Il giardiniere nel pallone

Il diavolo e l’acquaradja

condividi su facebook condividi su twitter 05-01-2018

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Il diavolo e l’acquaradja

In quel tempo egli disse: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra…”

Chi era?

Facile, Silvio Berlusconi all’apertura del caso Ruby.

E a proposito di casi, come non citare quello del momento: RadjaNainggolan.

Tutti ne han parlato. Chi bene e chi male come in ogni democrazia che si rispetti.

Volete la mia?

Be’, ve la dirò in ogni caso.

Non condanno il centrocampista della Roma per aver immortalato un Capodanno come tanti. Qualche birra, due tiri di sigaretta, una partita a paddle con gli amici e una manciata di bestemmie a colorire il countdown finale.

Perché dovrei giudicarlo? Mica sono Silvio Berlusconi…

Nainggolan ha commesso l’errore di rendere pubblico ciò che sarebbe rimasto nella sua sfera privata.

E chissà quanti segreti scopriremmo se potessimo sbirciare con uno smartphone nelle altrui vite.

Vedremmo genti alzare la tunica dinnanzi ai bambini. Politicanti corrotti affossare i governi.

Magari ascolteremmo il subdolo piano del parente di turno per rovinarti la vita.

Chissà.

Non condanno Nainggolan più di quanto ho fatto con mio nonno per avermi donato, all’età di tre anni, un trattore a pedali con la promessa che la vita sarebbe stata tutta in quel dolce sospiro di vento che mi accarezzava i capelli ad ogni giro su quel trabiccolo di plastica.

Cazzo, nonno, almeno il belga è stato sincero!

Forse fin troppo.

E non vi azzardate a parlarmi di stereotipi!

Talvolta è consigliabile filtrare le informazioni da far passare all’esterno, specie se si è parte integrante di un progetto.

La Roma, per i propri tifosi, è molto più di una semplice azienda del mondo pallonaro.

Ed è giusto che loro esigano un comportamento consono da chi, in giro per il mondo, ne rappresenta i colori.

Per questo comprendo chi accusa Nainggolan, o meglio, contesta la sua leggerezza nello scegliere di condividere un attimo (eufemismo) di vita fuori dalle righe.

Ma li comprenderei ancor di più se poi gli stessi evitassero di formare lunghe file all’ingresso delle Chiese alla domenica.

Comunque state tranquilli, pare sia in arrivo una maxi multa a fare da deterrente a chiunque decida di emulare simili comportamenti.

D’ora in avanti le zozzerie andranno tenute nascoste; che sia un’aula di tribunale, una sagrestia o uno spogliatoio poco importa.

E ora testa all’Atalanta (sorprendente semifinalista di Coppa Italia ai danni del Napoli), anticipo delle ore diciotto del sabato di Campionato.

La squadra di Gasperini è oramai una realtà del calcio italiano e all’Olimpico ci sarà da combattere.

Di Francesco sa perfettamente che questo è il momento più delicato dell’intera gestione, ma è convinto che la squadra saprà farsi trovare pronta.

A proposito, Monchi dice che chi non adotterà una mentalità vincente potrà tranquillamente andarsene verso altri lidi.

In fondo, caro direttore, son solo novant’anni che noi tifosi lo auspichiamo…

Fonte: a cura di Diego Fois

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