Rassegna stampa

Mal di Giustizia C’è l’Italia a curare i dolori di Conte

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 09-06-2015 - Ore 07:09

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Mal di Giustizia C’è l’Italia a curare i dolori di Conte

LA GAZZETTA DELLO SPORT – CECCHINI - In fondo, sono le parole ad aiutarci a plasmare la materia dei nostri pensieri. Per questo, ascoltando Antonio Conte, non possiamo uscire dal solco che tracciano questi due concetti chiave: «dolore» (lo ripeterà 4 volte) e «lavoro». Il c.t. della Nazionale in questo momento non è un uomo totalmente sereno. A dispetto della volontà che mette per dissipare le ombre sul suo futuro, le questioni giudiziarie gli chiedono un prezzo alto. Così tanto, forse, da riuscire a mettere persino un po’ la sordina a quella che è stata una sua scommessa d’inizio stagione, clamorosamente e felicemente persa: quella sulla Juve. Ma cominciamo da qui.

SORPRESA JUVE «Sapevo il materiale umano che c’era, così come i dirigenti e la proprietà, non l’ho mai sottovalutata, ma detto questo la Juve ha fatto una grandissima stagione. Ha sorpreso anche me dal punto di vista del raggiungimento della finale. Pensavo che ci arrivasse in due-tre anni, invece hanno accorciato i tempi e sono stati bravi. Merito dei calciatori, di Allegri e della dirigenza. Non voglio entrare in discussione sul sistema. Per la Juventus, come per Napoli, Fiorentina e Torino è stata un’annata positiva. Il calcio italiano negli ultimi anni era stato bistrattato. Spero che si possa tornare ai fasti di un tempo con le italiane presenti in pianta stabile in semifinale e finale. La Juve in particolare è stata grande. In finale poi piccole cose possono spostare l’equilibrio. Poteva succedere anche dopo l’1-1. Ha dimostrato di poter competere, di essere tornata grande». Che a pensarci bene è il vero obiettivo di tutti gli allenatori. «Ogni tecnico è chiamato dalla proprietà e dai tifosi a essere un grande per risultati, perché sappiamo benissimo che alla fine siamo legati esclusivamente a quelli. Non mi sorprende che Garcia e Montella abbiano chiesto chiarezza. Poi quando le cose diventano mediatiche, una virgola fa cambiare un concetto. Ma ogni allenatore ha diritto ad avere chiarezza, così si lavora meglio». E a proposito dei colleghi, questa è la classifica che offre: «Hanno fatto benissimo Allegri e Sarri. Per Maurizio, poi, un campionato sopra le righe, visto che l’Empoli veniva dato per spacciato a causa della rosa che era la stessa della B. Anche il Palermo ha fatto un ottimo campionato con la stessa rosa dell’anno prima. Infine bene anche il Genoa con Gasperini e la Sampdoria».

GIUSTIZIA E FUTURO Ma sul calcio giocato incombe lo spettro della giustizia e del rischio, paventato dai suoi legali, di dimissioni in caso di rinvio a giudizio. Vero? «Periodicamente vengono fuori voci. Io ho dichiarato di voler portare a termine il mio mandato senza problemi, non credo che ogni due mesi debba dire le stesse cose. So che è una strada difficile, ma sono contento. Ho voglia di lavorare. Certo, è una vicenda dolorosa, sono 4 anni che va avanti. Mi auguro che quanto prima si possa chiarire la posizione, ma quando si entra in determinati meccanismi è difficile. Ho avuto anche una perquisizione a casa, che fu l’inizio dell’incubo. Aspetto con fiducia. Su questa vicenda si sono espressi gli avvocati. Ogni volta che esce la storia di Cremona si vede la mia faccia: qualcuno un giorno mi dovrà dare spiegazioni. Io usato? Le riflessioni bisogna farle da soli, ognuno è libero di pensare ciò che vuole. Avere questa pressione può essere uno stimolo? E’ uno stimolo doloroso, la cosa migliore sarebbe quella di lavorare senza. Non mi piace. Sul tema Tavecchio si è espresso (la rapidità della giustizia, ndr). Comunque a me si chiede di lavorare e lo farò duramente per andare all’Europeo. Io poi ho un contratto che scadrà nel 2016, eppure mi sono trovato accostato a diverse squadre. Non mi è venuto in mente di abbandonare la federazione. Ho scelto, resterò fino alla fine». Tant’è che da settembre il c.t. darà vita a un proprio sito internet per dialogare con i tifosi azzurri.

VERSO LA CROAZIA Ora però è tempo di Croazia. «Stiamo lavorando per una grande partita. Dovremo valutare il recupero degli juventini, che hanno avuto un gran dispendio di energie fisiche e nervose. Spero che la Nazionale li carichi. Le partite di fine stagione sono sempre un grande punto interrogativo, ma è un bene che giochiamo contro una squadra forte. Sarebbe stato più problematico affrontarne una di medio o basso livello. Pirlo? Mi auguro che abbia voglia di continuare, conoscendolo ha talmente tanta voglia che non credo pensi di lasciare la Nazionale e andare via dall’Italia, però per esperienza e qualità lo terrò sempre in considerazione». Più o meno la stessa che Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha per il c.t., visto che poche settimane fa gli aveva detto: «Siamo nelle sue mani». E Conte ringrazia così: «È un amante del calcio, e le sue parole mi hanno responsabilizzato molto». Quanto basta perché l’espressione tesa, per un attimo, si distenda in un sorriso. Forse l’unico.

Fonte: LA GAZZETTA DELLO SPORT – CECCHINI

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