Rassegna stampa

Riscatto Petagna-Dzeko Quando il gol ha più facce

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 20-11-2016 - Ore 08:29

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Riscatto Petagna-Dzeko Quando il gol ha più facce

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Ci sono storie fatte di sogni e riscatti. Sono storie all’ordine del giorno nel mondo del calcio, dal campetto di periferia di terza categoria alla finale di un Mondiale. Sono storie anche di rivincite, di gol, di spallate ai luoghi comuni e sportellate ai pregiudizi. Storie comuni oggi all’Atleti Azzurri d’Italia, dove in Atalanta-Roma si sfideranno due attaccanti che – per motivi diversi – sembravano aver toccato il fondo e che invece oggi guardano il cielo con rinnovata fiducia. E se c’è un tratto che accomuna Petagna con Dzeko è proprio questo, il riscatto. «Ma Dzeko è un fenomeno, un giocatore fortissimo – ha detto il 21enne nerazzurro un paio di giorni fa a Sky –. Mi piacerebbe scambiarci la maglia a fine gara».

LA DISCESA... Probabilmente succederà. Forse anche perché pochi mesi fa per tutti e due il futuro era davvero buio. Dzeko il punto più basso forse lo ha toccato proprio a Bergamo, il 17 aprile, quando si divorò un gol a porta vuota nel primo tempo e a fine gara fallì il 4-3 in extremis. Petagna, invece, da Bergamo ha ripreso a volare, tornando a cullare quei sogni che viveva in rossonero, al Milan, quando Galliani anticipò tutti, ad iniziare proprio dall’Atalanta, che lo seguiva fin da bambino. Sogni che a inizio stagione sembravano ancora lì, riposti in un cassetto, visto che il precampionato era stato duro e all’orizzonte Paloschi (costato 6 milioni di euro) sembrava inattaccabile. Petagna era la terza opzione, dietro anche Pinilla. Oggi è titolare inamovibile. Proprio come Dzeko, che offre a Spalletti la possibilità di modulare in campo le soluzioni. «Anche se nell’espulsione rimediata con la Bosnia ha fatto vedere che il suo tallone d’Achille è ancora questo – ha detto l’allenatore –: deve ancora imparare qualcosa in questo senso, nel saper scegliere l’atteggiamento e il momento».

... E LA RISALITA Dzeko e Petagna oggi saranno comunque lì, a guidare i rispettivi attacchi. Centravanti simili tra di loro ma anche molto diversi. Di posizione Petagna, più mobile Dzeko. In comunque hanno una stazza fisica imponente e piedi eleganti per la propria conformazione fisica. Dzeko però accorcia di più e partecipa maggiormente alla manovra (come dimostrano le verticalizzazioni, 5,83 di media a gara contro 1,50 per Petagna), oltre ad aiutare di più sui palloni sporchi (2,25 sponde a gara contro 0,63 e 3,33 spizzate contro una). Petagna, invece, recupera più palloni (2,88 contro 1,83) e crea più occasioni per i compagni (1,63 contro 1,33 e 0,25 assist a gara, per il bosniaco 0,17). In più l’atalantino è più preciso in fase di realizzazione, anche se di gol ne ha segnati molto meno (3 contro 10, ma giocando quasi la metà dei minuti di Edin). Una bella sfida, per due giocatori che sembravano non rialzarsi più.

LA SFIDA E invece sono lì, tra i volti più belli della nostra Serie A. Petagna è dimagrito 4 chili, ha messo più forza nelle gambe ed è su di giri anche per la convocazione azzurra («Un premio, ringrazio Gasperini che mi ha dato fiducia, indicandomi le cose dove dovevo migliorare»), Dzeko vuole mettersi alle spalle la seconda espulsione della carriera (tutte e due nel 2016) e guidare la Roma nella rincorsa alla Juventus. La seconda stagione in un club per lui è sempre la migliore e vuole confermare anche quest’anno la tendenza. Magari cancellando anche gli errori della scorsa stagione di Bergamo. Petagna, invece, i suoi errori del passato li ha già messi da parte e oggi si gode il presente. «Ognuno deve fare il suo percorso, io ho fatto il mio». Rischiando anche di abbandonare il calcio giocato per poi riscattarsi. Proprio come Dzeko. Appunto.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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