Il giardiniere nel pallone

Il piccolo Edin

condividi su facebook condividi su twitter 26-10-2016

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Il piccolo Edin

“Per favore, mi disegni un gol?”

Se il piccolo principe avesse amato il calcio, be', avrebbe preferito certamente un gol ad una pecora.

È più o meno la stessa cosa che chiesi ad Edin Dzeko quel dodici agosto di un anno fa.

Lui, sornione, non poteva aspettarsi di meglio.

Lui, che per i gol è nato, fuggito dalla guerra quando era solo un bambino, di reti ne ha sempre segnate tra Wolfsburg e Manchester.

“Per favore, mi disegni un gol?”

Non potevo chiedergli cosa più semplice.

Ma la vita, Edin, riserva spesso delle amare sorprese. Spesso capita di imbattersi in re, vanitosi, uomini d'affari e ubriaconi.

Più o meno gli stessi personaggi incontrati dal piccolo principe sui vari pianeti visitati.

E sul pianeta Terra, di tali personaggi, si può farne quotidiana conoscenza.

A volte si preferiscono i numeri alle emozioni, ci si sente un po' tutti matematici. Si comincia a fare la differenza tra i gol segnati e le occasioni mancate.

Si comincia a giudicare.

Ci si veste di sfarzosi petali e arroganti spine.

Si diventa ambigui come le rose.

“Sai, Edin, sono così contraddittori i fiori e forse tu eri ancora troppo giovane per saperli amare” ti direbbe il piccolo principe.

E così, gigante buono, forse troppo, devi aver conosciuto i tramonti.

“Sai, quando si è molto tristi si amano i tramonti...”

Tu, Edin, quei tramonti devi averli portati sulla pelle per lungo tempo. Come segni indelebili.

Talvolta però l'erba ruota (Lamium amplexicaule) della vita gira d'improvviso, portando con sé gioie e rivincite.

E sopratutto gol, quelli per cui nasce un attaccante.

E il tuo astro alpino (Aster alpinus), Edin, è tornato a splendere a suon di doppiette e reti decisive.

Sei riuscito a spazzar via, tra le altre (otto gol in nove partite di campionato), le difese di Inter, Napoli e Palermo consentendo alla Roma di avvicinarsi alle posizioni che contano.

Anche le critiche (eufemismo) sono state annullate, ma sono pronto a scommettere che torneranno, puntuali, alla prima occasione mancata.

Saranno gli stessi, Edin, che ora ti celebrano come capocannoniere della Serie A.

Gli stessi che non mancheranno di scendere dal carro per tornare ad abitare gli emblematici pianeti della vanità e dell'arroganza.

Son sicuro che tu, Edin, saprai scindere i veri tifosi dai tifosi per opportunità

Sai, Edin, noi siamo un po' come la volpe. Abbiamo bisogno di essere addomesticati per aver bisogno uno dell'altro.

“Tu saresti per me unico al mondo, io unica al mondo per te...” disse la volpe al piccolo principe.

Noi, Edin, abbiamo bisogno di riti.

Abbiamo bisogno di sapere che ogni domenica scenderai in campo dando l'anima per quella maglia.

A prescindere dai gol.

E se mai un giorno, Edin, dovessi scegliere di andartene per continuare ad amare altre rose su altri pianeti, be', sappi che piangeremo.

Ti chiederai cosa ne guadagneremo, be', piccolo Edin, ci guadagneremo il colore del grano.

“L'essenziale è invisibile agli occhi...”

Ma forse tu, Edin, lo sapevi fin dal principio...

 

Fonte: a cura di Diego Fois

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