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L’ottava meraviglia di Spalletti. Giallorossi vittoriosi anche ad Udine

condividi su facebook condividi su twitter 14-03-2016

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L’ottava meraviglia di Spalletti. Giallorossi vittoriosi anche ad Udine

La Roma vince l’ottava gara consecutiva. Questa volta, gli uomini di Spalletti superano l’Udinese in trasferta per 2-1. Il tecnico romanista può contare sul miglior Dzeko della stagione, che si rifà dell’errore di Madrid con una prestazione di spessore ed un gol da vero rapinatore d’area. Il primo tempo è a chiare tinte giallorosse: prima un colpo di testa del centravanti bosniaco è stilisticamente bello quanto debole e Karnezis lo neutralizza facilmente; poi ci prova 3 volte El Shaarawy ma i suoi tiri finiscono fuori di poco uno, deviato in angolo dall’estremo difensore udinese il secondo e sul difensore bianconero l’altro. Il portiere greco compie un autentico miracolo sulla seconda conclusione del Faraone, che cerca di beffarlo con uno splendido colpo di tacco ma il 30enne ex Panathinaikos è molto reattivo e devia in corner. La Roma, però, al 15’ passa in vantaggio. Azione tutta in verticale con Salah nel ruolo di rifinitore, che fornisce un assist bellissimo al centravanti bosniaco, bravo a difendere il pallone ed a spiazzare Karnezis al momento della conclusione. Ospiti meritatamente avanti nel punteggio ma anche nel gioco e nella manovra. Perotti ha provato a raddoppiare ma il suo tiro sul primo palo è stato respinto in angolo dal'estremo difensore greco, migliore in campo dei suoi. I padroni di casa soffrono la personalità dei giallorossi e non si vedono quasi mai dalle parti di Szczesny. Nel primo tempo, l’Udinese si manifesta dalle parti del numero 25 giallorosso solo con un tiro dalla distanza di Bruno Fernandes uscito di poco a causa del forte vento ed una conclusione di Lodi respinta in calcio d’angolo maldestramente dall’estremo difensore polacco. Per il resto, il dominio della banda-Spalletti è totale. La ripresa, invece, sembra prendere un’altra direzione: la Roma pare distratta e gli uomini di Colantuono si spingono con più insistenza in avanti alla ricerca del pareggio. L’ingresso in campo di Zapata al posto di un evanescente Edenilson è la ricetta giusta per creare scompiglio nella retroguardia giallorossa. L’ex Napoli si rende pericoloso in diverse occasioni sia con le sponde per i compagni a rimorchio e sia quando prende il palo di testa sugli sviluppi di un corner. Manolas e Zukanovic avevano ben neutralizzato Thereau, che verrà poi sostituto da Matos. Entrambi i capitani storici delle 2 squadre, Totti e Di Natale, si sono scaldati nella seconda frazione di gioco ma i tecnici delle rispettive squadre hanno fatto altre scelte per questo match. Quando la pressione dell’Udinese sembrava potesse portare a qualcosa di concreto, i giallorossi sono usciti dallo stato di confuso mentale in cui erano e con una splendida azione manovrata fatta di passaggi di prima molto precisi sono arrivati a Florenzi, che su assist col contagiri di Pjanic, ha stoppato in piena area di rigore e prima che la palla toccasse terra e l’esterno romanista venisse anticipato da Karnezis e Felipe, ha smorzato la sfera quel tanto che bastava per mettere a segno la rete del 2-0. A quel punto, il match doveva esser blindato e la maggiore qualità tecnica della Roma prendere il sopravvento anche sulla voglia di non perdere dei friulani ma così non è stato. Uno scambio di pura classe tra Pjanic e Salah ha portato il bosniaco ad involarsi senza avversari nella metà campo udinese e ad arrivare sino al limite dell’area di rigore con il solo Karnezis in opposizione ma l’ex Lione ha preferito servito in no-look Dzeko, marcato da 2 difensori bianconeri rientrati in tempo. Questo eccesso di altruismo poteva costare molto caro, visto che l’Udinese ha accorciato le distanze a 5 minuti dalla fine con un gol di Bruno Fernandes, che ha sfruttato il blocco di Zapata e ha tirato molto bene ad incrociare sul palo lontano col pallone che è passato sotto le gambe di Manolas, che ha tentato un intervento disperato in scivolata. In altri tempi, questa marcatura sarebbe stata una premonizione di pareggio ed invece la Roma di Spalletti è di ben altra pasta e ha cercato di riallungare con alcuni tiri dalla distanza o comunque mantenendo il possesso di palla sino allo scadere dei 2 minuti di recupero concessi da Mazzoleni, non certo in forma strepitosa. I primi 45’ di gara sono stati tra i più belli