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Antonio Dal Cin chiede al Capo di Stato giustizia per le vittime amianto

condividi su facebook condividi su twitter 30-03-2018

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Antonio Dal Cin chiede al Capo di Stato giustizia per le vittime amianto

L’Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il suo coordinatore nazionale, Antonio Dal Cin, eroe della lotta contro l’amianto, vivo per miracolo ma invalido al 100% a causa di asbestosi pleurica riconosciuta come causa di servizio e vittima del dovere, lancia un accorato appello al Capo dello Stato, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera e al Presidente del Consiglio perché venga sanato lo scandalo del licenziamento del Sig. Nino Pulitanò, allontanato / licenziato perché ha chiesto la bonifica del deposito di Via Mercalli a Reggio Calabria, ove vi era la presenza di amianto.

Di seguito la lettera di Antonio:

Preg.mo Sig. Presidente della Repubblica,

sono l’ex appuntato della Guardia di Finanza Antonio Dal Cin, ammalato di asbestosi pleurica, totalmente inabile, con riconoscimento di causa di servizio e vittima del dovere, e ora Le scrivo dal mio luogo di malattia sperando di poterla raggiungere e spezzare una lancia per Antonino Pulitanò, come peraltro già richiesto dall’Avv. Ezio Bonanni, nostro presidente nazionale.

L’ONA infatti ha già richiesto l’immediato reintegro del Sig. Nino Pulitanò, licenziato perché in qualità di responsabile della sicurezza e fratello di un altro ferroviere deceduto per malattia di amianto, aveva chiesto la rimozione dei materiali di amianto, cosa che non è andata giù a Trenitalia, che lo ha licenziato.

I fatti dimostrano che, purtroppo, Nino Pulitanò aveva ed ha ragione, bastano i dati del ReNaM a dimostrare che vi è in atto un fenomeno epidemico di patologie asbesto correlate tra i ferrovieri e che pertanto non possono essere tollerati questi comportamenti illeciti, come quello di aver allontanato dal lavoro questo scrupoloso rappresentante della sicurezza, che è quindi stato un martire ingiustamente licenziato.

Come lei ben sa, le cause vanno avanti per anni e nel frattempo questo lavoratore si trova privo di retribuzione, schiacciato dal peso insopportabile dell’ingiustizia perpetrata da un’azienda pubblica.

Chiedo quindi a Lei, Sig., Presidente della Repubblica, di intervenire per arrestare questa attività illecita e ingiusta nei confronti del Sig. Antonino Pulitanò, con l’auspicio che la Magistratura possa fare al più presto il suo corso, anche per rendere giustizia alle migliaia di ferrovieri morti per patologie asbesto correlate (più di 500 casi di mesotelioma).

Confido in Lei, Sig., Presidente della Repubblica, perché in qualità di sommo garante della Costituzione possa ristabilire quella condizione di dignità del lavoro contro coloro che espongono i lavoratori ad amianto provandone malattie e morte e lo scrivente è un testimone vivente di questa situazione perché ha svolto attività di servizio nella Guardia di Finanza, in luoghi attigui alla presenza di carrozze ferroviarie con amianto e ciò ha determinato l’insorgenza di un’asbestosi pleurica mortale.

Spero che prima di morire si possa quantomeno sanare una condizione di rischio, da evitare per impedire che altri possano soffrire le mie stesse pene con la lucida consapevolezza di dover morire per l’incuria e il comportamento criminale di chi calpesta la nostra Costituzione,

Mi rattrista vedere che un onesto lavoratore e rappresentate della sicurezza, per aver chiesto il rispetto della sacralità della vita umana contro il killer amianto, debba essere addirittura licenziato da un’azienda di Stato.

Spero in Lei, Sig., Presidente della Repubblica, l’Italia degli onesti spera in Lei.

 

Antonio Dal Cin

Vittima di asbestosi

Coordinatore nazionale Osservatorio Nazionale Amianto

Fonte: Ufficio stampa ONA

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