Rassegna stampa

Tacopina: «Orgoglioso di essere qui. Ora riporto il Bologna in paradiso»

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 15-10-2014 - Ore 09:23

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Tacopina: «Orgoglioso di essere qui. Ora riporto il Bologna in paradiso»

Tacopina, alla fine ce l’ha fatta.
«Sì, ci siamo, è fatta. Sarà un onore essere il terzo presidente straniero del Bologna dopo Rauch e Arnstein».


Fino al closing di oggi, i tifosi hanno avuto sempre paura che potesse succedere qualcosa di brutto.
«L’unica cosa che succederà è: verseremo i soldi pattuiti, che sono già in Italia. E manterrò la mia promessa».


Ci sono altri investitori con lei?
«Io sono il primo investitore. Non sono solo uno che mette assieme i futuri soci. Metto soldi miei nel club, mi sono dimesso da vice presidente della Roma per dedicarmi al Bologna. Ci metterò tutto me stesso. Queste sono garanzie per i tifosi. Credo in questo progetto, siamo un grande gruppo di investitori sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista delle idee».

Il più importante tra loro è Joey Saputo?

«Saputo lo conoscete già molto bene, è un grande amico e un grande businessman. Ma abbiamo altri grandi investitori, uomini di alto profilo che preferiscono ora non avere la pubblicità sui giornali. So che gran parte dei tifosi del Bologna credono in noi: ho apprezzato lo striscione “We want Joe” allo stadio, sento il supporto dei tifosi e non lo lascerò cadere nel vuoto».


Nelle scorse settimane, Zanetti ha detto che con lei non vuole parlarci.
«Noi non abbiamo mai detto nulla di male su di lui, onestamente non ho compreso le sue pungenti dichiarazioni. In ogni caso, abbiamo seguito il suo consiglio: abbiamo messo i soldi e comprato il Bologna».

Eppure dieci giorni fa sembrava tutto finito per voi. Cos’è accaduto?
«Non ci siamo mai arresi, mi sentivo tradito e quando ho saputo la brutta notizia, in aereo, mi sono subito messo al lavoro per capire come fare. Ho promesso ai miei partner che non avrei mollato. Ho capito che c’era spazio per trattare ancora e ho studiato una nuova proposta. A un certo punto ho compreso che i soci del Bologna avevano iniziato a considerarci credibili, e non volevano vendere il club a uno che non avrebbe dato loro un solo euro».


Quale Bologna si immagina per il futuro?
«Il primo obiettivo è tornare in serie A. Bologna deve stare in serie A. Immaginate la Premier League senza l’Arsenal o l’Aston Villa? Una volta risaliti, dobbiamo consolidare la nostra posizione nelle prime dieci, perché il secondo step sarà quello di diventare un club che lotta stabilmente per qualificarsi alle coppe europee. Ho grande rispetto per l’Udinese, il Torino, la Fiorentina, ma il Bologna non ha nulla di meno rispetto a questi club. Ricostruiremo l’orgoglio del Bologna Fc, uno dei più importanti club del calcio italiano».


Il piano è ambizioso. È sicuro di essere in grado di realizzarlo?
«Ci serviranno tempo e pazienza. Durante i miei primi anni alla Roma, molta gente era scettica riguardo alle nostre possibilità di farcela. Ma né io né i soci abbiamo mollato. Loro hanno continuato a investire, anche tra le critiche, e oggi la Roma è la seconda forza del campionato e con il progetto del nuovo stadio».

Perché ha deciso di lasciare la Roma?
«Perché ho deciso di seguire il mio sogno, il mio desiderio di realizzare un grande progetto a Bologna. Era lo stesso desiderio del 2008. Amo questa città e i bolognesi».


C’è il rischio che il Bologna diventi quasi una società satellite della Roma?
«Il Bologna è il Bologna, non è satellite di nessuno. A Roma ho lasciato buoni amici, potrebbe esserci l’opportunità di collaborare. Ma niente di più».


Guaraldi rimarrà nel consiglio o coinvolto nel Bologna?
«Ha deciso di lasciare la società, vorrei ringraziarlo perché ha scelto noi e ci ha aiutato a concludere l’affare. Bisogna dargliene atto».


Parlando di calcio: per la gestione dell’area sportiva di parla di Claudio Fenucci e Pantaleo Corvino.
«Fenucci è un amico, Corvino è una figura di enorme prestigio del calcio italiano. Ma è prematuro discuterne ora. Posso solo assicurare che ogni posizione sarà affidata a profili di alto livello».

L’attuale ds Fusco e il tecnico Lopez rischiano?
«Sosteniamo il loro lavoro. Il Bologna sta disputando una buona stagione, è fondamentale tornare in serie A».


Siete pronti a tornare sul mercato in gennaio?
«Siamo pronti a fare qualsiasi cosa necessaria per tornare in serie A. Anche sul mercato».


Per lo stadio quale tempistica vi siete dati?
«Il prima possibile. Il sostegno e la fiducia del sindaco e della città ci spinge a fare in fretta. Parleremo con le realtà locali e con i costruttori per avere un quadro chiaro delle dinamiche per lo stadio. Bologna avrà una casa splendida per il calcio».

Quanto costerà questa splendida casa?
«Difficile da dire ora, posso immaginare circa 60 milioni».


Non sarà facile rientrare di tutti questi soldi.
«Lei crede? Io sono certo che i tifosi saranno entusiasti, ho visto cosa può fare la gente di Bologna. In questo mese mi hanno spedito centinaia di email, mi hanno fatto capire quanto amano il club. Con Baggio nella squadra, ci furono trenta mila abbonati. Dobbiamo dargli uno spettacolo all’altezza, coinvolgerli, appassionarli. C’è chi dice che il Bologna non tornerà più a essere un club importante. Chi dice questo si sbaglia».


Crede che il Bologna debba avere un nuovo centro tecnico?
«Siamo a Casteldebole da anni, parleremo con la famiglia Marchesini per valutare la nostra collaborazione nella attuale struttura».


E l’area a Granarolo?
«È una risorsa della società, studieremo come valorizzarla».

Quindi, Tacopina, davvero non c’è nulla che la spaventa in quest’avventura?
«No. È un nuovo capitolo della mia vita, farò probabilmente qualche errore ma i tifosi devono sapere che darò tutto me stesso per il Bologna. Sarò e saremo tutti chiari e trasparenti».


Sabato sarà al Dall’Ara per vedere Bologna-Varese?
«Certo, non vedo l’ora. Sono stato travolto dall’affetto della città. Ho lavorato duro per chiudere questo affare, ora è il momento di camminare insieme alla gente rossoblù».

Fonte: Corriere di Bologna

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