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Marchegiani Jr debutta in B con la Spal. Lanciato da Montella ma sedotto e abbandonato dalla Roma

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 21-11-2016 - Ore 22:59

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Marchegiani Jr debutta in B con la Spal. Lanciato da Montella ma sedotto e abbandonato dalla Roma

GAZZAMERCATO.IT - SCHIRA - Buona la prima per Gabriele Marchegiani. Debutto da titolare in Serie B stasera a Trapani per il giovane portiere della Spal, che ha messo le sue manone sull’1-1 finale. Personalità e talento da vendere, sulle orme del padre Luca, storico portiere della Lazio e protagonista ai Mondiali di Usa ’94 con la nazionale. A dividerlo da papà solo il tifo: bandiera laziale il genitore, romanista il figlio. Nel 2009 così Gabriele decide di rifiutare la chiamata dei biancocelesti per approdare in giallorosso. Cresciuto fra il centro federale dell’Acqua Cetosa e le giovanili del Chievo, dove ha disputato le categorie primi calci e esordienti, nella Capitale si è messo in luce con la scuola calcio Futebolclub a Roma Nord. Fisico imponente e una sicurezza fra i pali che impressionano gli addetti ai lavori. A volerlo fortemente a Trigoria è Bruno Conti, che lo affida alle cure di Vincenzo Montella. Con l’Aereoplanino in panchina il feeling è immediato e i giallorossi fa incetta di vittorie nei Giovanissimi. Percorso netto sino alla Primavera, dove nel 2015 firma l’impresa in Youth League contro il City allenato da Vieira. Due rigori parati per griffare il miglior risultato di una italiana nella mini-Champions giovanile. L’anno scorso lo sbarco nei professionisti: in Lega Pro, però, trascorre alla Pistoiese una stagione intera da dodicesimo, chiuso da Iannarilli che sfodera un rendimento altissimo tanto da essere eletto a fine campionato come il miglior portiere della categoria. Le tante panchine convincono così la Roma in estate a cederlo: Marchegiani vola così a Ferrara, dove la Spal gli fa firmare un biennale. Complice l’infortunio di Meret, stasera al Provinciale ha avuto la grande chance di scendere in campo. Nell’impostazione coi piedi e nel richiamare i difensori ricorda in maniera inequivocabile papà Luca. Ora Gabriele vuole continuare a volare da un palo all’altro per arrivare un giorno in Serie A. Senza l’ombra ingromante del genitore-campione, ma solo con le sue capacità. Non chiamatelo figlio di papà…

Fonte: Gazzamercato.it - Schira

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