Rassegna stampa

"Nessuno mi costringerà a smettere"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-02-2016 - Ore 07:51

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Com’è il suo umore?

«Alti e bassi. Dopo l’ultima partita non ci aspettavamo questa sconfitta. Abbiamo provato a giocarla a viso aperto, ma di fronte a noi avevamo una squadra di marziani che in qualsiasi momento poteva risolvere la partita».

 

 

Francesco Totti è sempre al centro dell’attenzione: tutti parlano di lei e pontificano. Lei sta in silenzio, cosa pensa?

«Io penso che l’importante è che se ne parli. O bene o male l’importante è che se ne parli. In questo momento fa più male il silenzio che dire qualsiasi cosa che non serve. Io sono un tipo abbastanza chiuso, ascolto medito e al momento giusto quando c’è da parlare parlo. Sono tranquillo e contento di quello che sta succedendo».

 

 

C’è la stima dei grandi campioni come Messi o Zidane.

«C’è solo da ringraziarli e sono gratificato per quello che dicono. Il merito, però, va anche a me perché sul campo ho fatto del mio meglio se gente così importante parla così di un giocatore di un’altra squadra. Questo vuol dire che hai costruito una bella carriera».

 

 

Quanto le fa male la panchina?

«Per un giocatore come me è normale che dispiaccia stare in panchina, ma l’avevo messo in preventivo. Io sono a disposizione del mister quando ha la possibilità e la voglia di farmi giocare sono sempre pronto. Ho sempre dato tanto a questa Roma ed è normale che poi avendoci questa età ho sempre avuto possibilità di giocare, però, io vengo da un infortunio brutto. Da uno-due mesi a questa parte ho recuperato benissimo, perciò è solo una scelta tecnica».

 

 

Fisicamente sta bene?

«Molto bene».

 

 

Cosa è cambiato rispetto a Garcia?

«Stiamo parlando di due allenatori diversi. Come approccio agli allenamenti e alle gare ognuno ha il suo modo di lavorare, io conosco già quello di Spalletti perché ce l’ho avuto tanti anni fa. È un allenamento più intenso rispetto a quello di Garcia, ognuno fa la sua scelta ed è libero di allenarsi più o meno duramente e in base a quello cerchi di scendere in campo sempre al massimo della condizione fisica».

 

 

Potrebe giocare un po’ di più?

«Io non dico questo, ossia che voglio giocare di più. Io sto bene, sono a disposizione, lui fa le scelte, le ho sempre rispettate, sia con lui che con altri allenatori. Se mi dovesse chiamare in causa sono pronto. Io faccio solo il bene della Roma.

 

 

Il bene della Roma perché è la sua unica squadra…

«In questo momento è la mia unica squadra. Poi è normale che io ho ancora voglia di giocare, mi diverto, sto bene fisicamente e lascio tutte le porte aperte. Qualsiasi cosa possa succedere la valuterò».

 

 

Vorrebbe giocare ancora?

«Voglio giocare perché mi sento ancora giocatore. Ho la fortuna che è ancora una passione. Arrivo per primo, vado via per ultimo e quando c’è umiltà e voglia di giocare la mia testa mi dice di continuare e nessuno mi costringerà a smettere».

 

 

Le danno fastidio i commenti del tipo: "Ha 40 anni, è meglio che smette. È meglio se fa il dirigente"?

«Ognuno ha la libertà di dire e pensare quello che vuole. L’ultima parola aspetta sempre a me. So quello che posso dare ancora e come ho detto prima a giugno deciderò il mio futuro».

 

 

Ha ragione Zeman a dire che va gestito meglio?

«Gestirmi meglio sarebbe un bene per tutti, più che altro avere un po’ di rispetto. Rispetto per quello che ho dato a questa società, a questa squadra. Ho cercato sempre di mettere la faccia davanti a tutti i momenti più difficili. Finire la carriera in questo modo mi sembra un po’ brutto. Sia nei miei confronti, ma soprattutto per l’uomo che non merita questo riconoscimento».

 

 

Potrebbe avere una considerazione diversa rispetto a quella avuta nell’ultimo periodo?

