizio Tencone, responsabile dello staff medico della Juve e dal professor Quaglia. Intorno alle ore 23 il colpo di scena.«Nessuna lesione».

Fonte: IL MESSAGGERO (L. PASQUARETTA)

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