Rassegna stampa

Marchisio vuole prendere la patente di leader

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 17-11-2015 - Ore 07:49

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Marchisio vuole prendere la patente di leader

CORRIERE DELLA SERA - TOMASELLI - I «vecchi» sono chilometrati. I giovani sono sbarbati. E allora da qui all’Europeo tocca a loro, a quelli della generazione di mezzo che col giusto mix di esperienza ed energia fa spesso la differenza nelle grandi competizioni. Nella sala macchine della nazionale non c’è più Pirlo e chissà se tornerà al suo posto. Non c’è De Rossi, che adesso è infortunato, ma che rischia di restare ai margini del progetto di Antonio Conte. Non c’è nemmeno Verratti, che ha conquistato il c.t. ma si è fatto male nella super sfida di Champions tra il suo Psg e il Real Madrid. Tocca quindi a Claudio Marchisio, dopo anni di nobile apprendistato, diventare il leader del gioco azzurro. Ma anche di quello juventino, dato che a causa di due infortuni, la stagione del Principino non è ancora del tutto decollata. Tra la sfida di stasera con la Romania e quella di sabato contro il Milan devono quindi arrivare segnali forti e chiari: perché il tempo stringe, sia per l’Italia di Conte che vuole arrivare al controllo di qualità in Francia con qualche certezza in più, sia per la Juve di Allegri che ha bisogno di personalità, sul campo e nello spogliatoio, per raddrizzare una stagione nata male. 
Proprio contro il Milan, alla quinta partita della gestione Conte, Marchisio fece una doppietta decisiva e iniziò il suo percorso di crescita, solido e costante. Sono passati quattro anni, ma prima dell’esplosione con il nuovo allenatore, Marchisio non era esattamente al centro della rinascita bianconera. Conte gli ha cucito addosso l’abito perfetto della mezzala nel 3-5-2 e grazie anche alla rinascita di Pirlo e alla consacrazione di Vidal, Claudio è diventato un uomo immagine della sua squadra, nella quale ha cominciato da esordiente. 
Ma adesso serve qualcosa di più, Marchisio deve farsi in fretta la patente da leader. Perché il tempo nel calcio passa molto velocemente — e a gennaio gli anni saranno 30 — le responsabilità aumentano, come l’ingaggio del numero 8 juventino, adeguato col rinnovo del contratto. Nel frattempo, Marchisio ha cambiato sostanzialmente ruolo nella Juve, dove fa il regista e da mezzala ha giocato solo un paio di volte quest’anno. E anche in nazionale, senza il caro vecchio modulo contiano, le scorribande degli ultimi anni — e i tanti gol fatti con i suoi inserimenti, ma anche con le conclusioni da fuori area — sono quasi solo un ricordo. 
Un ricordo ancora vivo è invece quello della vigilia della trasferta di Sofia, a fine marzo, quando l’infortunio di Marchisio — derubricato in poche ore da lesione al crociato a semplice distorsione — divenne un caso nazionale. Dopo quella pagina imbarazzante, lo juventino è tornato in azzurro solo contro il Belgio, venerdì scorso. Giusto in tempo per riaccendere i motori, prendere il volante della nazionale. E dare una doppia accelerata. 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA - TOMASELLI

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