In punta di penna

La Roma stecca la nona sinfonia

condividi su facebook condividi su twitter 20-03-2016

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La Roma stecca la nona sinfonia

Finisce la striscia vincente dei giallorossi. La Roma pareggia 1-1 in casa contro l’Inter, in una gara condotta dal primo all’ultimo minuto ma con ritmi troppo bassi. I nerazzurri erano anche privi di Icardi, Jovetic e Palacio in avanti e così hanno giocato una partita di rimessa, sfruttando l’estro di Perisic e la corsa di Biabiany e sperando in uno spunto di Ljajic o un’illuminazione di Eder, a secco da quando è a Milano. Mister Spalletti si affida all’attacco senza punto di riferimento offensivo per far uscire i 2 centrali ma stavolta El Shaarawy, Perotti e Salah sono meno incisivi di altre volte. Soprattutto l’argentino non riesce a fare quel lavoro di raccordo tra i reparti e la fase offensiva romanista soffre l’assenza di un punto di riferimento in area di rigore. Il tecnico toscano continua ad affidarsi a Keita per far ripartire la manovra ma in questa circostanza il maliano è apparso un pesce fuor d’acqua, sempre pressato e mai in grado di smistare il pallone con la maestria di cui è capace e che gli chiede l’ex allenatore dello Zenit San Pietroburgo. La Roma parte bene e si rende subito pericolosa con un’azione manovrata sulla fascia destra, con El Shaarawy che scarica per Perotti, che però tira alto sopra la traversa. L’Inter aspetta e riparte quando i padroni di casa sono scoperti. In particolare, Perisic è il punto di forza degli ospiti e la marcatura di Florenzi non è quasi mai puntuale e precisa e sono costanti i cross e le giocate dell’ex Wolfsburg. Buona la prova dei 2 centrali difensivi, anche se Manolas si macchierà di un errore fatale, che costa lo svantaggio giallorosso, per un disimpegno fatto con troppa superficialità. Rudiger è più attento del compagno di reparto ma a volte è più irruento del necessario ma non è mai in affanno su Eder o Ljajic e sempre pronto ad aiutare Digne in rapporto su Biabiany. Detto di Keita, molto al di sotto dei suoi standard, in crescendo la gara di Nainggolan, che non comincia benissimo e si vede che è un po’ stanco ma sarà decisivo nel segnare il gol nei minuti finali che evita la sconfitta. Pjanic è meno partecipe e preciso del solito ma è comunque autore di alcune belle giocate, qualche recupero palla importante però anche di passaggi sbagliati in maniera grossolana per un calciatore della sua classe. Davanti, Salah viene ben controllato da Nagatomo ed all’occorrenza da Murillo e nell’unica situazione in cui sfugge al difensore giapponese, l’arbitro Orsato è molto fiscale nel fischiare un fallo con l’egiziano che aveva protetto palla e si sarebbe creato lo spazio per farsi 50 metri di campo praticamente indisturbato. Qualche altra bella iniziativa dell’ex viola, soprattutto nella ripresa. Intorno al 25’ si è creato lo spazio per andare al tiro di sinistro a 7-8 metri dal portiere nerazzurro ma quest’ultimo è stato bravissimo a deviare il pallone in calcio d’angolo. Nei minuti di recuperi del match, poi, ha mostrato tutte le sue doti tecniche quando da pivot di basket si è liberato dell’avversario diretto in piena area di rigore e ha lasciato partire un sinistro che Handanovic difficilmente avrebbe parato ma c’ha pensato Dzeko ad intercettare il pallone colpendolo col viso. Perotti è stato molto evanescente e non ha mai trovato la posizione giusta per far male ed è forse quello che ha patito di più l’assenza di un centravanti di ruolo. El Shaarawy ha svolto il suo compito egregiamente sia in fase offensiva che difensiva, andando vicino alla marcatura allo scadere del primo tempo, quando ha chiesto ed ottenuto un triangolo volante con Salah e ha concluso di controbalzo verso la porta interista: Handanovic ha fatto buona guardia e permesso ai suoi di terminare la prima frazione ancora a reti inviolate. Edin Dzeko è stato protagonista della partita, pur entrando al 56’: da un punto di