In punta di penna

La Roma esce male dalla coppa Italia

condividi su facebook condividi su twitter 21-12-2017

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La Roma esce male dalla coppa Italia

La Roma perde 2-1 in casa in coppa Italia con il Torino ed esce agli ottavi di questa competizione. Primo trofeo perso già nel primo incontro e grande rammarico nell’ambiente giallorosso. E’ vero: è stata scelta una formazione sperimentale anche in vista dell'incontro di sabato con la Juventus e quindi tanti meccanismi andavano oliati, qualche giocatore non è all’altezza dei compagni e schierarli tutti contemporaneamente è stato un azzardo ma i gol sono arrivati a difesa schierata ed a causa di palese errori di singoli nelle marcature così come palesi sono stati gli sbagli sotto porta degli attaccanti, in più c’è stato un palo per tempo e la gara è terminata con l’eliminazione della Tim Cup. Oggi molti accusano Di Francesco dell’eccessivo turnover ma neanche il Torino era in formazione-tipo e la squadra scesa in campo all’Olimpico era più che sufficiente per passare gli ottavi. Attenzione difensiva e precisione davanti a Milinkovic-Savic (fratello del centrocampista laziale) avrebbero permesso alla Roma ed ai suoi tifosi di proseguire un cammino mai realmente iniziato, a differenza quanto e bene si è fatto sia in campionato che in Champions League. Il primo gol incassato nasce da un macroscopico errore di Gonalons che si fa rubare palla al limite dell’area e la difesa riesce a rimediare deviando in corner ma sugli sviluppi dell’angolo, prima Belotti di testa tira verso la porta ma è bravo Skoruspki a respingere e poi De Silvestri ha la possibilità di tirare in porta a pochi passi dal portiere polacco e di realizzare così la rete del vantaggio granata. Concedere 2 tiri in are di rigore è molto grave per una difesa che sì era inedita ma con elementi che chiedono di giocare con maggior frequenza ma devono dimostrare di meritarlo. Idem sul secondo gol, quando Berenguer crossa con Bruno Peres che lo marcare ad un paio di metri di distanze, il pallone taglia tutta l'area con Skorupski che rimane bloccato sulla linea di porta e Palmieri che si fa anticipare di testa dal bravo ma non altissimo Edera. Non buona neanche la prova di centrocampo ed attacco in fase di copertura con il solo Strootman e cantare e portare la croce, mentre Gonalons e Gerson giocano troppo di fioretto e poco di spada. Davanti, Under fa vedere di avere buoni numeri, mezzi tecnici interessanti ma è ancora un po’ fragile nei contrasti e poco concreto sotto porta, quando ha 2 occasioni importanti: la prima tira a giro da pochi passi dall’estremo difensore avversario e si fa respingere la conclusione in angolo e la seconda quando deve solo appoggiare in rete un bel cross da sinistra, va col destro e liscia la sfera. Dopo questo secondo episodio, mister Di Francesco lo sostituisce con Perotti, che cambia completamente lo spartito. Nel primo tempo, l’unico attaccante pericoloso è stato El Shaarawy, che oltre alla traversa presa ha anche cercato di creare costante superiorità numerica, si accentrava molto per dialogare con Schick e con i centrocampisti che si inserivano ma veniva poco supportato. Molto meglio quando nella ripresa è entrato Pellegrini al posto di Gerson. L’ex Sassuolo conosce a memoria gli schemi di Di Francesco ma è anche bravo a renderli semplici ed in più ci mette tanto dinamismo e giocate decisamente più utili a sviluppare la manovra ed azioni da gol. Per quanto riguarda l’ex attaccante della Sampdoria, notevoli progressi da centravanti anche rispetto alla gara di Verona col Chievo e non solo per la rete segnata nel finale ma perché sembra maggiormente coinvolto nel gioco, tenta qualche giocata importante in più, va più spesso alla conclusione, prende un palo di testa, si procura un rigore (un po’ dubbio) e sta affinando anche il dialogo calcistico sia con Perotti ed El Shaarawy ma soprattutto con Dzeko. Ecco, se il ceco è la notizia migliore della partita di Coppa Italia, il bosniaco è la nota dolente. Si incarica di battere il rigore, che non è la sua specialità perché convinto di segnarlo e perché vuole sbloccarsi da questo periodo nero ma lo sbaglia e tornano a piovere su di lui le stesse critiche che lo avevano accompagnato per tutta la prima stagione dalle stesse persone che poi lo scorso anno avevano detto che lui era migliorato grazie a quelle critiche, vabbè ma questo è il metodo di chi ha ragione anche quando sbaglia. Più grave, invece, è che in 2 mesi il centravanti giallorosso ha segnato una sola volta e non è che se non segna lui, i compagni fanno gol a grappoli. Anche con il Torino, la Roma ha tirato 21 volte verso il portiere ospite e ben 8 nello specchio contro i 3 dei granata, che però 2 volte hanno segnato e nella terza si sono resi molto pericolosi. Così non si va in Paradiso ed anche se il ds giallorosso smentisce che alla Roma manchi un laterale offensivo stile Salah, è esattamente questo quello che serve e magari anche un regista in alternativa a De Rossi per dare un po’ più di imprevedibilità alla manovra e qualche rete ed assist in più lì davanti. Il campionato tra 2 giorni propone una sfida che per la Roma vale oltre i 3 punti per questa stagione ma soprattutto a livello storico: il big-match contro la Juventus. Questo incontro ci farà capire se gli uomini di Di Francesco possono puntare alle primissime posizioni o se c’è ancora da lavorare in questa stagione e si dovrà lottare per mantenere il posto in Champions League.

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