Gol scacciapolemiche Ma dai tifosi stavolta DDR evita di andarci
Questo è un gol per tutti, anche per i «papponi», come lui definì gli autori di certe critiche. C’è Daniele De Rossi in fondo alla Roma. Presto per sapere se sia il fondo del tunnel, di sicuro era il finale di una settimana da horror, di un mese e mezzo senza vittorie in campionato, il possibile inizio di 15 giorni con lo spettro del sorpasso della Lazio e le immaginabili conseguenze su Trigoria. E allora ecco De Rossi, proprio per tutti. Per chi esulta, per chi no. Per una panchina che schizza in campo in un abbraccio collettivo stile finale di Coppa, e pure per quei tifosi che alla fine urlano comunque «mercenari, la nostra fede non va tradita».
A TUTTO CAMPO Scene da stadio Manuzzi, Cesena. Campo sintetico, finto per quanto è perfetto. Finta pure quella faccia calma di De Rossi, fascia al braccio, barba folta, voce urlante nei confronti di un arbitro che non vede un fallo in un’azione pericolosa del Cesena, e baracca salvata dal numero 16. L’azione si sposta dall’altra parte, un pallone in mezzo che sia di qua sia di là fanno a gara a non stoppare. Daniele sente aria di gol, sente l’aria giusta: gol, abbracci e tutto il resto è noia. Noia per il Cesena che sbatte sul suo muro, lui capitano di un gruppo rivoltato come un calzino da Rudi Garcia. «Voglio solo guerrieri», aveva detto il tecnico. Guerriero De Rossi. Alla fine i compagni gli fanno segno che sì, è il caso di andare sotto il settore dei tifosi della Roma. Ma lui tira dritto, meglio di no. E poi l’ultima volta — con la Fiorentina — dalle sue parti era arrivata un’asta di una bandiera, mica storie.
Fonte: Gazzetta dello Sport