Rassegna stampa

Tommasi: “Il calcio è parte del paese, serve sicurezza”

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 30-04-2020 - Ore 10:22

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Tommasi: “Il calcio è parte del paese, serve sicurezza”

IL MANIFESTO - Nel dibattito che ha coinvolto le varie fazioni del calcio italiano sull’eventuale ripresa delle attività, spesso la posizione dell’Aic, rappresentata dal suo presidente Damiano Tommasi, è stata in contrapposizione con le idee di club e federazioni che spingevano per un ritorno in campo. Sull’argomento allenamenti però, sembrano tutti d’accordo sul voler riprendere, rispettando ovviamente la sicurezza di tutti i calciatori. L’ex centrocampista della Roma e della Nazionale ha parlato di questi temi. Di seguito, le sue dichiarazioni:

Per l’Aic il calcio deve ripartire o no?

Sugli allenamenti siamo tutti dalla stessa parte: vogliamo che avvengano in sicurezza. La nostra richiesta è renderli possibili in forma individuale anche per gli sport di squadra. Serve un protocollo ad hoc, come quello che seguono gli atleti di sport individuali, da applicare almeno per le prossime settimane. Così si potrebbe arrivare al 18 maggio, quando dovrebbero ricominciare gli allenamenti in squadra, avendo fatto individualmente una parte del lavoro presso i centri sportivi. Questa richiesta di valutazione è al vaglio. Il comitato scientifico non ha ancora validato il protocollo del 18 e visto che l’allenamento individuale ha meno vincoli speriamo di poter fare almeno quell’attività sul campo sportivo.

E il campionato?

Per il momento non se ne sta parlando. Sicuramente l’orizzonte temporale non è quello che tutti speravamo. Ci sono pochi mesi davanti.

Continuano a scarseggiare i tamponi e per ricominciare a giocare bisognerebbe usarne un bel po’ per la Serie A. Ha senso?

È una delle condizioni che hanno chiesto anche i giocatori, con tutto il mondo del calcio. La sicurezza deve inserirsi nel contesto paese. Soprattutto in alcune regioni è doveroso che nel caso in cui ci sia la possibilità di fare attività sportiva con i test, come da protocollo eventualmente approvato, ciò dovrà avvenire sapendo che si è in Italia, in Lombardia, in emergenza e non ci si può permettere di creare ulteriori tensioni.

Fonte: IL MANIFESTO

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