Sì, è l’Italia di Conte

GAZZETTA DELLO SPORT - LICARI - Adesso si può dire: questa è sempre più l’Italia di Conte. Aggressiva fino all’os sessione, in cerca del successo dal pri mo al novantesimo, stabilmente nella metà campo di una Norvegia formula «un tiro un gol», irriducibile nel capovolgere uno 01 quasi casuale. Anche spettacolare, se rileggia mo la decina di occasioni e, nel finale, l’11 di Flo renzi e soprattutto il 21 di Pellè. Lo stesso pari sa rebbe stato una beffa. Scandinavi ai playoff, Croa zia subito in Francia. Per noi primo posto nel grup po, sfilata di partite di qualificazione senza sconfitte che si allunga a 50, ennesima dimostra zione di trasformismo tattico con il passaggio vin cente dal 352 al 424. Sarebbe stata una serata perfetta se da BelgioIsraele, a lungo in bilico, fosse arrivata la notizia di un incredibile pari. Invece ad Hazard e compagni è riuscito il sorpasso: Italia in seconda fascia. Non è il caso di far drammi. Forse abbiamo trovato la Nazionale che cercavamo, Pellè è un centravanti europeo, Florenzi, se in condizio ne, un esterno inarrestabile. E dal Canada è torna to un altro Giovinco. Di sicuro, nessuna delle teste di serie avrà il piacere di affrontarci.
4-2-4 DECISIVO Non era stato casuale il 31 in Azerbaigian. E probabilmente il 424 che ha con quistato Baku è un sistema che si presta a questa Nazionale. Sarà una coincidenza, ma tutto succede proprio quando, al 27’ della ripresa, fuori Barzagli dentro Candreva, si passa al 424. Non che il 352 sia andato male: somiglia a quello juventino, ma gli interpreti, soprattutto a centrocampo, non sono gli stessi. Montolivo non è Pirlo e alterna qualche in venzione a solite lentezze. Neanche Soriano e Flo renzi hanno i numeri di Vidal e Pogba. Quello che manca in creatività al centro, però, viene compen sato dal gran lavoro sulle fasce, soprattutto la de stra, dove l’asse DarmianFlorenzi macina chilo metri e cross: sfortuna, imprecisione, la palla non vuole entrare anche se Pellè urla al quasigol più volte. L’area è affollata come la metro all’ora punta. Ma niente da fare.
FLORENZI E GIOVINCO Quel Florenzi scatenato suggerisce allora a Conte la trasformazione in 24, aggiungendo Candreva e poi Giovinco (al po sto di Eder meno convincente). Il romanista non è più una mezzala, ma un esterno: sarà bene farsene una ragione. Ha tutti i numeri per sfondare. L’Italia si riassesta così, con la diga SorianoBertolacci da vanti alla difesa, e con quei quattro davanti. Mon tolivo, come Pirlo, non potrebbe affrontare il nuo vo modulo per il quale servono mediani rapidi potenti. La Norvegia crolla sotto una combinazione di velocità e tecnica. Giovinco fa ammattire i lunga gnoni norvegesi, Florenzi è un treno, Candreva sinistra dà equilibrio, e in mezzo c’è Pellè che non spreca una palla aprendo spazi a tutti quelli che arrivano in velocità. Due azionispettacolo: prima Florenzi (28’ s.t.), poi Pellè (37’ s.t.) fissano il 21 inequivocabile. Sono le risposte tanto attese. Sono la conferma che a Baku è cominciata un’altra Italia.
POCA NORVEGIA MA… A chi volesse frenare po’ gli entusiasmi, perché la Norvegia si rivela ben poca cosa, è bene ricordare che il successo era l’unico risultato utile agli scandinavi per evitare gli spareggi. Il fatto che siano riusciti raramente a su perare la trequarti, e che l’10 sia arrivato nell’uni co tiro in porta, su azione in probabile fuorigioco, aumenta i meriti degli azzurri. C’era un solo modo per squarciare la doppia barriera eretta davanti a Nyland, due linee strettissime e compatte con Hen riksen e Soderlund a lottare soli e invano contro la cerniera juventina BarzagliBonucciChiellini: at taccare, attaccare, attaccare. Anche quando sem bra una di quelle serate stregate, nelle quali potre sti trovarti sul 30 dopo un quarto d’ora e invece sei costretto a inseguire la rete di Tettey (23’ p.t.). Con te si vede anche qui: non c’è un momento di flessio ne, un crollo psicologico, ma si riparte a testa bas sa. C’è l’impressione che qualcosa succederà, pri ma o poi.
TRASFORMAZIONE E’ come se all’improvviso, do po oltre un anno di lavoro, fosse stato finalmente assimilato e poi messo in campo il progetto Con te. La Norvegia, per esempio, era reduce da tre successi consecutivi e quattro partite senza subire gol. L’Azerbaigian non per deva più. Non sono Germania e Spagna, ma in tutti i gruppi s’è capito che le di stanze tra grandi e piccole si sono ridotte. Non ha la miglior generazione della sua storia, que sta Italia, ma c’è organizzazione tattica: si cam bia modulo facilmente, i sostituti (ancora Gio vinco) possono fare meglio dei titolari. Belgio e Romania servono per nuove risposte, poi a marzo addirittura Spagna e Germania per capire il nostro effettivo valore. Dalle quali ficazioni europee non emerge un favoritis simo, nessuno ha travolto gli avversari, esclusa forse l’Inghilterra inserita in un gruppo non terribile. C’è quindi spazio per inserirsi. Recupe rando Marchisio, Pirlo, Verratti e De Rossi, speran do che Berardi sia pronto per il grande salto e che resti lo spirito di Conte, si può sognare a bassissima voce.
Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT - LICARI