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Argiano, 5 secoli di eccellenza marchiati d'oro da tradizione e cuore

condividi su facebook condividi su twitter 16-08-2016

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Argiano, 5 secoli di eccellenza marchiati d'oro da tradizione e cuore

(Francesca Ceci) Fondata in epoca rinascimentale dalla famiglia Pecci, della nobiltà senese, Argiano è una delle più antiche tenute e cantine del territorio di Montalcino e si attesta fra i maggiori produttori di Brunello – circa 120 mila bottiglie all’anno – e Rosso di Montalcino. Tra i nomi storici più noti all’estero, non solo per la figura di “dandy del vino” dell’ex proprietario Gelasio Gaetani-Lovatelli D’Aragona, dal 1992 diventa proprietà della contessa Noemi Marone Cinzano che apre alla collaborazione con l’enologo di fama mondiale Giacomo Tachis, sodalizio che porterà alla nascita del supertuscan Solengo fino al 2013 quando passa di mano a un gruppo di imprenditori brasiliani.

 

Una storia lunga ben 5 secoli che persino Giosuè Carducci volle omaggiare con i suoi versi "Nella quale asprezza mi tersi col vin d’Argiano, il quale è molto buono", stregato dai sapori e dalla magia di un luogo che ha mantenuto intatto il suo fascino.

 

Abbiamo avuto il piacere di incontrare Bernardino Sani, giovane e talentuoso direttore della Tenuta, che all'interno di una piacevole e lunga chiacchierata ci ha svelato i segreti di una storia lunga 5 secoli e le tante iniziative in programma per il futuro, destinate a fare di Argiano una realtà senza tempo, capace di migliorare negli anni. Esattamente come il buon vino.

Per raccontare la storia di Argiano bisogna tornare indietro nel tempo, tra il 1580 e il 1596, quando la storia di Argiano si intreccia con quella della nobile famiglia senesi dei Pecci. Poi cosa succede?

La storia di Argiano inizia ancora prima: si narra che in queste terre si trovasse l’Ara Jani, il leggendario tempio in onore del dio Giano e nel Medioevo pare che la famiglia Tolomei edificò quello che oggi è il Castello di Argiano, la torre che si trova qua sotto e quindi parliamo del 1250. Nel XVI secolo ci fu la famiglia Pecci che fece erigere questa villa molto particolare perchè era in stile rinascimentale, cosa che non si vede in zona, Montalcino ad esempio è tipicamente medioevale, Argiano invece ha questa particolarità che la diversifica da tutta la zona circostante. La Famiglia Pecci fece erigere questa villa che era una sorta di fattoria fortificata, facevano vino quindi la tradizione enologica di Argiano parte dal 1580 circa, ancora non Brunello perchè non era stato ancora inventato come vino, ma vino in generale, c'era una cantina che tuttora usiamo per l'affinamento dei nostri vini già in uso all'epoca, poi ci vivevano tantissime famiglie che producevano vino, cereali, olio e si dedicavano all'allevamento di animali. Negli anni, la proprietà passo di mano varie volte, fino al XVII secolo quando arrivò la contessa Ersilia Caetani Lovatelli che diede un'anima alla struttura, fu una persona di grande sensibilità, spessore e una ottima imprenditrice, arrivò ad avere una proprietà di quasi duemila ettari, migliaia di ettari, una fattoria, una realtà così importante che anche Carducci volle dedicargli dei versi.

A proposito di Carducci,  una investitura letteraria di tutto rispetto...

Sì, quello che succedeva all'epoca è che non c'erano così tante realtà vinicole, oggi solo a Montalcino si contano circa 240 aziende, prima le aziende erano 20, 30 e quelle producevano vino già riconosciuto, il Carducci sia per amore del vino che per amicizia con la contessa dedicò dei versi ad Argiano, uno speciale imprimatur da parte del poeta. Il Brunello come vino nasce nel 1855 circa, quando Ferruccio Biondi Santi si mise a selezionare dei cloni particolari di sangiovese detto sangiovese grosso e iniziò a fare questo vino sangiovese in purezza dal lungo affinamento in legno, di lì nacque il Brunello e un piccolo numero di aziende seguirono Biondi Santi nella produzione e tra queste c'era Argiano.

Il vino buono genera economia, i numeri rappresentano un vero e proprio giro d'affari che si attesta su cifre sempre in crescita. L'estate 2016 premia l'agriturismo come meta scelta dagli italiani. Argiano, oltre a rappresentare una eccellenza vicinicola italiana, può vantare la presenza dell'agriturismo Posta L'orciaia, una struttura adiacente alla villa unica nel suo genere. Cosa nasce da questo mix?

