In punta di penna

La Roma non c'è

condividi su facebook condividi su twitter 20-09-2018

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La Roma non c'è

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma esce sconfitta per 3-0 dal Santiago Bernabeu in una gara che, nonostante qualche sporadica sortita dalle parti di Navas, non è mai stata in bilico nel gioco e nel predominio territoriale.

Soprattutto nel primo tempo, i blancos hanno dominato l’incontro riuscendo ad andare in vantaggio su punizione di Isco solo al 43’ grazie all’opposizione degli unici 2 elementi sufficienti della squadra: De Rossi ed Olsen. Le merengues hanno concluso la gara con 30 occasioni da gol che, se non si tratta di una partita di basket, è una quantità infinita. In rete sono andati anche Bale e nel finale Mariano Diaz: il primo in contropiede ed il secondo con uno splendido tiro a giro sotto l'incrocio nei minuti di recupero.

La scelta coraggiosa di far esordire non solo a livello europeo ma in senso assoluto Zaniolo non è stata decisiva né in senso positivo né in negativo. L’ex interista ha mostrato di avere buone doti tecniche anche se un fisico ancora da costruire poiché di fronte a gente come Kroos e soprattutto Casemiro è dura vincere contrasti se non si hanno muscoli e l’esperienza dei 2 ha permesso loro di contenere l’esuberanza del giovane giallorosso. Però è apparso un calciatore interessante e su cui si può lavorare anche se poteva esser mandato in prestito per farlo giocare con continuità.

Altrettanto originale è stata la scelta di schierare Nzonzi come mezzala. Molte le critiche piovute sul centrocampista francese, che tutto è tranne che una mezzala ma se si gioca col centrocampo a 3 o si posiziona lì o al posto di De Rossi e togliere il numero 16 quando è in condizioni ottimali sarebbe controproducente. Se l’intento della società era quello di portare a Roma un vice-De Rossi per far riposare ogni tanto il capitano, la scelta andrebbe pure bene da un punto di vista tecnico-tattico meno da un punto di vista economico (spendere 32 milioni per un 30enne per fargli fare panchina quando a parametro 0 c’erano Yaya Tourè e Badelj è abbastanza strano) ma se il campione del mondo dev’essere il sostituto di Strootman, l’errore del direttore sportivo è quello di aver scelto un calciatore non adatto a ricoprire quel ruolo.

Il resto della formazione presentava la stessa difesa a 4 schierata in tante circostanze lo scorso anno con ottimi risultati ma almeno 2 di loro sembrano lontani parenti dei trascinatori che tanto bene hanno fatto la stagione passata e ci riferiamo a Kolarov e Fazio, entrambi reduci dal mondiale e lontani da una condizione psico-fisica accettabile.

Di Francesco ha cambiato tutti e 3 gli elementi di centrocampo rispetto all’incontro pareggiato 2-2 col Chievo avendo risultati leggermente migliori ma che sostanzialmente non hanno dato certezze alla zona nevralgica. Lorenzo Pellegrini è entrato nella ripresa e finalmente ha giocato una mezz’ora non eccelsa ma che almeno ha dato un pò di sostanza alla mediana.

Davanti, Dzeko è tornato a soffrire di solitudine con El Shaarawy più attento in fase difensiva che in quella offensiva e Cengiz Under troppo a corrente alternata. L’ingresso in campo di Perotti ed in particolare quello di Schick hanno creato solo più confusione in un 4-4-2 offensivo ma che ha concesso ancora più varchi ai padroni di casa. Il ceco sembra sempre più lontano parente del giocatore visto in blucerchiato, che sia quando entrava a partita in corso che dall’inizio creava pericoli e scompiglio nelle difese avversarie. Ora appare goffo e lento come neanche Margheritoni nel film “Mezzo destro e mezzo sinistro”.

Il tempo delle attese è finito, se proprio il tecnico si ostina a far giocare questa squadra col 4-3-3 e passando al 4-2-4 mascherato quando si è in svantaggio, lo facesse con calciatori che hanno voglia anche se giovani ed inesperti. Vedere Fazio e Kolarov in queste condizioni contro il Real Madrid faceva quasi tenerezza. Bale e Benzema prima e Asensio e Mariano Diaz poi hanno messo in evidenza tutte le lacune fisiche e mentali che ha il reparto arretrato e se manca il filtro del centrocampo col solo De Rossi a cantare e portare la croce, è più probabile che gli avversari prevalgono che il contrario.

Nota a margine: senza Olsen, la Roma avrebbe verosimilmente finito la sfida con gli uomini di Lopetegui con un passivo molto maggiore ma per molti della comunicazione e tifoseria romanista è “una pippa” (lo si diceva anche di Dzeko). Lo svedese non sarà mai Alisson ma non lo erano nemmeno Szczesny, De Sanctis, Stekelenburg, Lobont, Goicoechea, Artur, Doni, Julio Sergio, Antonioli, Lupatelli, Curci, Pelizzoli e Zotti, solo per citare i portieri che hanno giocato nella Roma negli ultimi 20 anni e, probabilmente, in questa graduatoria l’ex Copenaghen potrebbe addirittura stare sul podio dei 3 migliori, ma non ditelo a chi  lo critica per partito preso.

Altra affermazione molto in voga nel dopo match col Real Madrid: “Non era questo l’avversario per potersi riprendere”. Giusto. Ma se non era la squadra più forte d’Europa a dare almeno la scossa emotiva ad un gruppo di giocatori svogliati nella migliore delle ipotesi, cosa può svegliarli da questo torpore? L’importante è che il ds giallorosso non sia pessimista ma forse perché la storia della Roma la sta ancora studiando…

Fonte: A cura di Massimo De Caridi

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