In punta di penna

Totti batte il Torino e consolida il terzo posto della Roma

condividi su facebook condividi su twitter 21-04-2016

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Totti batte il Torino e consolida il terzo posto della Roma

La Roma vince 3-2 con il Torino in rimonta per prima volta in stagione. I giallorossi erano partiti decisamente contratti ed impacciati dopo la gara con l’Atalanta e le continue polemiche successive al match di Bergamo. Gli uomini di Ventura sono arrivati all’Olimpico liberi mentalmente, poiché già salvi e con 3 vittorie nelle ultime 3 sfide. In campo, questa differenza si è notata sin dalle prime battute: i padroni di casa non riuscivano a giocare come avevano sempre fatto sino al derby con Spalletti in panchina. La manovra era lenta e prevedibile e la retroguardia sembrava svogliata e distratta. L’emblema di questo periodo complicato è Kostas Manolas, uno dei difensori più forti del campionato e certamente troppo nervoso e reduce da una prova molto negativa in terra lombarda. Il difensore greco sbaglia l’approccio alla gara e liscia un pallone semplice dopo meno di un minuto dall’inizio e per fortuna Martinez non ne approfitta. Gli ospiti hanno diverse occasioni per passare in vantaggio: lo stesso attaccante venezuelano sbaglia un tiro molto semplice dopo un bel “sombrero” fatto ai danni di Manolas ma conclude alto sopra la traversa. A quel punto, entra in scena anche Belotti, che prima serve quel bel pallone al compagno di reparto che spreca e poi si mette in proprio: tiro dai 25 metri che finisce sul palo alla destra di Szczesny, apparso in ritardo nell’occasione, poi si procura e realizza il rigore del vantaggio dei piemontesi. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, c’è un atterramento vistoso di Manolas ai suoi danni. L’arbitro Calvarese non sembra intenzionato ad assegnare la massima punizione ma poi, ben assistito dall’assistente di linea Giacomelli, lo assegna. La Roma nei primi 25’ si era resa pericolosa in 3 occasioni: con Nainggolan che aveva calciato alto da buona posizione, con Salah che prima non era riuscito a toccare in maniera determinante un tiro-cross di Florenzi, poi aveva provato dal limite dell’area ma la sua conclusione era troppo centrale e facile preda di Padelli. I romanisti non sembrano più la squadra bella e concreta che era stata nelle 8 vittorie consecutive di qualche giornata fa e la manovra è troppo prevedibile. Il paragone con l’ultima Roma dell’era Garcia è venuta in mente a molti. La speranza è che Spalletti riesca a rimediare con quelle soluzioni tattiche che il mister francese non ha trovato nelle ultime 2 stagioni nei momenti di crisi. Nella ripresa, la Roma ha mostrato più determinazione e ha cominciato a pressare più alta, mettendo in difficoltà la difesa granata e Glik in particolare. Il massimo risultato, però, è stato un alto numero di corner che stavolta hanno regalato la rete del pareggio grazie ad un perentorio stacco di Manolas, che ha ben schiacciato di testa impedendo l’intervento di Padelli. Quel gol sembrava il prologo ad una vittoria giallorossa ed invece la Roma è di nuovo tornata in letargo ed il Torino si è più volte riaffacciato pericolosamente in avanti arrivando al tiro con Belotti, migliore dei suoi insieme ad Obi, ma nella circostanza il centravanti ex Palermo non ha centrato la porta. Poi, c’è stata una disattenzione difensiva simile a quella della prima rete dell’Atalanta nello scorso incontro che ha portato al secondo vantaggio ospite. Florenzi, passato da interno destro di centrocampo a terzino sinistro, è stato bruciato sulla corsa dal rapidissimo Bruno Peres, che ha messo in mezzo con l’intera difesa romanista a guardare il pallone passare e con Szczesny inchiodato tra i pali. Nella circostanza, il gol di Martinez è stato la conseguenza inevitabile. La punta classe ’93 ha segnato il primo gol in stagione, non una primizia nella storia della Roma. Pochi minuti prima, Spalletti aveva tentato la carta-Pjanic dopo quella Dzeko e come terzo cambio ha finalmente messo in campo un Totti reduce dall’assist per la rete di Salah contro il Bologna e la marcatura del definitivo pareggio con i bergamaschi. Stavolta, il capitano giallorosso si è superato: a bordocampo da un paio di minuti per entrare in campo, ha atteso che il gioco si fermasse. L’occasione è arrivata quando l’egiziano ex viola ha subito un fallo sulla trequarti esterna in posizione molto simile a quella in cui è partito il cross di Pjanic nel derby dello scorso anno quando Yanga Mbiwa segnò la rete-vittoria e l’accesso matematico e diretto alla successiva Champions League. Lo stesso bosniaco si incarica dell’esecuzione del calcio piazzato proprio come la passata stagione. Risultato: stesso cross, colpo di testa di un difensore (l’altra volta l’attuale calciatore del Lione, ora Manolas) ma in questa circostanza, la sfera era destinata ad uscire solo che dal nulla è apparso il piede di un romanista a pareggiare l’incontro. Quel calciatore è il 39enne capitano di tante battaglie di nome Francesco Totti. Stadio in delirio ed il numero 10 romanista che corre felice verso la curva sud. Mai avrebbe pensato che 3 minuti dopo si sarebbe ripresentata l’occasione di segnare ancora. Il direttore di gara ha concesso ai giallorossi l’unico calcio di rigore inesistente dopo averne negati 2 nettissimi, come hanno dimostrato tutte le moviole ma evidenti anche in diretta. Sul dischetto si presenta, chiaramente, Totti e non potrebbe esser altrimenti. Dalla panchina tutti i componenti, magazzinieri inclusi, si sono alzati in piedi e si sono spontaneamente abbracciati e hanno tifato come qualunque altro romanista. Totti ha incrociato il tiro e battuto l’estremo difensore granata, che aveva intuito la direzione ma non ha potuto impedirne la trasformazione. Tantissima gente non è riuscita a trattenere le lacrime di gioia sia per il vantaggio insperato sia perché l’autore è il simbolo e l’emblema della Roma e della tifoseria romanista. Non poteva esserci vittoria più bella di questa con la firma principe a siglarne il successo. La sconfitta dell’Inter ha portato i nerazzurri a -7 a 4 turni dal termine con la concreta possibilità di conquistare il terzo posto che, secondo Sabatini, “è un obbligo morale”. Da tutte le parti del mondo si è parlato dell’impresa della Roma ma si è narrato del suo protagonista, definito “salvatore della patria” ma soprattutto “leggendanon solo della squadra in cui ha sempre giocato ma dell’intero calcio mondiale. Quando c’è una polemica che coinvolge il capitano della Roma, la gente si schiera in maniera compatta dalla sua parte e su questo, forse, tecnico e dirigenza dovranno riflettere molto prima di allontanarlo dal suo amore calcistico, impedendogli di chiudere la carriera dove l’ha cominciata e per l’unica squadra in cui abbia mai giocato. Per la Roma, Totti ha rinunciato a vincere trofei di squadra e personali, si è gravemente infortunato ed è tornato sempre più forte di prima e se anche non fosse più lo splendido giocatore che è sempre stato, permettergli di giocare l’ultima stagione con la maglia giallorossa sarebbe un atto d’amore che potrebbe anche riavvicinare società e tifosi, che in questo momento non vivono proprio un rapporto felicissimo per tanti motivi.

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