In punta di penna

Una giornata memorabile nella storia della Roma

condividi su facebook condividi su twitter 06-12-2017

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Una giornata memorabile nella storia della Roma

E’ vero, la Roma non ha alzato nessun trofeo e lo stadio non è stato ancora costruito ma i giallorossi in campo vincono e si qualificano come primi nel più difficile girone della Champions League 2017-18 e la Conferenza dei Servizi ha dato i suoi 4 pareri favorevoli per costruire l’impianto di proprietà del club. Il 5 dicembre 2017 sarà una data che passerà agli annali della storia della Roma poiché a circa un’ora dall’inizio della sesta sfida del girone della coppa dalle grandi orecchie, la società ha ottenuto una vittoria altrettanto importante. Sul campo poi, gli uomini di Di Francesco erano chiamati a sconfiggere il Qarabag sia per avere la matematica certezza di passare agli ottavi di finale e sia per sperare di qualificarsi in testa al raggruppamento. Bello l’abbraccio finale dei giocatori, bella l’attesa di quel minuto sotto la Curva Sud da parte della squadra e del festeggiamento quando lo speaker ha dato l’annuncio che Chelsea-Atletico Madrid si era conclusa sull’1-1 e, quindi, la Roma aveva conquistato definitivamente la testa del girone. Immagini ed emozioni che sono la parte più piacevole di questo sport, così come la gioia di tutti i calciatori in campo al momento del gol di Perotti, che ha dato tranquillità proprio quando si cominciavano a sentire i primi mugugni dagli spalti perché la gara non si stava mettendo come si sperava. Il match non era affatto semplice, gli azeri sono arrivati nella Capitale italiana per difendersi e ripartire, cercando di strappare il punto, buono solo per incassare il premio partita ma per loro era anche una questione di prestigio non ripetere la brutta figura fatta all’esordio in questa competizione quando presero 6 gol dal Chelsea a Stamford Bridge. La Roma ha provato sì a sfondare la linea difensiva ospite però non attaccando a testa bassa ma sempre con il ragionamento, l’imbucata e la manovra, che a volte è apparsa troppo lenta. Il dato statistico della prima frazione di gioco, infatti, dice che i giallorossi hanno tirato in porta 4 volte e solamente 2 nello specchio. Aggiungiamo poi che il secondo tiro è arrivato proprio nell’ultima azione prima della pausa e l’altro è stato più un tentativo velleitario di tacco di Manolas che non un reale pericolo. Qualche buona trama di gioco e conclusione a rete interessante c’è stata, ad esempio una da corner quando la finta di De Rossi ha liberato Dzeko al tiro ma il bosniaco ha sparato il pallone altissimo sopra la traversa; un’altra è stata dettata dalla caparbietà di El Shaarawy, bravo ad anticipare il portiere avversario ma poi ha tentato di metter in mezzo invece che tirare a rete da posizione defilata ma con un solo difensore davanti alla porta. La ripresa ha restituito la Roma di Di Francesco che tanto sta piacendo ai suoi tifosi: accelerazioni, sovrapposizioni continue dei difensori ed inserimenti dei centrocampisti, tiri dalla distanza, passaggi in verticale per le 3 punte. Insomma, in soli 45’ si è tirato 13 volte ed in almeno 4 circostanze l’estremo difensore azero ha evitato che il Qarabag uscisse dall’Olimpico con un passivo più largo. Bella l’azione del gol, con Dzeko ben servito in verticale ma il centravanti giallorosso ha visto respingersi la conclusione col pallone che si è alzato a campanile e con Perotti più lesto di tutti a colpire di testa ed insaccare. L’argentino è diventato un fattore: 2 reti in Champions in questa stagione contro Chelsea e Qarabag all'Olimpico, determinante contro gli azeri per mettere il punto esclamativo sulla qualificazione agli ottavi come lo era stato la scorsa stagione quando aveva segnato la rete che ha portato la Roma alla Coppa dei Campioni senza passare per i preliminari. Con il Qarabag, l’ex Siviglia ha giocato una partita spettacolare e senza cali di tensione ed al momento del cambio è partito spontaneo il coro “Diego Diego” dei tifosi come cantavano i napoletani a Maradona. Paragone ovviamente eccessivo ma fa capire quanto Perotti sia ormai entrato nelle simpatie dei supporter romanisti e quanto sia importante nel gioco del trainer abruzzese. Nei minuti finali, quando c’era più da soffrire, anche un amante del gioco propositivo come Di Francesco ha preferito metter in campo due centrocampisti come Gerson e Pellegrini per coprirsi un po’ e dare manforte agli esterni bassi che erano stanchi per il continuo su e giù fatto su entrambe le fasce. Ora, si dovrà attendere prima le sfide della seconda sessione di partite della sesta giornata e lunedì 11 dicembre la Roma conoscerà l’avversaria degli ottavi di finale. Sono 2 le squadre da evitare: Bayern Monaco e Real Madrid, nella speranza che per una volta il sorteggio non sia così negativo come negli ultimi anni. Per quanto riguarda lo stadio, vanno fatti i complimenti al presidente James Pallotta, a Mauro Baldissoni ed alla società tutta per aver portato avanti un progetto importante per tifosi romanisti e cittadini romani, poiché non solo sarà un’opera importante per i giallorossi ma anche per la città di Roma, che avrà nuove infrastrutture e che darà lavoro a migliaia di persone sia per la sua costruzione che per tutto il business che ne conseguirà, riqualificando un quadrante importante dell’Urbe. La società spera che la prima pietra possa esser posata intorno ad aprile 2018 e che lo stadio possa esser inaugurato per la stagione 2020-21 ma gli ostacoli non sono ancora terminati, poiché i comitati per la difesa di rane e di tribune fatiscenti non hanno ancora terminato le loro battaglie ma la parte più importante da risolvere è quella riguardante la viabilità del flusso e deflusso per andare e tornare dalle parti di Tor Di Valle prima e dopo le gare sia per i tifosi che arriveranno in auto che per quelli che sceglieranno i mezzi pubblici.

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