e ricchi di occasioni dell’intera stagione con l’unica nota stonata di averli chiusi con una rete all’attivo, mentre per larghi tratti del secondo tempo ha ricordato la Roma peggiore dell’ultimo Garcia. Certi cali di concentrazione, certe scelte sbagliate sotto porta sono le cose che fanno la differenza tra una squadra entusiasmante ed una squadra vincente. Spalletti sta lavorando da 2 mesi proprio su questo aspetto e quando tutti si convincono che certe amnesie siano ormai parte del passato, saltano fuori. La prova di Szczesny è stata inversamente proporzionale a quella del resto della squadra. Il primo tempo lo ha visto quasi completamente inoperoso ma nelle 2 circostanze in cui è stato chiamato in causa è parso incerto. La seconda frazione di gioco lo ha visto esaltarsi sul tiro di Thereau deviato da Florenzi ed intercettato dal portiere romanista e spedito in corner e ha dato sicurezza al reparto con qualche uscita sui cross che potevano creare seri pericoli alla difesa. Ottima la prova di Florenzi in fase di spinta, che oltre al gol decisivo, ha dato spesso ampiezza alla manovra. Meno bene in copertura ma anche lì è stato sufficiente ed attento. Solida e perfettamente integrata la coppia centrale Manolas-Zukanovic, con il primo insuperabile nei recuperi e nelle anticipi ed il secondo bravo nell’impostazione e nei raddoppi. Non benissimo Digne, che ha sofferto le incursioni di Widmer e raramente ha trovato lo spunto per i cross nell’area di rigore udinese. Tatticamente inappuntabile la mediana formata da Nainggolan e Keita, che hanno portato dinamismo il belga e geometrie il maliano, anche se nessuno dei 2 ha fornito una prestazione indimenticabile. La vera arma segreta della Roma spallettiana è certamente il “trio delle meraviglie” formato da Salah, Perotti ed El Shaarawy. Questi 3 giocatori si integrano alla perfezione l’un l’altro e hanno un qualità tecnica altissima e se fossero anche più concreti sotto porta, i giallorossi avrebbero uno degli attacchi più forti del panorama europeo. Da quando sono arrivati l’argentino ed il savonese, oltre ovviamente alla sapiente mano del mister di Certaldo, la Roma ha cominciato a segnare a raffica ed è ora il miglior attacco della serie A con 61 reti realizzate, di cui 24 negli 8 incontri con una media di 3 gol a partita. Numeri da capogiro ma che potevano esser ancora più importanti se ogni tanto non cercassero la giocata di fino invece del colpo risolutivo. Chi se ne sta giovando di più è Edin Dzeko, che in questo match c’ha messo anche tanto del suo e stavolta in positivo. Già ad inizio gara i suoi occhi erano convinti, vogliosi di far bene e dopo 3 minuti quell’anticipo di testa ha fatto capire che era la sua giornata. Il lavoro sporco a centrocampo per aiutare i compagni o coprire gli esterni offensivi stanchi per la corsa nell’azione precedente, le sponde, gli assist, le punizioni prese ed i contrasti fatti con gli avversari sono tutti segnali che quella con il Real Madrid è stata solo una parentesi ed il percorso di crescita sta procedendo nel migliore dei modi. Forse, quella contro l’Udinese non è stata la più bella partita dell’era Spalletti-bis ma era una gara “trappola”, cioè piena di insidie e che vincendola avrebbe fatto il suo dovere, mentre non portando a casa i 3 punti avrebbe ricevuto critiche pesanti con un’avversaria in crisi di risultati ma formata da alcuni elementi molti validi. Davanti, Juventus e Napoli marciano a ritmi altissimi e sarà difficile riprenderle. Gli uomini di Allegri hanno ritrovato quei meccanismi che le hanno permesso di vincere gli ultimi 4 campionati anche se diversi protagonisti sono cambiati ma lo spirito e la forza mentale del gruppo è tornata quella dell’era Conte. Nonostante le 2 vittorie consecutive, qualche scricchiolio in più lo mostrano i partenopei, comunque in vantaggio di 5 punti rispetto ai giallorossi. Diverso il discorso terzo posto: adesso è la Roma ad avere 5 lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici Fiorentina ed Inter e se i viola arrivassero a pari punti con i giallorossi, finirebbero sotto per gli scontri diretti persi entrambi. I nerazzurri hanno vinto entrambi i match casalinghi contro Palermo e Bologna e dopo aver raggiunto la Fiorentina, nella prossima giornata se la vedranno proprio con la Roma. Questo scontro chiarirà ulteriormente se i capitolini dovranno lottare per la zona-Champions tramite preliminari o potranno cercare di infastidire il Napoli nella lotta al secondo posto.

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