In punta di penna

Una Roma a due facce vince a Baku ed è seconda nel girone

condividi su facebook condividi su twitter 28-09-2017

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Una Roma a due facce vince a Baku ed è seconda nel girone

La Roma torna a casa con i 3 punti da una gara di Champions League. Questa è già una notizia per i giallorossi, che per la prima volta da quando Pallotta e soci ne hanno acquisito la maggioranza, vincono un match della massima competizione europea in trasferta. Gli uomini di Di Francesco si impongono per 2-1 in Azerbaijan a 5 ore di charter di distanza e con 2 di fuso orario dall’Italia. Non proprio una gita fuoriporta e non si è neanche giocato in un clima favorevole né da un punto di vista climatico né ambientale. Certo, Nainggolan e compagni hanno un tasso tecnico nettamente superiore a quello del Qarabag, cenerentola della Champions ma come dice il tecnico romanista: “Se sono arrivati alla fase a gironi, un motivo ci sarà”. Non stiamo, ovviamente, parlando di una formazione di campioni ma la prima partita nell’Europa che conta ha richiamato tifosi e curiosi da tutto il Paese. Dopo i primi minuti di studio, gli ospiti avevano fatto capire quanto fossero superiori sotto tutti i punti di vista e le reti di Manolas prima e di Dzeko poi non avevano fatto altro che confermare quanto fosse ampio il divario tra le due compagini. Anche stavolta, il trainer capitolino aveva deciso di applicare un importante turnover con De Rossi e Strootman fuori per scelta tecnica e sostituiti da Pellegrini e Gonalons, Juan Jesus preferito a Fazio, Bruno Peres al posto di Florenzi e Defrel al posto dell’acciaccato Perotti. La regola del 5 era stata confermata anche in quest’occasione e tutto sembrava filare per il verso giusto. A centrocampo, però, l’ex Lione aveva mostrato di non esser ancora in condizione ottimale e la manovra era rallentata quando aveva il pallone tra i piedi e non riusciva ad esser determinante nel recupero palla. Verso la mezz’ora, poi, Gonalons decide di prendersi una libertà di troppo ed a pochi passi dalla sua area di rigore, cerca un pericolosissimo dribbling sull’attaccante avversario, che è bravo a rubargli la sfera senza commettere fallo ed a servire Pedro Henrique, freddo nel calciare a tu per tu con Alisson, incolpevole nella circostanza. Da quel momento, a parte qualche sporadica azione, la Roma si è contratta ed impaurita. L’ex mister del Sassuolo ha tolto il centrale di centrocampo francese nella ripresa, quando ha commesso l’ennesimo errore d’impostazione e ha chiamato immediatamente De Rossi a dare sicurezza nella zona nevralgica del campo. Prima del nuovo capitano romanista, era entrato Florenzi nel ruolo di esterno offensivo, poiché l’altro francese in campo, Gregoire Defrel, era dovuto uscire per un problema al bicipite femorale della coscia sinistra. L’ingresso in campo del ragazzo di Vitinia aveva dato serenità a Bruno Peres e maggiore imprevedibilità alla fascia destra giallorossa, poiché i due si scambiavano continuamente ruolo e mansioni. Proprio da loro due sono arrivate le occasioni più pericolose della ripresa ed il portiere bosniaco Sehic è stato bravo a respingere una conclusione dell’esterno brasiliano su un bell’assist di Dzeko. Pochi istanti prima dello scadere del 90’, gli azeri hanno avuto l’opportunità migliore per trovare il gol del pareggio: cross dalla sinistra e colpo di testa di Dino, bravo ad anticipare Juan Jesus ma per sua sfortuna il pallone è uscito di pochi centimetri alla destra di Alisson, che si era lanciato in tuffo ma difficilmente sarebbe riuscito ad arrivare in tempo per deviare il pallone. La Roma torna a casa con la terza vittoria in Champions League in 6 anni e nonostante questo, molti addetti ai lavori e tifosi sono rimasti delusi. Il Chelsea ha battuto i colchoneros in trasferta nei minuti di recupero ed ora i giallorossi sono secondi a +3 sugli uomini di Simeone, che affronteranno a Madrid il 22 novembre nel nuovo stadio dei rojoblancos e lì si deciderà se la Roma andrà agli ottavi di Champions o se retrocederà in Europa League. Chiariamo, però, un punto: la prestazione, soprattutto dopo il gol degli azeri, non è stata indimenticabile, l’avversario non era da far tremare i polsi ma se si pareggia contro l’Atletico Madrid (seconda nel ranking Uefa) è considerata una mezza sconfitta perché non si sono create tante palle gol ed Alisson ha salvato il risultato, se si vince con formazioni di rango sulla carta inferiore, non è un test attendibile, se si vince con squadre non dello stesso livello della Roma e non lo si fa in maniera netta, non va bene. Se si perde in casa giocando 90’ senza un terzino destro di ruolo, prendendo 3 pali interni e con un arbitro che non applica il Var per un palese rigore non assegnato ai giallorossi, Spalletti batte Di Francesco perché più cinico ed esperto. Forse, qualcuno nella Capitale confonde la storia dell’as Roma 1927 con quella del Real Madrid e forse le parole di De Rossi di qualche tempo fa (“Il romanista prima si difendeva sempre, ora c'è facilità nel dividersi per qualsiasi cosa”) hanno perfettamente centrato il punto. La Roma ha vinto, godiamocela.

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