vista tattico è stato fondamentale per alzare il baricentro della squadra di circa 30 metri, con la formazione di Mancini, che anche per stanchezza e condizioni precarie di alcuni giocatori, non riusciva più ad uscire dalla propria metà campo. La sua presenza ha messo in difficoltà la retroguardia interista con Miranda e Murillo che lo raddoppiavano in continuazione, lasciando liberi i trequartisti giallorossi di creare scompiglio nella difesa ospite. Pochi minuti dopo l’ingresso in campo dell’ex City, Dzeko ha sfruttato le sue capacità nel colpo di testa e ha anticipato Miranda, che per smorzare il tiro, ha staccato di testa con il braccio alto. Rigore netto ma non facilissimo da vedere per il direttore di gara, più facile per Rocchi, assistente di porta nella circostanza ma che non ha valutato nella maniera corretta l’episodio. I più maliziosi avranno ripensato a Juventus-Roma dello scorso anno, quando sbagliò 4 decisioni cruciali su 5 gol segnati dalle 2 squadre, 3 dei quali in favore dei bianconeri. Dzeko è parso molto attivo e ha cercato di fare da sponda per i compagni che accorrevano alle sue spalle. Una volta, ha chiesto ed ottenuto l’1-2 con Salah, sbagliando clamorosamente la conclusione con un pallone perfetto servitogli dall’egiziano ma lo ha calciato con il corpo troppo indietro ed è finito in curva. La Roma non ha mai mollato e non si è disunita come le capitava nel recente passato ed anzi, ha provato con soluzioni da lontano, cross dalle fasce, calci d’angolo, azioni manovrate e punizioni ad impensierire l’estremo difensore dell’Inter, molto bravo ad opporsi ed una volta usufruendo anche del salvataggio sulla linea di Nagatomo su tiro di Dzeko. Quando le speranze sembravano arrivate al lumicino, sempre l’attaccante bosniaco c’ha messo lo zampino anche se stavolta in modo involontario, poiché ha tentato un tiro uscitogli male che è diventato un passaggio per Nainggolan, che lo calciato quasi con la punta del piede, nell’occasione dimostrandosi più lesto di Miranda e Murillo. Spalletti ha buttato nella mischia anche Emerson Palmieri per uno stanchissimo Digne, provando a sfruttarne le doti tecniche nei cross e concedendo un solo minuto a De Rossi al posto di El Shaarawy. Se il secondo cambio poteva avere una logica, un po’ più cervellotico è stato quello di inserire un centrocampista al posto di un esterno offensivo nei minuti di recupero. Stavolta, qualche scelta del mister toscano è stata poco comprensibile: la formazione iniziale è sembrata immediatamente troppo leggera in avanti e lasciare Florenzi nell’1 contro 1 con Perisic è stata una mossa azzardata che non ha pagato. In attacco, Dzeko poteva esser schierato dal primo minuto, poiché una delle doti delle squadre di Mancini è quella di esser forte fisicamente e troppi palleggiatori dal centrocampo in su hanno fatto il gioco dell’allenatore jesino. De Rossi, forse, non ha i 90’ nelle gambe ma un’ora probabilmente la poteva giocare e non avrebbe potuto far peggio di Keita. Ovviamente, la Roma non era un’armata invincibile prima e non è una squadra debole ora, però questo pareggio sa di match-point annullato per la lotta al terzo posto con l’Inter che ha ripreso fiducia in considerazione del calendario migliore rispetto a quello della Roma. Forse, le ambizioni di posti più prestigiosi dovrebbero esser accantonate per questa stagione e fare tesoro di questo incontro per cercare più la concretezza che il ricamo, almeno finché non si avrà messo in cassaforte il preliminare di Champions League. La prossima sfida sarà nel derby contro la Lazio e l’errore da evitare è la sottovalutazione dei rivali. Ora spazio alle Nazionali sino al 29 marzo ma al ritorno, si comincerà a fare sul serio. Mancano 8 gare al termine del campionato e mantenersi nelle prime 3 posizioni darebbe anche importanti garanzie future, nonostante il direttore sportivo Walter Sabatini abbia ufficializzato le sue dimissioni per il prossimo giugno.

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