Garcia non molla:''Io vado in guerra. Chi può, mi segua. Voglio uomini veri''
Strana la vita. A ottobre suonava un violino virtuale contro i torti arbitrali, a marzo è la Viola a suonare la sua Roma che, a pensarci bene, anche quella ormai è solo virtuale. Rudi Garcia però non fa passi indietro, forte anche dell’appoggio ultrà, che a inizio partita hanno esposto un elegante striscione con su scritto: «Garcia non si tocca, a chi non sta bene calci in bocca», e poi alla fine hanno cantato: «Noi vogliamo undici Garcia».Insomma, allenatore confermato a furor di popolo fino a fine stagione, quando tutti saranno sottoposti ad esame: ma non è escluso che a fine campionato sia lo stesso Garcia a rassegnare le dimissioni. E col d.s. Sabatini che coraggiosamente fa il primo, vero «mea culpa» societario della stagione.
IL MEA CULPA Il premio sincerità però lo vince il d.s. Sabatini. «Ho sentito cose molto gravi, ma i tifosi hanno il diritto di contestare. Il ritiro non serve. E’ il caso di isolare le responsabilità. La squadra e l’allenatore hanno scontato gli errori che ho fatto io. In carriera non ho mai fatto un mercato così sbagliato. A gennaio il gruppo aveva bisogno di essere rinforzato in attacco, ma ciò che ho fatto non ha portato risultato. La squadra ha scontato questa assenza. Dovrò tenere conto degli errori che ho fatto, chi fa il mio mestiere fa errori e i miei sono venuti subito allo scoperto. Non me la caverò gratis, ne terrò conto. Salah è un rimpianto, non prenderlo è stato uno sbaglio. E’ una responsabilità esclusivamente mia. Ma nessuno si dimette e nessuno scappa, anche se in estate dovrò pensare alle conseguenze e ai motivi per cui la squadra ha perso dei punti. A fine stagione faremo i bilanci. Fare il mercato estivo e andare via? Sarebbe un’ipotesi intrigante». Possibile? Diciamo difficile, anche se sono cominciati subito a circolare i nomi di Sogliano e Branca come possibili sostituti.
PALLOTTA CHIAMA Inutile dire che, come succede quotidianamente, anche il presidente Pallotta si è fatto sentire per cercare di capire cosa succede a una squadra in cui credeva profondamente. Lunedì sarà a Roma il suo braccio destro, Mark Pannes, per incontrare i dirigenti del Comune sulla questione del nuovo stadio, ma i tifosi adesso chiedono molto altro e molto più in fretta. Basteranno «undici Garcia»?
Fonte: Gasport