Rassegna stampa

Conte: "In Azzurro solo chi ha voglia"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 10-11-2015 - Ore 08:01

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Conte:

MESSAGGERO - TRANI - «Mettere l'azzurro addosso è privilegio unico». Conte coglie l'attimo e, da ex giocatore e ora ct, ricorda in pubblico, a Palazzo Vecchio, che cosa vuol dire rappresentare l'Italia in campo. Indica la maglia per l'Europeo, durnate la presentazione, e invia il messaggio inequivocabile a chi sta a casa e, anche recentemente, ha snobbato la Nazionale, dando la priorità agli interessi del club e personali. Si rivolge agli esclusi Insigne e Berardi. Non sono qui perché si sono chiamati fuori il mese scorso. Finiti in castigo, rischiano di non tornare più. Giocatori, dunque avvisati. E, momentaneamente, accantonati.
DIRETTO E SEVERO«La maglia azzurra non credo debba essere spiegata a nessuno: chi non la capisce è inadatto e inopportuno». L'avvertimento adesso rimbomba nell'Aula Magna di Coverciano. Il ct dell'Italia non sceglie la diplomazia. «Prima il riferimento era Balotelli, ora abbiamo cambiato soggetto e scelto Insigne. Ma io non vado mai sul personale. Noi stiamo lavorando in una direzione, puntando su certi valori. Gli spazi sono aperti ma da occupare in maniera seria. Sì, a 360 gradi, perché non bastano solo le conoscenze tecnico-tattiche, contano pure i comportamenti e le motivazioni. Sennò è meglio non partire per la Francia. Ci siamo qualificati da primi e imbattuti con un gruppo. Non posso non tenerne conto. Ma seguirò tutti con attenzione, la dimostrazione sta nella convocazione di Cerci e Okaka. Se penso che dovrò scegliere solo 23 giocatori, già oggi sono in difficoltà a pensare ai ragazzi di questo gruppo che non potrò portare. Per raggiungere traguardi, comunque, mi servono uomini straordinari. Oggi non sono tanti». 
«Insigne non è qui per scelta tecnica, così come Berardi è con l'Under per lo stesso motivo». Conte non si piega alle richieste di alcune società. «Noi rispettiamo tutti, ma esigiamo lo stesso trattamento. Per onestà nei confronti di chi è qui». I 2 attaccanti hanno salato le gare di Baku contro l'Azerbaigian e di Roma contro la Norvegia, fondamentali per andare in Francia. «Dal mio primo giorno in Nazionale ho chiarito che volevo giocatori che sentissero questa maglia come seconda pelle. Al centro del progetto tattico abbiamo messo il gioco e non il singolo, e la moralità, pesando gli atteggiamenti dentro e fuori del campo. Non farò, insomma, distinzioni tra nord, centro e sud, nè saranno 2 o 3 gol a farmi cambiare idea». 
«De Silvestri l'ho richiamato alla prima occasione utile perché si e' rotto il ginocchio per noi: quando chiamai personalmente la Sampdoria era più dispiaciuta di noi. Verratti ha giocato con l'Azerbaijan con il rischio di infortunarsi. Ecco, quando si varca il cancello di Coverciano, voglio che si dia tutto per la maglia azzurra. Per due come loro sono pronto a buttarmi nel fuoco».
ANDREA A RISCHIONegli Usa il calcio resterà fermo fino a marzo: 4 mesi di stop. Giovinco e soprattutto Pirlo, non giocando, potrebbero perdere l'Europeo. «Il primo non è qui per l'infortunio al ginocchio, l'altro lo valuterò più avanti. Sarei felice se Andrea tornasse a giocare in Italia». Lo spinge verso l'Inter che lo aspetta. «Va bene qualsiasi club, perché potrei controllarlo da vicino. Se si allena in un certo modo, è ancora in grado di fare la differenza. Il mio timore è che la lontananza possa fargli perdere tutto questo. Di lui ho una stima immensa, ma proprio per questo sarò molto freddo e lucido. Va per i 37 e devo iniziare a guardarmi intorno. E a prepararmi a un’Italia senza Pirlo. Sarò il primo a essere felice se Andrea avrà le carte in regola, ma nemmeno posso farmi trovare impreparato. Dipende da Pirlo, non dalla crescita di Verratti. Che ha mostrato attaccamento e carattere. Andrea, se sta bene, sarà con noi». Il lavoro per il ct viene prima di tutto. «Il primato della Fiorentina ne è la conferma: ho visto serietà nell loro progetto». Ma è tempo di farsi altri nemici. Così elogia anche l'Inter, la Roma, il Napoli, il Milan e addirittura la Juve. C'è scudetto per 6.

Fonte: MESSAGGERO - TRANI

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