Un amaro finale di anno solare

La Roma non va oltre l’1-1 casalingo contro il Sassuolo tra le mura amiche. I giallorossi sono in una evidente fase involutiva più da un punto di vista mentale e di gioco che di fiato, poiché si suona la carica sempre dopo aver preso il gol e/o negli ultimi 20-25 minuti di gara. Sembra che prima si voglia gestire (male) l’incontro andando però sempre a rischiare e fidandosi troppo della fase difensiva, che sta tenendo a galla la squadra in un periodo della stagione in cui non segnano né le punte né i centrocampisti che negli anni scorsi avevano assicurato un buon numero di marcature come Nainggolan. Gli uomini di Di Francesco non sono più fluidi nella manovra offensiva come lo erano un paio di mesi fa, faticano a trovare la soluzione più semplice e si incaponiscono in giocate dei singoli che non danno grandi risultati. La scelta di Schick esterno destro non sta pagando e Perotti non ha più la brillantezza di qualche settimana fa. Dzeko sta diventando più un trequartista che un finalizzatore ed a centrocampo la squadra è lenta e la manovra ne risente. Nainggolan gioca molto per se stesso e poco con il resto dei compagni, tentando conclusioni da tutte le posizioni invece di servire compagni meglio posizionati e l’unico che dà velocità e dinamismo è Pellegrini, che quando gioca è quasi sempre il primo ad esser sostituito, forse invece dovrebbe esser lasciato in campo con maggiore continuità. Dietro, comincia a farsi sentire la stanchezza per Kolarov e la mancanza di una valida alternativa a Florenzi, che soffre contro avversari più fisici di lui (vedi Mandzukic a Torino o Peluso nell’azione del pareggio). I centrali si sono fatti sorprendere su un cross per la terza volta consecutiva e pur cambiando gli elementi (una volta erano Juan Jesus e Moreno, un’altra Fazio e Manolas ed in questa circostanza Fazio e Juan Jesus), il risultato non cambia. Per ambire a traguardi importanti, bisogna cambiare qualcosa sia nel modulo che nei calciatori da mettere in campo. Il mister ha parlato apertamente di 2 moduli che predilige: il 4-3-3 ed il 4-2-4. La domanda, a questo punto, sorge spontanea… La rosa giallorossa, al netto dei cali di forma di alcuni uomini-cardine, è predisposta a giocare con quelle soluzioni tattiche? Non sarebbe il caso di valorizzare maggiormente le caratteristiche di Schick accentrandolo accanto a Dzeko o ad un’altra punta e provando ad utilizzare un trequartista come Perotti o lo stesso Nainggolan? Far giocare contemporaneamente De Rossi e Strootman contro squadre dinamiche come la Juventus è vantaggioso? Non sarebbe il caso di dare un paio di turni di riposo a chi è in riserva come Nainggolan e Dzeko? A che punto è Emerson Palmieri visto che lo stesso Kolarov a 32 anni sta giocando quasi ininterrottamente da inizio stagione? Il calciomercato inizierà tra pochi giorni e presentarsi con un Badelj in più per dare un minimo di ordine e logica alla manovra in fase di costruzione potrebbe dare un cambio di passo che appare necessario. Altrettanto fondamentale sarebbe esaudire la richiesta del mister e prendere un altro giocatore in grado di saltare il primo marcatore, come fa Perotti sulla sinistra, sul lato opposto. Se Mahrez appare una scelta difficile a campionato in corso così come Politano, si cerchi un giocatore con quelle caratteristiche. Far andare a giocare Skoruspki e prendere un Moya, portiere esperto di 33 anni dell'Atletico Madrid, sarebbe un’altra buona idea. Qualcosa si deve fare perché altrimenti si rischia di compromettere quanto di buono fatto sinora e siccome a febbraio ricomincia la Champions, affrontare le due competizioni con qualche risorsa in più farebbe molto comodo. Nulla è ovviamente perduto e c’è tempo per riavvicinarsi anche alle prime due visto che si deve recuperare una partita e la Roma sarebbe virtualmente a -6 dalla vetta ma serve una scossa, un cambio di mentalità, una maggiore cattiveria sotto porta e nelle scelte dell’ultimo passaggio.