«Sì, non sto qui a dire che voglio giocare. Io sto bene, sono a disposizione, mi scade il contratto a giugno e valuterò qualsiasi cosa dovesse uscire. Anche perché così non riesco a starci: sto male io, sta male la gente che mi intorno. Vediamo il futuro cosa ci riserva».

 

 

Con Pallotta ha un ottimo rapporto.

«L’ho visto l’ultima volta due mesi fa prima che partisse per Boston. Abbiamo parlato a 360 gradi, poi siamo rimasti che per la partita del Real sarebbe tornato e avremmo parlato del mio futuro. Io dirò la mia, lui dirà la sua sperando che tutti escano contenti».

 

 

Cosa si aspetta?

«Mi aspetto correttezza e che mi dica la realtà delle cose. Cosa vogliono fare loro, cosa hanno intenzione di fare con me e poi io dirò la mia».

 

 

Quando si parla di Totti dirigente della Roma, ci si vede ma non adesso?

«Più in là si, non so cosa farò da dirigente. Non ci ho pensato. Posso fare allenatore, il secondo, tante altre cose. Spero di rimanere sempre nella Roma. È stato il mio sogno, l’ho sempre detto e lo ribadisco, se le due strade, però non portano allo stesso punto vedremo».

 

 

La battuta dopo il Real al cronista spagnolo?

«Ho fatto una battuta semplicissima. La ragazza mi ha chiesto se poteva farmi qualche domanda e gli ho risposto: "Che ci fa ormai con me?". Tanto non gioco, non faccio nulla, che ci fai? Era una battuta come ne ho fatte 3000. Se ti rode e perché ti rode, se non ridi e perché non ridi, se ridi perché ridi. Appena faccio una cosa sbaglio, quindi io faccio quello che mi sento di fare. Non era una presa in giro ne un riferimento a al presidente o al mister o ad altre persone. Era una battuta alla Francesco Totti».

 

 

Tra un po’ diventerà padre per la terza volta. Le emozioni?

«Sono emozioni differenti da tutte le altre. Emozioni vere che solo un papà può conoscere. Vedere la nascita di un figlio rimarrà per sempre. È il tuo sangue e sono sensazioni positive e molto belle».

 

 

Rispetto alle altre volte?

«Il primo è un’emozione più forte. Il secondo e terzo e grandissima. Ma alla fine è lo stesso. Non c’è differenza, hanno tutti lo stesso amore e c’è la stessa voglia di farli crescere nel migliore dei modi».

 

 

Ilary cosa sta dicendo in questo periodo vedendola così scontento?

«Ho sempre detto che è stata la mia fortuna e non parlo di bellezza. Lei è bella dentro, mi aiuta nei momenti più difficili. Questo per me è un momento particolare difficile da gestire. Fortunatamente avendo lei vicino mi sta dando tanti consigli e mi aiuta a vivere sereno».

 

 

Cosa le dice?

«Solo cose positive. Mi aiuta di testa a stare sereno e tranquillo».

 

 

Oggi è il compleanno di Garcia, lo ricorda?

«Già gli ho mandato gli auguri. Perché ho un rapporto bellissimo con lui».

 

 

Ma cosa è successo?

«È successo che non sono più arrivati i risultati del primo anno, poi purtroppo quando non arrivano i risultati l’unico a pagare dazio è l’allenatore perché non puoi cambiare 20 giocatori. Lui ha avuto sempre un rapporto bellissimo con tutti. È dispiaciuto quasi a tutta la squadra che fosse esonerato. Ci sono momenti della stagione, però, che a volte vanno cambiati».

 

 

Qual è il suo rapporto con Spalletti?

«È un rapporto da "buongiorno e buonasera", un rapporto giocatore e allenatore. Però lo stimo sia come persona che come allenatore e dico alla società Roma di tenerlo in considerazione anche per il futuro perché è un allenatore molto preparato e voglioso determinato a poter vincere con questa squadra».

 

 

Buongiorno e buonasera con un capitano come lei...

«Anche quella è una strada. Io rispetto la sua scelta e mi va bene anche questo rapporto».

 

 

Se lo aspettava così o no?

«No, speravo che mi dicesse in faccia le tante cose lette sui giornali, però, accetto tutto. Non è una critica nei suoi confronti».

 

Fonte: Il tempo

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