In punta di penna

Una Roma impaurita vince una gara fondamentale

condividi su facebook condividi su twitter 21-12-2015

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Una Roma impaurita vince una gara fondamentale

La Roma torna a vincere dopo un mese e mezzo. I giallorossi battono il Genoa per 2-0 allo stadio Olimpico in un clima molto teso. Gli uomini di Garcia partono molto contratti ed i più pericolosi sono gli ospiti, nonostante le numerose assenze. In casa rossoblu, si respira la stessa aria pesante che si vive dalle parti di Trigoria e le squalifiche di Perotti e Pavoletti, più gli infortuni di Burdisso, Dzemaili e Tino Costa rendono la missione della truppa di Gasperini ancora più complicata. Il tecnico genoano se la vuole giocare a viso aperto, soprattutto sulla sua fascia sinistra con Laxalt e Diego Capel che cercano di mettere Florenzi in mezzo. Il terzino romanista è poco aiutato nei raddoppi sia da Pjanic che da Salah e ne risente molto, specialmente nella prima mezz’ora. Il Genoa ha rischiato almeno in 3 circostanze di passare in vantaggio ma la coppia centrale Manolas-Rudiger si è dimostrata molto attenta come bravo è stato Digne nelle diagonali e perfetto Szczesny nel leggere i cross in area ed i tiri dalla distanza dei rossoblu. Garcia era partito col classico 4-3-3 ma poi ha capito che in quel modo il numero 24 giallorosso sarebbe stato superato spesso dalle avanzate ospiti e quindi ha cambiato il modulo in un 4-4-2 che vedesse Salah retrocedere a centrocampo per dare manforte a Florenzi. Pjanic ha cercato di farsi vedere il più possibile per cominciare l’azione ma la staticità offensiva delle punte romaniste toglieva i giusti tempi di gioco al bosniaco, portandolo a rallentare la manovra ed alle volte, all’errore. Male anche Nainggolan, decisamente fuori forma per un sovraccarico di minutaggio che lo ha costretto ad uscire prima del fischio finale. Gervinho è tornato in campo dopo la parentesi di Torino ma si vede che non è ancora al top della condizione, anche se le sue giocate hanno messo in apprensione l’intera retroguardia genoana. Corpo estraneo e molto nervoso Edin Dzeko. Il centravanti bosniaco doveva esser la punta di diamante della rosa romanista ma l’utilizzo che ne fa Garcia lo costringe ad un lavoro sfiancante e che svilisce le sue doti. Le sue qualità sono: lo scambio veloce col compagno, la finalizzazione di un gioco armonioso sulle fasce e le imbucate dei trequartisti. La Roma, invece, lo cerca con lanci lunghi, palle alte, sponde e lo porta ad allargarsi sulla fascia per gli inserimenti degli esterni e dei centrocampisti. Insomma, il mister francese vuole trasformare un centravanti d’area in Totti, un’impresa quasi impossibile. L’atmosfera allo stadio non è delle migliori, così come il gioco dei padroni di casa è lento e macchinoso ma ad un certo punto, la parte nord dell’Olimpico e la tribuna Tevere cominciano a cantare “Ricominciamo”, un leit motiv ripreso da una canzone di Adriano Pappalardo, che accompagnava le gare della Roma qualche anno fa e lo ha ripetuto più volte, dando coraggio alla squadra e quella forza che ultimamente le erano mancate. La sorte, finalmente, ha sorriso ai giallorossi: un cross di Digne intercettato e svirgolato dalla difesa del Genoa, finisce proprio dalle parti di Florenzi, che a pochi passi da Perin, scarica tutta la sua rabbia e trafigge il portiere di Latina, portando in vantaggio la Roma. L’esultanza del difensore giallorosso termina in un abbraccio con Garcia al quale si aggregano tutti i compagni ma il pubblico smette di esultare per il gol ed inizia a fischiare. Il distacco tra la gente ed il mister francese è sempre più evidente ma il ragazzo di Vitinia ha voluto testimoniare la vicinanza della squadra al suo allenatore, gesto sicuramente apprezzabile. La Roma del secondo tempo entra in campo con un po’ più di fiducia ma la paura resta sempre e quando il Genoa viene avanti, lo stadio rumoreggia ed i brusii non aiutano una squadra già molto nervosa di suo. Florenzi, Pjanic e Nainggolan vengono ammoniti (gli ultimi 2 erano in diffida e salteranno la trasferta di Verona col Chievo) e rischiano anche il rosso. Edin Dzeko, mai espulso in carriera finora, protesta per un calcio di rigore dubbio, che Gervasoni non gli concede. A quel punto, Munoz lo redarguisce e l’ex City comincia ad insultare ripetutamente e a brutto muso il direttore di gara, che non può far altro che espellerlo. Roma in 10 per l’ultimo quarto d’ora e Genoa che tenta il tutto per tutto per trovare la rete del pari. Bravo Szczesny in un paio di circostanze ad opporsi a Lazovic ma soprattutto Sadiq, neoentrato al posto di uno stremato Salah, a chiudere il match con un colpo di testa che regala i 3 punti alla Roma e la porta a -4 dalla vetta. I 2 cambi (Vainqueur per Nainggolan ed appunto Sadiq per Salah) hanno dato solidità al centrocampo e freschezza offensiva, col giovane nigeriano che tornava nei pressi della propria area per dare una mano ai compagni. La rosa della Roma è più lunga di quanto non creda Garcia ed il maggiore utilizzo di alcuni elementi potrebbe esser utile per far rifiatare i titolari e per dare qualche chance di mettersi in mostra sia all’ex Dinamo Mosca, sia a Ucan ma anche a Iago Falque, sempre più mediano e sempre meno impiegato nel suo ruolo naturale di esterno offensivo con licenza di fare gol. La sconfitta dell’Inter in casa contro la Lazio ha accorciato la classifica, che ora vede 5 squadre in 4 punti, con la Roma che chiude il gruppetto e che può solo mangiarsi le mani per le tante occasioni sprecate.

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