In punta di penna

Ennesima umiliazione in Champions per la Roma di Garcia

condividi su facebook condividi su twitter 25-11-2015

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Ennesima umiliazione in Champions per la Roma di Garcia

Ci risiamo. Quando la Roma affronta una big del calcio europeo, la sconfitta assume proporzioni epiche. I giallorossi di Rudi Garcia vengono battuti per 6-1 dal Barcellona al Camp Nou. Il punteggio non racconta neanche in maniera esatta l’andamento della gara: gli uomini di Luis Enrique sono stati padroni del campo, in lungo ed in largo, mentre quelli del tecnico romanista vagano senza meta. La prima occasione (unica nei primi 45’) del match, però, è degli ospiti, che non riescono a passare in vantaggio nonostante Dzeko fosse solo davanti a Ter Stegen ma il suo colpo di testa non centra la porta blaugrana. Da quel momento in poi, è un monologo dei catalani: il trio Messi-Suarez-Neymar sarà un incubo ricorrente per i difensori della Roma. Il Barcellona fa continui cambi di gioco, passaggi corti, in profondità, senza mai esser contrastati con convinzione. La prima rete arriva dopo un quarto d’ora grazie ad una serie di passaggi orizzontali sulla trequarti che nessun romanista interrompe e per Suarez è un gioco da ragazzi mettere in porta. Il pallone millimetrico in diagonale gli viene servito da Dani Alves, che regala un cioccolatino che il “dentone” uruguaiano degusta con piacere. Passano solo 3’ ed arriva il raddoppio. La firma è d’autore anche in questa circostanza: Messi non giocava dall’inizio da circa 2 mesi ed una sua accelerazione in area di rigore supera Maicon, apparso molto lento rispetto ai tre tenori azulgrana. L’argentino, solo davanti al portiere romanista, alza la sfera con un delizioso pallonetto che porta al 2-0. In quel momento, tutti i tifosi della Roma hanno avuto la sensazione che si ripetesse quanto accaduto a Manchester qualche anno fa con lo United o lo scorso anno all’Olimpico contro i tedeschi del Bayern Monaco. E così, immancabilmente, è stato. Szczesny ha limitato i danni con alcune buone parate ma prima dell’intervallo, è arrivata la terza rete: cross di Jordi Alba, Nainggolan marca con lo sguardo Suarez, che in mezza rovesciata infila il suo secondo gol alla sinistra dell’estremo difensore giallorosso. Nella ripresa, Garcia toglie il belga diffidato, ben conscio del fatto che questo match fosse compromesso ed inserisce Iturbe, arretrando Iago Falque sulla linea dei centrocampisti. La vivacità dell’argentino crea un po’ di scompiglio nella retroguardia del Barca e produce l’unica vera azione nel match degna di questo nome. Iturbe supera un avversario, scarica su Dzeko, che di prima libera Iago davanti al portiere in piena area ma l’ex canterano blaugrana si fa respingere il tiro da Ter Stegen. Il copione è lo stesso di quello già visto nel primo tempo: dopo un tiro della Roma, ricomincia il monologo dei catalani. Messi riceve palla al limite dell’area di rigore, entra in area e serve un liberissimo Piqué, che a porta vuota, deposita comodamente in rete e subito dopo viene sostituito. Luis Enrique pensa di far riposare alcuni elementi in vista delle prossime gare della Liga, poiché l’incontro è totalmente in ghiaccio. Gli spagnoli si divertono a giocare e danno spettacolo, mentre la Roma è un perfetto sparring partner, che non dà segni di risveglio. Garcia fa rifiatare anche Florenzi, che è apparso frastornato dal gran palcoscenico, facendo entrare Vainqueur, in modo da avere una coppia centrale di centrocampo più robusta. Il francese ha provato ad aggredire i blaugrana ma ha ottenuto solo un cartellino giallo. Neymar ha cercato gloria personale soprattutto a vittoria virtualmente acquisita sbagliando la mira di pochi centimetri, dopo aver ubriacato Maicon ed aver spedito il pallone fuori alla sinistra di Szczesny. Poco dopo, però, arriva il 5-0 e l’altra doppietta di giornata: stavolta tocca a Messi, che raccoglie una respinta corta del portiere polacco su un tiro da fuori e segna con estrema facilità, approfittando della scarsa reattività dei difensori romanisti. Il Neymar-show non è finito: prima