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L'amianto uccideva anche 11 anni fa

condividi su facebook condividi su twitter 12-04-2018

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L'amianto uccideva anche 11 anni fa

Ricorre oggi l'anniversario della scomparsa del Sig. M.D., ferroviere calabrese morto 11 anni fa a causa della presenza di amianto all'interno di ferrovie dello stato.

A causa dell'amianto il sig. M.D. ha contratto il mesotelioma e una forma secondaria di tumore polmonarequeste sono alcune delle patologie asbesto correlate più aggressive che in rari casi lasciano scampo.

Nonostante le evidenti colpe da attribuire a ferrovie dello stato, i familairi della vittima sono in attesa di avere giustizia da ben 11 anni.

Per questo ha deciso di intervenire l'Avv. Ezio Bonannipresidente dell' Osservatorio Nazionale Amianto, associazione che tutela le vittime di amianto.

L'Avvocato Ezio Bonanni ha deciso infatti di ripresentare ricorso presso il Giudice del lavoro della città di Reggio Calabria, nel tentativo di riuscire a far ottenere la meritata giustizia ai familiari del ferroviere ucciso dall'indulgenza dello stato.

«I famigliari del Sig. M. D. si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto dopo che per anni c’era stato un continuo rimpallo tra le Ferrovie dello Stato e l’INAIL, entrambi intenzionati a non riconoscere l’origine professionale del mesotelioma primitivo e successivamente cancro polmonare che hanno attanagliato e ucciso il Sig. M. D., ormai nel lontano 12 aprile del 2007. Una storia incredibile fatta di omissioni, che sono venute alla luce grazie alla nostra associazione, l’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha informato la vedova della presenza di amianto nelle carrozze ferroviarie e nelle installazioni ferroviarie nella città di Reggio Calabria, ormai nota per il numero impressionante di patologie asbesto correlate proprio tra i ferrovieri» - Dichiara l'avv. Ezio Bonanni intento a raggiungere il suo obiettivo.

Purtroppo l'Italia è piena di vicende simili da raccontare, ci basta pensare alla storia di Antonio Dal Cin, ex finanziere malato di asbestosi, riconosciuto vittima del dovere e schieratosi accanto all'Ona per difendere le vittime di amianto.

Antonio Dal Cin ha infatti espresso parole chiarissime sulla vicenda:

«Risulta incredibile come le Ferrovie dello Stato tentino in ogni modo di negare la condizione di rischio amianto anche e soprattutto quando ci sono i malati e i morti e questo non è eticamente e moralmente corretto, specialmente da parte di una impresa di Stato che si è resa protagonista di sistematiche violazioni dei diritti dei lavoratori e negli ultimi anni anche di disastri ferroviari come quello di Viareggio, rimasti tutti impuniti nonostante il numero dei morti, una vera e propria strage provocata dall’incuria di coloro che pensano di essere immuni perché rappresentanti di una impresa di Stato. 
Per questo motivo io, ex finanziere malato di amianto, proprio perché posto in servizio vicino a carrozze ferroviarie con presenza di amianto, mi batto anche se in gravi condizioni di salute per cercare di preservare la sacralità e la dignità della vita umana calpestate dalle Ferrovie dello Stato, o per meglio dire, da coloro che indegnamente hanno rappresentato le Ferrovie dello Stato ed è per questo motivo che auspico che i responsabili di questa strage di amianto tra i ferroviere abbiano la punizione di giustizia. Chiediamo l’intervento del Capo dello Stato, del Presidente del Consiglio, dei Ministri e di tutte le istituzioni perché richiamino i manager delle Ferrovie dello Stato di loro nomina al rispetto della legge, prima di tutto per la bonifica dell’amianto presente nelle installazioni delle Ferrovie dello Stato e per evitare le lungaggini che hanno permesso ai responsabili della strage di Viareggio, che ha provocato la morte di 32 innocenti, di rimanere impuniti senza un giorno di carcere. Questo è vergognoso. Degli assassini che hanno provocato la morte di 32 persone, hanno avuto una pena che verrà dichiarata prescritta perché nel frattempo il processo si è dilungato per un sacco di anni e quindi materialmente non succederà niente. Mi auguro che ciò non succeda anche per i morti di amianto nelle ferrovie a Reggio Calabria e quindi mi appello al Capo dello Stato anche quale presidente del CSM perché i tempi della giustizia siano solleciti e assicurino alle patrie galere i manager delle Ferrovie dello Stato che hanno esposto i nostri cari alle fibre di amianto ed hanno provocato la morte»

Le parole di Antonio non sono parole scelte a caso, ha citato un'altra disgrazia italiana che ha visto morire 32 persone innocenti, a causa proprio della negligenza umana.

Ad Antonio Dal Cin, fa eco Massimo Alampi, coordinatore ONA Reggio Calabria, orfano anche egli a causa dell’amianto, dichiara con un nodo in gola:

«non capisco le ragioni per le quali si cerchi sempre di ostacolare il riconoscimento dell’origine professionale del mesotelioma che ha portato alla morte del Sig. M. D. È per questi motivi che la nostra associazione è fortemente mobilitata a Reggio Calabria come nel resto d’Italia per la tutela delle vittime nelle Ferrovie dello Stato. Chiediamo l’intervento del Capo dello Stato, del Presidente del Consiglio, dei Ministri e di tutte le istituzioni perché richiamino i manager delle Ferrovie dello Stato di loro nomina al rispetto della legge, prima di tutto per la bonifica dell’amianto presente nelle installazioni delle Ferrovie dello Stato».

Massimo dopo aver perso il padre, il Sig. Letterio Alampi, ha deciso di abbracciare la causa amianto, non solo per il ferroviere deceduto, ma per tutta la comunità che inizia solo adesso a comprendere la gravità della situazione.

Carmela Massa

Fonte: Ufficio stampa ONA

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