La particolarità di avere un agriturismo dentro a una azienda vinicola è proprio questa: sapere unire le due realtà offrendo una soluzione un po' diversa. Di vini buoni nel mondo ce ne sono milioni, tutti più o meno in tutte le zone del mondo sanno fare vino buono, quindi ad esempio la particolarità per uno di New York che beve il Brunello di Argiano è sì quella di bere un bel bicchiere di vino, ma il sogno è potere visitare il posto dove questo vino viene fatto. Avere un agriturismo accanto all'azienda vinicola ti permette di farlo. Avere un grande territorio alle spalle, la possibilità di vivere una esperienza dentro alla cantina, è il nostro punto di forza per raccontare la "storia" del vino e della nostra tradizione.

Qual è l'identikit dell'ospite che viene ad Argiano?

Il nostro pubblico è in prevalenza nord americano, brasiliano e nord europeo, vengono ad Argiano con la voglia di capire meglio i vini, la lavorazione del vino, far visita in tutte le cantine del territorio di Montalcino. Ci sono anche tanti ospiti dall'Italia che però vengono qui per rilassarsi, l'italiano viene per trascorrere due giorni di relax, l'ospite straniero viene con l'idea precisa di capire cosa c'è dietro al vino e degustare.

Ci avviciniamo a settembre: la vendemmia è il momento in cui l’azienda si anima di un lavoro incessante. Cosa succede ad Argiano?

Settembre per tutti noi è ovviamente la stagione più impegnativa, in quel momento diamo il 100% della nostra attenzione, delle nostre energie e del nostro cuore per fare il miglior vino possibile. 

Quali sono i prossimi eventi in programma?

A fine vendemmia ci sarà una festa, una serata speciale dedicata ai nostri clienti, ai giornalisti, sommelier, agli addetti ai lavori, per spiegare i nostri nuovi progetti che sono tanti: ad esempio ti anticipo che stiamo per ristrutturare la villa. Poi una particolarità: un miliardario brasiliano festeggerà qui il suo sessantesimo compleanno, verrà con 60 amici a farsi il suo vino personale, farà una piccola vendemmia, poi selezioneremo una partita di vino con un affinamento particolare.

Argiano è un ambiente molto vivo, animato dalle storie delle persone che fanno tappa qui: c'è un aneddoto in particolare che puoi raccontarmi?

Ne avrei tantissimi, molte delle persone che sono venute qui sono diventati clienti affezionati, ma se devo sceglierne uno in particolare ti racconto di quando venne niente poco di meno che Rothschild, il capostipite, era venuto in incognito, io ero all'estero e nessuno lo sapeva, venne qui, capirono che era un signore particolare, perchè venne con sicurezza e una schiera di maggiordomi al seguito, lo ritrovarono il giorno dopo con il nostro cantiniere e la scena fu meravigliosa: Rothschild che cercava di capire tutto sulla lavorazione del vino e il cantiniere che in toscano gli diceva: "non ci capisci niente, sei duro a capire eh". Immagina la scena!

Le bellezze artistiche della Toscana sono un orgoglio italiano in tutto il mondo, Qui ad Argiano si respira aria di casa: quanto è importante mantenere le singole identità e tradizioni che nelle città si è un po' persa. Io stessa ieri sera tornando ho alzato gli occhi e ho visto un cielo pieno di stelle, a Roma non mi capitava da tanto.

E' importantissimo. Anche io per lavoro viaggio tanto, abbiamo 55 paesi in cui vendiamo il vino e quindi tutti i mesi si va a visitare, mi accorgo che le grandi città per quanto sempre più belle tendono a somigliarsi tutte: Parigi, Mosca, Londra, Milano, Roma fortunatamente meno, sono realtà di grandissimo livello dove tutto standardizzato è al top per chi se lo può permettere, ma a volte il prezzo da pagare è lasciare dietro la singola identità, più semplici, invece un territorio come il nostro che da nord a sud è completamente diverso, per storia e tradizione, è un patrimonio da non sperperare. Chi viene in italia fa un viaggio delle singole identità, prendi la Toscana: uno viene a Montalcino che è il Medioevo, paese arrocchettato sulla collina, con un tradizione culinaria legata al passato, poi in pochissimo tempo sei a Firenze che è la culla del Rinascimento, meta internazionale e poi vai a Forte de Marmi per una serata più moderna. Questo è un patrimonio che va valorizzato.

Bernardino, mi dai un motivo per venire a trascorrere qualche giorno ad Argiano?

Te ne do due: il primo è il vino, chi viene qui viene a scoprire un vino che non si fa in nessun altra parte del mondo, un sangiovese in purezza di altissima qualità viene bene solo in alcune zone della Toscana e poi per affacciarsi sul lato sud-ovest della tenuta dove c'è una bella vista, un vero e proprio angolino di paradiso.

L'intervista è finita, ma il terzo motivo lo aggiungo io: per il cielo stellato...

Prima di salutarci, Bernardino mi confida che il cielo stellato è in gran parte opera di un produttore di vino, Giuseppe Sesti, appassionato di stelle, che si è sempre raccomandato di non mettere fari che potessero togliere la luce naturale delle stelle.

Questa è Argiano, una tenuta in cui tradizione e modernità si fondono, tra stelle cadenti e calici di ottimo vino da degustare con il naso all'insù per ammirare la volta celeste.

 

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