è Manolas in scivolata a togliergli la gioia del gol e poi, quando l’arbitro turco Cakir concede il calcio di rigore per un fallo dell’altro turco Ucan (entrato al posto di un Pjanic sottotono), sbaglia la massima punizione tirando da fermo ma a segnare il 6-0 sulla respinta ci pensa Adriano Correa, giocatore corteggiato in estate proprio dalla Roma. A quel punto, i giallorossi hanno cercato di allentare la pressione blaugrana e si sono riversati nella metà campo del Barcellona, creando un paio di spunti interessanti, in particolare con Iturbe, che ha probabilmente giocato la miglior gara in questa stagione ed è stata l’unica nota lieta della serata. Proprio il numero 7 giallorosso si procura il calcio di rigore per un evidente fallo in area di Bartra. Sul dischetto si presenta Dzeko, che aveva trasformato il rigore nel derby ed il secondo nella successiva partita di Bologna. Stavolta, però, si fa respingere il tiro dall’estremo difensore tedesco. L’ex City si riscatta nel minuto di recupero concesso dal direttore di gara, segnando di testa il gol della bandiera su un bel cross di Digne. E’ vero, la Roma giocava contro la squadra più forte d’Europa, nel momento migliore della stagione, è vero anche che pochi giorni prima aveva sconfitto il Real Madrid per 4-0 al Bernabeu e se Dzeko avesse realizzato il rigore assegnato da Cakir, la differenza reti sarebbe stata la stessa dei blancos ma perdere nuovamente in maniera così netta dopo la debacle dello scorso anno contro il Bayern Monaco, è umiliante, non solo per la squadra ma anche per i tifosi e la società. Il Bayer Leverkusen ed il Bate Borisov sono stati sconfitti dal Barcellona ma hanno lottato, i tedeschi erano addirittura passati in vantaggio e sono stati rimontati nel finale. Si può perdere e non è un disonore contro i “marziani” blaugrana o contro il Bayern Monaco ma non con questi punteggi e non consegnandosi agli avversari ancora prima di esser scesi in campo. Una scusante, forse anche plausibile ma non ammissibile, l’ha trovata Piqué, avversario di giornata: “La Roma si è rilassata dopo aver visto che il Bate Borisov aveva fermato il Bayer Leverkusen”. Non può bastare che la Roma avrà il destino della sua eventuale qualificazione agli ottavi nelle proprie mani vincendo allo stadio Olimpico nell’ultimo match contro i bielorussi. Dopo la sconfitta contro il Bayern Monaco dello scorso ottobre, si disse che la Roma aveva capito la lezione e dopo questa si è detto che non influirà sul cammino futuro della squadra. Questa è la speranza di tutti i tifosi romanisti e della dirigenza giallorossa, la controprova ci sarà già domenica contro l’Atalanta. Inutile fare un’analisi di cosa non ha funzionato, perché i problemi di cui tutti sono a conoscenza (coperta troppo corta sulle fasce difensive e mancanza di un centrale di livello al fianco di Manolas) si sono presentati sia a Bologna e sia contro il Barcellona, ovviamente, in modo ancor più conclamato. Davanti, il tecnico di Nemours non è ancora riuscito a mettere Dzeko nelle condizioni di poter esprimere tutto il suo potenziale e senza Salah e Gervinho, le polveri degli esterni sono sempre più bagnate. Nulla è perduto in Champions League, anzi, le possibilità di passare il turno sono più alte rispetto a quanto si potesse sperare alla vigilia di questo turno ma nel decisivo incontro contro il Bate Borisov, la Roma non dovrà sottovalutare i bielorussi, memori della prima frazione di gioco dell’andata, cercando allo stesso tempo, di non esser troppo precipitosi nella ricerca del gol. I giocatori del Bate hanno dimostrato di partire subito molto forte ma di calare alla distanza, perciò servirà esser corti nella prima parte del match per poi colpire quando abbasseranno i ritmi. E’ la seconda volta in 2 anni che gli uomini di Garcia si giocano in casa le loro chance di qualificazione agli ottavi della massima competizione europea, in questo caso l’avversario non si chiama Manchester City (che comunque si presentò a Roma privo di Kompany, Yaya Tourè ed Aguero) ma Bate Borisov, squadra da rispettare ma alla portata.

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