Rassegna stampa

Sì, è l’Italia di Conte

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 14-10-2015 - Ore 07:49

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Sì, è l’Italia di Conte

GAZZETTA DELLO SPORT - LICARI - Adesso si può dire: questa è sempre più l’Italia di Conte. Aggressiva fino all’os­ sessione, in cerca del successo dal pri­ mo al novantesimo, stabilmente nella metà campo di una Norvegia formula «un tiro un gol», irriducibile nel capovolgere uno 0­1 quasi casuale. Anche spettacolare, se rileggia­ mo la decina di occasioni e, nel finale, l’1­1 di Flo­ renzi e soprattutto il 2­1 di Pellè. Lo stesso pari sa­ rebbe stato una beffa. Scandinavi ai playoff, Croa­ zia subito in Francia. Per noi primo posto nel grup­ po, sfilata di partite di qualificazione senza sconfitte che si allunga a 50, ennesima dimostra­ zione di trasformismo tattico con il passaggio vin­ cente dal 3­5­2 al 4­2­4. Sarebbe stata una serata perfetta se da Belgio­Israele, a lungo in bilico, fosse arrivata la notizia di un incredibile pari. Invece ad Hazard e compagni è riuscito il sorpasso: Italia in seconda fascia. Non è il caso di far drammi. Forse abbiamo trovato la Nazionale che cercavamo, Pellè è un centravanti europeo, Florenzi, se in condizio­ ne, un esterno inarrestabile. E dal Canada è torna­ to un altro Giovinco. Di sicuro, nessuna delle teste di serie avrà il piacere di affrontarci.
4-2-4 DECISIVO Non era stato casuale il 3­1 in Azerbaigian. E probabilmente il 4­2­4 che ha con­ quistato Baku è un sistema che si presta a questa Nazionale. Sarà una coincidenza, ma tutto succede proprio quando, al 27’ della ripresa, fuori Barzagli dentro Candreva, si passa al 4­2­4. Non che il 3­5­2 sia andato male: somiglia a quello juventino, ma gli interpreti, soprattutto a centrocampo, non sono gli stessi. Montolivo non è Pirlo e alterna qualche in­ venzione a solite lentezze. Neanche Soriano e Flo­ renzi hanno i numeri di Vidal e Pogba. Quello che manca in creatività al centro, però, viene compen­ sato dal gran lavoro sulle fasce, soprattutto la de­ stra, dove l’asse Darmian­Florenzi macina chilo­ metri e cross: sfortuna, imprecisione, la palla non vuole entrare anche se Pellè urla al quasi­gol più volte. L’area è affollata come la metro all’ora punta. Ma niente da fare.
FLORENZI E GIOVINCO Quel Florenzi scatenato suggerisce allora a Conte la trasformazione in 2­4, aggiungendo Candreva e poi Giovinco (al po­ sto di Eder meno convincente). Il romanista non è più una mezzala, ma un esterno: sarà bene farsene una ragione. Ha tutti i numeri per sfondare. L’Italia si riassesta così, con la diga Soriano­Bertolacci da­ vanti alla difesa, e con quei quattro davanti. Mon­ tolivo, come Pirlo, non potrebbe affrontare il nuo­ vo modulo per il quale servono mediani rapidi potenti. La Norvegia crolla sotto una combinazione di velocità e tecnica. Giovinco fa ammattire i lunga­ gnoni norvegesi, Florenzi è un treno, Candreva sinistra dà equilibrio, e in mezzo c’è Pellè che non spreca una palla aprendo spazi a tutti quelli che arrivano in velocità. Due azioni­spettacolo: prima Florenzi (28’ s.t.), poi Pellè (37’ s.t.) fissano il 2­1 inequivocabile. Sono le risposte tanto attese. Sono la conferma che a Baku è cominciata un’altra Italia.
POCA NORVEGIA MA… A chi volesse frenare po’ gli entusiasmi, perché la Norvegia si rivela ben poca cosa, è bene ricordare che il successo era l’unico risultato utile agli scandinavi per evitare gli spareggi. Il fatto che siano riusciti raramente a su­ perare la trequarti, e che l’1­0 sia arrivato nell’uni­ co tiro in porta, su azione in probabile fuorigioco, aumenta i meriti degli azzurri. C’era un solo modo per squarciare la doppia barriera eretta davanti a Nyland, due linee strettissime e compatte con Hen­ riksen e Soderlund a lottare soli e invano contro la cerniera juventina Barzagli­Bonucci­Chiellini: at­ taccare, attaccare, attaccare. Anche quando sem­ bra una di quelle serate stregate, nelle quali potre­ sti trovarti sul 3­0 dopo un quarto d’ora e invece sei costretto a inseguire la rete di Tettey (23’ p.t.). Con­ te si vede anche qui: non c’è un momento di flessio­ ne, un crollo psicologico, ma si riparte a testa bas­ sa. C’è l’impressione che qualcosa succederà, pri­ ma o poi.
TRASFORMAZIONE E’ come se all’improvviso, do­ po oltre un anno di lavoro, fosse stato finalmente assimilato e poi messo in campo il progetto Con­ te. La Norvegia, per esempio, era reduce da tre successi consecutivi e quattro partite senza subire gol. L’Azerbaigian non per­ deva più. Non sono Germania e Spagna, ma in tutti i gruppi s’è capito che le di­ stanze tra grandi e piccole si sono ridotte. Non ha la miglior generazione della sua storia, que­ sta Italia, ma c’è organizzazione tattica: si cam­ bia modulo facilmente, i sostituti (ancora Gio­ vinco) possono fare meglio dei titolari. Belgio e Romania servono per nuove risposte, poi a marzo addirittura Spagna e Germania per capire il nostro effettivo valore. Dalle quali­ ficazioni europee non emerge un favoritis­ simo, nessuno ha travolto gli avversari, esclusa forse l’Inghilterra inserita in un gruppo non terribile. C’è quindi spazio per inserirsi. Recupe­ rando Marchisio, Pirlo, Verratti e De Rossi, speran­ do che Berardi sia pronto per il grande salto e che resti lo spirito di Conte, si può sognare a bassissima voce. 

Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT - LICARI

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