Galliani indagato per l’affare Paletta «Tutto regolare»

GAZZETTA DELLO SPORT - SCHIANCHI - Indagato per l’acquisto di un giocatore che, sette mesi più tardi, ha ceduto senza rimpianti. Adriano Galliani finisce sul registro nero della Procura di Parma perché, questa l’ipotesi dell’accusa, avrebbe comprato sotto costo Gabriel Paletta, favorendo in questo modo il depauperamento del patrimonio della società emiliana e aggravando il dissesto economico. In soldoni: concorso in bancarotta fraudolenta per l’a.d. rossonero. Lo stesso reato che i magistrati imputano all’ex presidente Tommaso Ghirardi, all’ex a.d. gialloblù Pietro Leonardi e agli ex manager Marco Preti e Corrado Di Taranto. L’inchiesta è ancora in corso e il giudice ha concesso altri sei mesi per capire dove siano finiti i 100 milioni di euro che hanno provocato il fallimento del Parma Football Club. Questo il comunicato del Milan: «In relazione alle notizie diffuse in ordine all’iscrizione di Adriano Galliani nel registro degli indagati del Tribunale di Parma con riguardo all’acquisto del calciatore Paletta, l’A.C. Milan sottolinea la perfetta regolarità dell’operazione ed è certo che identica sarà la valutazione dei magistrati competenti».
ACCORDO I fatti risalgono all’inizio di febbraio. Il Parma, dalla metà di dicembre del 2014, è di proprietà della Dastraso Holding Limited, società con sede legale a Cipro, il cui finanziatore (anche se sempre nell’ombra) è il petroliere albanese Rezart Taçi. Presidente del Parma è Ermir Kodra. Durante il mercato di gennaio, considerando la montagna di debiti e la scadenza di metà febbraio per il pagamento degli stipendi ai dipendenti, l’obiettivo del club è liberarsi dei contratti più onerosi. Antonio Cassano rescinde e abbandona la nave, e così fanno altri giocatori. Paletta è, in teoria, uno dei gioielli da vendere, ma non arrivano proposte. Si fa sentire, ma mai attraverso canali ufficiali, la Roma, disposta a prendere il difensore in prestito gratuito fino al termine della stagione: non proprio un affarone per il Parma. A quel punto nasce l’idea Milan: i rossoneri hanno bisogno di uno come Paletta, l’a.d Leonardi intavola una rapida trattativa con Galliani e si trova l’accordo. Al Parma vanno 2,5 milioni di euro, Paletta rinuncia agli stipendi pregressi (aveva un ingaggio di 650 mila euro a stagione fino al 2018) e i suoi procuratori Martin Guastadisegno e Alessandro Moggi accettano di non ricevere la commissione da 1,7 milioni di euro che il club doveva loro dal momento in cui il giocatore era sbarcato in Emilia. Più o meno, dunque, il valore del «pacchetto» Paletta viene stimato in circa 5 milioni.
INGAGGIO La Procura di Parma ipotizza che Galliani abbia sfruttato il momento di difficoltà della società gialloblù per pagare meno il giocatore. Va ricordato un fatto: il Milan ha versato soldi nelle casse del Parma, che erano vuote, e ha consentito alla società emiliana di togliersi il peso di un ingaggio che non poteva più permettersi. Quattro giorni dopo la cessione del difensore viene «svenduto» anche il Parma che passa, per un euro, dalle mani di Rezart Taçi a quelle di Giampietro Manenti. Da lì al fallimento, che verrà dichiarato il 19 marzo, il passo sarà breve. Quel fallimento, tuttavia, non è figlio della cessione di Paletta, ma semmai di tutte le operazioni di compravendita del periodo precedente, perché che il Parma fosse sull’orlo del crac si sapeva dall’estate del 2014.
Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT - SCHIANCHI