La catena di destra apre la difesa sarda. Così torna il successo
Squadra d’emergenza, modulo d’ordinanza. Così la Roma ha messo il naso fuori dal tunnel (per il resto del corpo si vedrà). Tutto o quasi si può dire del Rudi Garcia di stagione — è innegabile che in generale appaia un po’ appassito rispetto ad un anno fa —, non che abbia smesso di affidarsi al suo modulo — 433, pure se assai elastico — e ai suoi principi:circolazione della palla in stile calcio a 5, improvvise accelerazioni, movimenti in orizzontale in modo da creare superiorità numerica in una particolare zona del campo, ieri la trequarti destra dove stazionava l’anello debole del Cagliari, il terzino brasiliano Avelar. L’idea di calcio di Garcia è rimasta sempre la stessa, anche in questo ultimo mese di brodini, pareggini, eliminazioni, qualche fischio e parecchie critiche. Per dire, aveva destato qualche perplessità l’inserimento di Daniele Verde, 18enne portato in dote dalla Primavera (nemmeno il più bravo, si sussurrava), allora un perfetto sconosciuto, spedito in campo a Palermo, al posto di Iturbe, nel quarto d’ora finale, quando la squadra tentava di vincere la partita. Quasi un mese (e altri 8’ con l’Empoli) dopo, ieri Verde è stato riproposto, addirittura dall’inizio: scelta dettata dalle assenze, ma assai ponderata. E avendolo visto all’opera col cuore più leggero («A Palermo ero molto più teso», ha confidato il ragazzo), si capisce che pure quella della Favorita non fu una mossa azzardata né, probabilmente, un messaggio perché Sabatini intendesse. E a proposito, non può essere un caso nemmeno che in un momento d’emergenza, la prima vera da quando allena la Roma, Garcia si sia affidato ad un ragazzo italiano, cresciuto nel vivaio giallorosso, dandogli un carico di responsabilità che solo in parte è finito pure sulle spalle di Paredes e Sanabria, i giovani e talentuosi sudamericani arrivati grazie ai buoni uffici di Sabatini.
Fonte: Gasport