Rassegna stampa

"Poteva davvero essere casa mia"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-09-2018 - Ore 08:31

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GAZZETTA - PUGLIESE - È stata la sua unica vera tentazione, l’unica squadra che gli ha fatto pensare di poter lasciare tutto e andar via. Dove quel tutto si chiama Roma, con quel che ne consegue, a partire da quei 25 anni d’amore finali che il 29 maggio 2017 (il giorno del suo addio al calcio) hanno fatto il giro del mondo. E quando domani rimetterà piede al Santiago Bernabeu, anche se da dirigente, Francesco Totti penserà al fatto che quello stadio avrebbe potuto essere il suo. «Nel 2004 ero indeciso, avevo un piede a Roma e uno a Madrid – dice Totti al match program del club –. Il Real ha provato a prendermi in tutti i modi: mi mandarono anche la maglia con il 10 e la scritta Totti per “aiutarmi” a passare con loro. Poi, come sempre, ha prevalso l’amore».

NEL TEMPIO Del resto, la storia che lega Totti al Real è lunga: «Il Bernabeu è uno stadio che può incutere timore, ma anche essere da stimolo. Io ne ho ricordi bellissimi: come la vittoria nel 2002 con un mio gol o lo stadio tutto in piedi ad applaudirmi quando entrai nel 2016. È stato il coronamento della carriera, un giorno indimenticabile. Lì mi hanno sempre trattato con i guanti bianchi. Perez? L’ho incontrato anche a Montecarlo, ai sorteggi. Ogni volta mi fa la stessa battuta, non se ne fa una ragione. E nel 2016 ha voluto la maglia autografata con la scritta “unico giocatore che ha detto no al Real»

I MARZIANI Domani, intanto, servirà serenità per far bene. «E la tranquillità di sentirsi una squadra forte – continua Totti – Speriamo di ripartire dal traguardo dello scorso anno, anche se sappiamo che ripetersi non è facile. Il Real è una squadra di marziani, ma abbiamo il gruppo per metterli in difficoltà. Sono andati via Zidane e Ronaldo, ma non li vedo ridimensionati. Modric meriterebbe il Pallone d’oro, è un extraterrestre, io lo darei a lui e penso lo possa vincere. Anche se non ho ancora capito bene come funziona: contano i trofei o la qualità del singolo giocatore?».

IL FIGLIO Intanto c’è un altro Totti che ha fatto innamorare di lui Madrid ed è il piccolo Cristian, che nei giorni scorsi ha partecipato con la Roma alla Madrid Football Cup, torneo Under 14. Durante una partita Cristian stava per fare gol ma quando ha visto il portiere avversario a terra (dopo essersi scontrato con lui) ha pensato prima di tutto a sincerarsi delle sue condizioni. «Per me era importante sapere che stesse bene, non segnare il gol – ha spiegato – Lui mi ha detto che era felice fossi andato da lui. E l’allenatore alla fine mi ha detto che ho fatto un buon lavoro e che era orgoglioso di me». Il fair play è già da applausi.

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