In punta di penna

La capacità di distruggere tutto

condividi su facebook condividi su twitter 09-12-2018

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La capacità di distruggere tutto

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma pareggia 2-2 a Cagliari dopo esser stata avanti per 2-0 fino all’85’. Gli uomini di Di Francesco avevano controllato e dominato tutta la prima frazione di gioco ed il risultato poteva esser ancora più largo se Schick avesse indirizzato verso la porta i 2 assist al bacio fornitigli da Kolarov. La ripresa, invece, ha visto un calo fisico e psicologico dei romanisti ed un’impennata d’orgoglio dei padroni di casa, che volevano mantenere l’imbattibilità interna, soprattutto vedendo che gli ospiti non riuscivano più a ripartire.

La svolta è arrivata quando i sardi hanno protestato per un fallo di mano di Kolarov all’67’ e l'arbitro Mazzoleni non ha fischiato il rigore ma è comunque andato al VAR a controllare e, giustamente, non ha assegnato il penalty perché il pallone era finito prima sulla gamba e poi sul braccio attaccato al corpo. Il Cagliari l’ha vista come una sfida contro un’ingiustizia e ha cominciato a caricare a testa bassa con la Roma in balìa dell’avversario, fino a quando non ha accorciato le distanze con Ionita sugli sviluppi di un corner. Ennesima rete incassata da calcio d’angolo ed è un paradosso per una squadra tra le più alte d’Europa.

Di Francesco ha cercato di limitare i danni inserendo prima Luca Pellegrini al posto di uno stanchissimo Kluivert, poi Pastore falso nueve per Schick ed infine passando alla difesa a 5 con Juan Jesus al posto di Zaniolo, che ha fornito un’altra prestazione positiva ma era anche lui stremato. Tutto questo, però, non è bastato. La spinta del pubblico ed un parapiglia a 2 minuti dal termine dopo un fallo di Faragò su Olsen, hanno portato all’espulsione di Srna e Ceppitelli ma invece di deprimere gli uomini di Maran, le difficoltà li hanno esaltati. A completare la frittata c’ha pensato Manolas (anche se la posizione dei compagni in linea a centrocampo grida vendetta), che ha tentato una scivolata a metà campo e, lisciando il pallone, ha lasciato largo spazio a Sau per partire in contropiede e tirare in totale libertà appena entrato in area di rigore e segnare alla sinistra del portiere giallorosso.

Da sottolineare come il Cagliari era privo di 3 giocatori importanti per loro come Barella, Castro e Pavoletti, infortunatosi nel riscaldamento. Le assenze della Roma sono state rimarcate anche dal tecnico nel post-gara ma in un primo tempo dominato non si può peccare di ingenuità in questo modo solo perché gli altri alzano il ritmo e mettono la sfida sull’agonismo e la voglia di non perdere.

Poche le notizie belle in questa giornata ma tra queste certamente la prestazione di Cristante, che ha messo caparbietà, grinta e determinazione oltre al bel gol. Idem Kolarov, che sembrava quello dello scorso anno, Olsen attento in 2 circostanze pericolose e nel primo tempo anche i 3 ragazzini dietro Schick (Kluivert, Zaniolo ed Under) che hanno mostrato le loro qualità ma essendo molto giovani, non ci si può aspettare lo stesso rendimento per tutta la partita.

Malissimo, invece, Fazio e proprio l'ex Samp. Il difensore centrale argentino è la bruttissima copia del bel giocatore ammirato negli scorsi anni e la punta ceca non punge mai neanche quando sarebbe elementare appoggiare il pallone in rete. Partita a due facce per Nzonzi: ottimo primo tempo ma nei 25’ finali subisce fisicamente la velocità e l’aggressività dei sardi che trovano praterie nella zona centrale senza che lui intercetti le progressioni avversarie.

Piovono critiche a raffica per il tecnico Di Francesco, reo di non aver interpretato al meglio il momento e non è chiaramente esente da colpe, in particolare quando pur giocando con la difesa a 5, lascia che la retroguardia salga sino a centrocampo proprio nei minuti finali. Molti lo accusano di aver tolto l’unico riferimento offensivo che poteva non alzare il baricentro dei padroni di casa ma in realtà erano già saliti di una ventina di metri ben prima del cambio e Schick non aveva comunque aiutato molto. Certo, Pastore non è il giocatore più adatto a fare questo gioco ma soluzioni alternative non ce n’erano, viste le assenze di Dzeko ed El Shaarawy e tenere in campo il 14 romanista non avrebbe migliorato le cose.

Altra critica è sul cambio modulo nel finale, che invece era una soluzione giusta se solo i 5 dietro si fossero abbassati di più e fossero stati supportati meglio dai centrocampisti. Purtroppo, quando ad una squadra giovane togli i riferimenti fondamentali come De Rossi e Dzeko ed in più 2 calciatori dinamici e che sanno tenere il pallone come Lorenzo Pellegrini ed El Shaarawy, la palla la vedi poco se gli altri spingono.

Più che guardare al tecnico, forse, l’analisi dovrebbe esser più profonda e riflettere su chi questa rosa l’ha costruita, come e con quali intenzioni. Prima si vendeva un grande giocatore e se ne prendeva un altro di pari valore, cosa che non ti faceva fare il salto di qualità ma ti permetteva di rimanere ancorato alle prime 3 posizioni, ora la situazione è ben diversa. Di male in peggio…

Fonte: A cura di Massimo De Caridi

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