Il buco nel muro

Serenità “celata”: la marcia d'avvicinamento alla finale

condividi su facebook condividi su twitter 25-05-2013

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Serenità “celata”: la marcia d'avvicinamento alla finale

Due giorni di ritiro, due notti di ansia e preoccupazione per la partita che cambierà la storia di questa società. Se fossimo in un thriller, l'attacco ci starebbe tutto. E invece, anche se spesso si tende a far passare la finale di Coppa Italia per qualcosa in più, siamo sempre alla vigilia di una partita di calcio. È così che, in una Trigoria blindata e off-limits per cronisti e curiosi, l'attesa per la partita che vale una stagione diventa l'occasione per stare insieme e scherzare.
Un modo per esorcizzare la paura certo, ma anche un modo per fare gruppo. Tanta pretattica in questa settimana, con Andreazzoli e lo staff tecnico impegnati nella corsa a nascondere la squadra. Reti opache, travi di legno, percorsi prestabiliti: isolare la squadra, renderla impermeabile alle pressioni è stata la maggiore preoccupazione nei corridoi di Trigoria. Ne è risultata, tutto sommato, una settimana piuttosto tranquilla. Nessuna critica preventiva, solo “qualche” striscione di incoraggiamento. Stamattina la preventivata conclusione: circa 300 tifosi sul campo Agostino Di Bartolomei, che per qualche minuto hanno inneggiato ai calciatori in campo. Poi l'incoraggiamento di Pallotta, che ha salutato uno per uno gli effettivi della rosa e li ha catechizzati sull'importanza di questo incontro. Già, perché se per il tifoso questa è l'occasione per scrivere una delle pagine più importanti della propria supremazia cittadina, per il presidente americano è pur sempre un trofeo. E negli States non ci stanno a lasciar sul tavolo una coppa senza giocarsela fino all'ultimo.Una settimana tranquilla dunque, nella quale in molti hanno provato a immaginare la tensione provata nello spogliatoio del Fulvio Bernardini. Sicuramente è stato così e stanotte, la seconda in ritiro, ben pochi riusciranno a dormire.
L'immagine più vera però, filtrata nonostante il rigoroso servizio d'ordine, arriva dall'allenamento di venerdì, il penultimo della settimana. Si provano i tiri in porta: rossi contro gialli. Un esercizio come tanti, che però si trasforma in una sorta di rito propiziatorio. Vincono e gialli, flessioni per i rossi ma di lì a poco tutta la tensione accumulata esce come da una valvola di sfogo. Sul campo B iniziano i festeggiamenti sfrenati. I gialli hanno vinto la sfida, ma sembrano le prove generali di quello che nessuno vuole nominare.
Questa settimana, a Trigoria, il “buco” hanno provato a chiuderlo, ma la spontaneità di una gioia, che vorrebbe esplodere ma che la scaramanzia deve celare, non la si può fermare.

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