In punta di penna

La Roma non va oltre il pari su un campo impraticabile

condividi su facebook condividi su twitter 22-11-2015

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La Roma non va oltre il pari su un campo impraticabile

La Roma pareggia a Bologna per 2-2 su in campo impraticabile. Diverse zone del terreno di gioco erano un vero e proprio acquitrino e per i giallorossi è stato difficile sviluppare azioni decenti. Il campo estremamente bagnato ha limitato le differenze tecniche delle 2 formazioni in campo e la partita è stata più da calcio inglese anni ’80 che una classica della nostra serie A. Fatta questa doverosa premessa, gli uomini di Garcia hanno cominciato a rendersi conto della situazione con una ventina di minuti di ritardo. Il Bologna ha iniziato l’incontro con ritmi alti e agonismo alle stelle, mentre i giallorossi sembravano esser come un pugile alle corde in attesa che l’avversario gli desse il colpo del ko. I rossoblu avevano segnato già al 10’ con Mounier, grazie ad un’azione che aveva sorpreso la distratta retroguardia giallorossa ma per fortuna degli ospiti, il guardalinee aveva segnalato un fuorigioco che lascia dei dubbi anche rivisto varie volte alla moviola. Poco dopo, però, un altro momento di sbandamento della difesa romanista è letale: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Rudiger e Manolas non riescono a rinviare il pallone, che finisce sui piedi di un liberissimo Masina, che da 6-7 metri dalla porta realizza la rete del vantaggio dei felsinei infilando la sfera sotto le gambe di Szczesny. Probabilmente, alla Roma serviva quel tipo di scossa per scendere in campo ed a quel punto alza notevolmente il baricentro della manovra, anche se con evidenti difficoltà dovuta al campo indecente ed alle scelte di Garcia, che ha comunque puntato su Iturbe in avanti e su Keita in mediana, giocatori poco adatti ad un terreno così disastrato. A trascinare la Roma della prima parte di gara è Miralem Pjanic, che prova a pareggiare con 3 punizioni dal limite, che in altre condizioni avrebbero portato ad altrettante reti ma in questa situazione una finisce contro la barriera, una alta e la seconda in ordine cronologico viene ben parata da Mirante, che un ottimo slancio di reni per deviarla in corner. La Roma si affida a Dzeko lì davanti ma il bosniaco non ha mai un’opportunità buona per riuscire ad impensierire la retroguardia dei padroni di casa, rendendosi comunque molto utile in tutte le fasi della gara. Dopo 13 mesi, Rocchi è tornato ad arbitrare i giallorossi e come l’ultima volta allo Juventus Stadium, la sua prova è molto al di sotto della sufficienza. Detto del probabile millimetrico errore sul gol annullato ai rossoblu, l’arbitro di Firenze commette un altro paio di errori abbastanza gravi. Pur essendo molto vicino all’azione, non si accorge di un evidente fallo di mano di Diawara in piena area di rigore e successivamente punisce col solo giallo Mirante per fallo di mano volontario fuori dai 16 metri, questa è una chiara occasione da gol. Su quest’ultimo episodio, per alcuni l’ammonizione è giusta poiché accanto a Florenzi vi era Brighi, solo che il pallone era nettamente tra i piedi del romanista, che senza il danno procurato dall’estremo difensore felsineo, avrebbe tirato in una porta completamente vuota. La ripresa ricomincia com’era terminato il primo tempo, con la Roma che attacca in cerca del pari ed il Bologna che prova a rendersi pericoloso in contropiede. Il match è molto combattuto in ogni zona del campo ed alcuni giocatori in non perfette condizioni come Keita o che non giocano con regolarità da un po’ di tempo come Maicon, sono costretti ad uscire, togliendo al tecnico francese la possibilità di fare più cambi tattici. La scelta di mettere Torosidis al posto del brasiliano e non Iago Falque arretrando Florenzi sulla linea difensiva si rivela sin da subito la scelta sbagliata, poiché appena entrato, il greco commette un inutile fallo a centrocampo che gli costa il giallo. Nel frattempo, la Roma ha continuato ad attaccare e l’ingenuità di Mounier, che alza troppo il braccio sul cross di Digne in area di rigore, permette a Pjanic di andare sul