Rassegna stampa

Da Skriniar a Kolarov e Palacio: le scommesse diventate vincenti

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 23-10-2017 - Ore 15:12

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Da Skriniar a Kolarov e Palacio: le scommesse diventate vincenti

REPUBBLICA.IT - SELLITTI - Autorevole, puntuale. Un punto fermo, la garanzia di Spalletti. In queste ore si sprecano complimenti per Skriniar, il muro dell'Inter che non ha preso gol neppure al San Paolo. In poche settimane, da terzo centrale in rosa a titolare, con il rendimento che ha zittito scetticismo e dubbi per i 25 milioni inviati dall'Inter alla Sampdoria. Per il centrale difensivo nerazzurro, nel post Napoli è arrivata l'investitura di Cambiasso che l'ha paragonato a Samuel, perno dell'Inter di Mourinho che centrava il Triplete e ancora prima della Roma dello scudetto 2001. Ma anche Cassano spiegava di averne intuito la qualità dopo un paio di allenamenti alla Sampdoria.

Ma come Skriniar, altri arrivi estivi passati sottotraccia o peggio avvolti dal dubbio stanno marcando il territorio nella prima fetta di campionato. Il piede sinistro di Kolarov ha messo le marce alte nel motore della Roma: due reti in una settimana, la punizione che ieri ha portato tre punti ai giallorossi nella trasferta di Torino, soprattutto il sigillo al Chelsea che non faceva scappar via in Champions League i Blues di Antonio Conte, forse per la partita svolta nella stagione romanista. Il Manchester City ha speso oltre 110 milioni di euro per Mendy del Monaco e Walket del Tottenham, per Kolarov invece, un volo verso Roma per cinque milioni di euro, sponda opposta a quella laziale. Benzina finita, a 33 anni? La risposta: gol, assist, leadership, in poche giornate, con i complimenti a mezzo stampa di Eusebio Di Francesco. Sarà complesso per Emerson Palmieri - una volta guarito - riprendersi la fascia sinistra.

Sempre a Roma, alla Lazio, c'è Marusic, uno sconosciuto sino ad agosto, altra scoperta di Tare che ha convinto Lotito a staccare un assegno da sei milioni e mezzo al Kortrijk, prima divisione belga. L'infortunio di Basta gli ha aperto una porticina, ora è divenuto un intoccabile: rendimento alto, una corsa che non conosce pause, presente anche in zona gol. E una quotazione di mercato almeno raddoppiata in tre mesi scarsi. Ma Simone Inzaghi si è trovato in casa per poco meno della cifra investita per Marusic anche Lucas Leiva, in arrivo da Liverpool. Stesso nome di Biglia, finito al Milan, ma con rendimento superiore. L'ultimo biennio ai Reds era stato complicato, con Klopp non c'era amore reciproco, il brasiliano pareva nella fase discendente della carriera, nonostante avesse compiuto 30 anni da poche settimane. In maglia laziale è tornato essenziale, concreto, mai un tocco in più, mostrando le credenziali, tattica e senso della posizione, che spingevano Rafa Benitez a piazzarlo nel centrocampo titolare del Liverpool, al fianco di re Gerrard. E in tema di rinascite inattese che portano punti, a Bologna è comparso Rodrigo Palacio in versione vintage, genoana, forse ispirato dai colori rossoblù. Arrivato a parametro zero dopo un'estate di allenamenti in solitudine, l'argentino, 35 anni, si è presentato da Donadoni correndo senza più fermarsi. Gol, assist, chilometri coperti in attacco anche da solo, una motivazione feroce. A Bergamo è stato fermato da un affaticamento muscolare, ma potrebbe già tornare contro la Lazio, mercoledì sera. Certo, il Dall'Ara è terra fertile per i grandi ritorni. La letteratura ricorda Roberto Baggio, Signori, fino a Di Vaio. Eppoi Palacio è nato a Bahia Blanca, la città dell'elisir di lunga vita: ci è nato Manu Ginobili, a oltre 40 anni ancora con la canotta dei San Antonio Spurs...

Fonte: Repubblica.it - Sellitti

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