Il giardiniere nel pallone

La meglio gioventù

condividi su facebook condividi su twitter 20-09-2017

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La meglio gioventù

Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente...

Vi starete chiedendo cosa caspita c'entra il termine gioventù con Totti. Da quel maledetto ventotto

Maggio solo un irriverente ossimoro.

E la rosa del Piccolo Principe?

Che diamine ci azzecca De Saint Exupery col capitano più forte di sempre?

E su, stiamo parlando della Roma, di vento e passione. Lacrime e follia.

Non è stato Totti la rosa che ogni tifoso giallorosso ha riparato, innaffiato e protetto sotto una

campana di vetro per oltre venticinque anni?

La rosa che ogni giardiniere vorrebbe nella propria serra.

L'unica?

Sì.

Perché è lei la mia rosa...

Eppure di rose ne è pieno il mondo.

Lorenzo Pellegrini, ad esempio. Romano e romanista. Ma prima ancora centrocampista dal talento

indiscutibile. Forte nella fase d'interdizione e abile a costruire il gioco. Per non parlare delle bordate

da fuori area alle quali ci ha abituato fin dai tempi della Primavera.

Già, ma non sarà mai come quella rosa.

E perché mai dovrebbe esserlo?

Nel giardino delle emozioni, il tifoso della Roma ne ha viste nascere d'ogni specie.

Dal colore intenso e profumate d'amore: De Rossi e Florenzi.

A volte mai sbocciate: Corvia, Ferronetti, Pepe e Curci.

Rose che troppo presto si son spogliate dei petali più belli: Aquilani.

Talvolta più spine che rose: Paoloni.

Anche domani col Benevento (ore diciotto, Stadio Ciro Vigorito) ce ne saranno almeno tre.

Di quelle gettate dalla finestra al carro della fortuna. Come Amato Ciciretti, biondo trequartista che nell'ultimo biennio ha trovato gol e continuità con i campani.

Luca Antei, sfortunato (due volte operato al crociato) difensore in cerca di tranquillità.

E Marco D'Alessandro, vittima degli utopisti che lo volevano far somigliare a Cristiano Ronaldo.

È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante...

Se solo bastasse la voglia e la dedizione che il tifoso della Roma ha infuso alle proprie rose per renderle davvero tali, be', staremmo qui a parlare del prossimo trofeo da mettere in bacheca.

E invece ci si strazia solo perché la rosa più bella non affonda più le proprie radici sul campo, ma sul seggiolino della Tribuna d'Onore dello Stadio Olimpico.

Questa è la vita.

Ce ne saranno altre pronte a profumare e stupire. A riscaldare e da proteggere.

Con tutto l'amore possibile.

Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua...

I tifosi della Roma l'hanno già trovata da tempo, ma spero di non essere tacciato di eresia se

confesso di sognare un giardino ricco di colori e profumi.

E sotto un cielo stellato...

Fonte: a cura di Diego Fois

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