dischetto e realizzare il pareggio. La Roma crede alla vittoria e non si ferma. Prima un bel contropiede innesca Iturbe che serve Florenzi ma Masina lo tiene bene ed il romanista tira addosso a Mirante; poi, Dzeko riceve un ottimo pallone in area di rigore e scarica molto bene su Pjanic ma il terreno impedisce al pallone di arrivare coi giri giusti e così il centrocampista bosniaco non riesce a mandarlo dove avrebbe voluto tirando alto sopra la traversa. Gli uomini di Garcia non si disperano e con tutte le difficoltà del caso, mettono ulteriore pressione alla retroguardia rossoblu, che porta Rossettini a stendere Iturbe all'ingresso dell’area di rigore. Rocchi non ha dubbi e concede il secondo penalty ai giallorossi. Stavolta se ne incarica Dzeko, poiché il precedente rigore di Pjanic era stato intercettato da Mirante e sarebbe stato rischioso che andasse nuovamente il numero 15. Massima punizione perfetta dell’ex centravanti del City e Roma in vantaggio. Garcia e lo staff medico hanno chiesto ad Iturbe quali fossero le sue condizioni, visto che da troppo tempo non aveva un minutaggio così alto e quel terreno aveva messo a dura prova i muscoli di tutti i giocatori presenti. Proprio su una mancata progressione dell’argentino, stremato dalla fatica e dal dolore, arriva l’episodio che non permesso alla Roma di portare a casa i 3 punti. Iturbe riceve palla sulla trequarti ed invece di tenerla in attesa dell’arrivo di qualche compagno, di buttarla fuori per farsi curare, di lanciare Florenzi dall’altra parte o di allungarsi verso il corner per far rifiatare i difensori giallorossi, regala il pallone all’avversario perché non più in grado di continuare. Il Bologna riparte e teoricamente la difesa della Roma doveva esser schierata ed invece manca il raddoppio di Iturbe in fase difensiva su Giaccherini, che in area di rigore si trova isolato nell’1 contro 1 con Torosidis, lo dribbla ed il greco non trova nulla di meglio che stenderlo in maniera plateale quando bastava accompagnarlo sul lato impedendogli il tiro. Terzo calcio di rigore assegnato ed anche in questa circostanza, nulla da eccepire. Sul dischetto si presenta Mattia Destro, che ha giocato una partita grintosissima come raramente lo si ricorda nella Capitale e dopo aver trovare la via della rete, si spoglia e festeggia sotto la curva del tifosi del Bologna, come fosse stata la rete decisiva della finale di Champions League. In quel momento, mancano pochi minuti più i 6 di recupero e l’allenatore giallorosso fa esordire in serie A Sadiq, sperando che potesse dare più peso all’attacco romanista al posto dell’infortunio Iturbe ma nulla da fare, l’incontro termina in parità. Molti gli errori del mister francese, a cominciare dalla formazione, che non ha voluto cambiare nemmeno dopo aver fatto il sopralluogo sul terreno di gioco ed aver visto che era un campo per giocatori più muscolari che tecnici (Vainqueur al posto di Keita dall’inizio avrebbe fatto comodo) o giocatori in grado di lottare in fase difensiva e più liberi di testa come Iago Falque, forse risparmiato per il match col Barcellona, quando la partita più importante tra le 2 era senz’altro quella di campionato, viste le ambizioni della Roma nelle 2 competizioni. Altro sbaglio evidente è stato quello di non inserire lo spagnolo neanche a gara in corso sia quando Maicon ha alzato bandiera bianca poiché fisicamente stremato, sia quando a 20-25 minuti dalla fine ci si era resi conto che Iturbe era a rischio infortunio e molto stanco. L’inserimento di Torosidis non ha prodotti i frutti sperati ed anzi è stato la causa più evidente ma non l’unica né la principale di questa mancata vittoria. Al termine di questa giornata, i giallorossi potrebbero esser quarti scavalcati dal Napoli e con Fiorentina ed Inter lontane 3 punti, senza dimenticare che la Juventus è ora a 6 lunghezze ed è in piena rimonta. Nulla è, ovviamente, perduto e già il prossimo turno vede lo scontro diretto tra Napoli ed Inter e vincendo contro l’Atalanta, la Roma prenderebbe punti su almeno una delle 2 rivali ma quando si lotta sul filo del rasoio, ogni partita alla portata va vinta.

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