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INSIDE #Russia2018 – Girone H, Colombia in pole position poi è bagarre per il secondo posto

condividi su facebook condividi su twitter 08-06-2018

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INSIDE #Russia2018 – Girone H, Colombia in pole position poi è bagarre per il secondo posto

INSIDEROMA.COM - LUCIANI – Il gruppo H, a livello generale, sembra essere quello con il livello qualitativo più basso; Colombia a parte, infatti, ottima compagine ma comunque non una potenza ‘super’, Giappone, Polonia e Senegal rappresentano tre squadre abbastanza ‘normali’. L’unica nazionale europea del raggruppamento può sì contare su un ottimo portiere come Szczesny e su un centravanti di caratura internazionale come Lewandowski ma per il resto i limiti di squadra paiono evidenti.

La favoritissima per il primo posto nel girone, come anticipato, è la Colombia del selezionatore argentino Pekerman. Alla sesta partecipazione alla Coppa del Mondo, i ‘Cafeteros’ possiedono un organico di ottima qualità (soprattutto dalla metà campo in su) e vogliono tentare di replicare il buon percorso effettuato quattro anni fa in Brasile, quando si fermarono ai Quarti di Finale (miglior risultato della storia colombiana). Nonostante la rosa a disposizione, Pekerman ha dovuto sudare le classiche ‘sette camicie’ per poter staccare il pass per la Russia, arrivato unicamente nell’ultima giornata delle qualificazioni grazie a un discusso 1-1 in Perù che ha permesso a entrambe le compagini di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il ‘fenomeno’ della selezione colombiana è James Rodriguez, tornato su grandi livelli quest’anno al Bayern Monaco dopo stagioni difficili e scostanti al Real Madrid. Accanto a lui, comunque, tanti altri calciatori di qualità: lo juventino Cuadrado, il ritrovato ‘Tigre’ Falcao, l’ex Milan Carlos Bacca e Luis Muriel, oggi al Siviglia dopo tanti anni in Italia tra Udinese e Samp, solo per nominarne qualcuno. Anche in difesa, la Colombia pare aver trovato elementi di valore come i centrali Davynson Sanchez (Tottenham Hotspur) e Yerry Mina (Barcellona) e il terzino del PSV, in orbita Juve, Arìas. Il segreto sarà mantenere equilibrio in campo. Qualora i ‘Cafeteros’ dovessero riuscire in tale intento, potrebbero veramente sognare in grande.

Dopo dodici anni, torna a prendere parte al Mondiale la Polonia. Nell’ultima esperienza, Germania 2006, i polacchi uscirono mestamente già nella fase a gironi; stavolta, la compagine allenata da Adam Nawalka punta almeno a conquistare gli Ottavi di Finale. Come detto, in porta nessun problema per l’ex tecnico del Wisla Cracovia (club con cui ha conquistato il suo unico trofeo da allenatore, un titolo sul finire degli anni ’70): oltre all’ex portiere della Roma e attuale numero uno della Juventus Szczesny, infatti, Nawalka può contare su Fabianski (Swansea) e sul giallorosso Skorupski. In difesa, oltre all’ex Torino Glik (oggi al Monaco) e al terzino destro del Borussia Dortmund Piszczek, poco o nulla. In mezzo al campo, invece, la stella è il calciatore del Napoli Zielinski, cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni agli ordini di Sarri. Insieme a lui, troviamo il buon intenditore della Sampdoria Linetty e Krychowiak, che, dopo aver abbandonato Siviglia, ha fallito al PSG ed è naufragato con il West Bromwich in Inghilterra, trovandosi dunque ora in cerca di riscatto. L’eterno ‘Kuba’ Blaszczykowski (Wolfsburg) e Grosicki (Hull City) garantiscono infine discreta spinta sulle linee esterne. Davanti, infine, il meglio della rosa: svetta, ovviamente, Robert Lewandowski su tutti. Oltre al bomber del Bayern Monaco, Nawalka confida sulla vena realizzativa ritrovata dal talento del Napoli Milik dopo il grave infortunio occorsogli.

Per la sesta volta nella propria storia, poi, al Mondiale ci sarà il Giappone. I ‘Samurai’ puntano ad eguagliare gli Ottavi di Finale raggiunti nel 2002, quando insieme alla Corea ospitarono la competizione, e nel 2010 in Sudafrica. Alla guida dei nipponici avrebbe dovuto esserci l’esperto tecnico Vahid Halhilodzic, che aveva condotto in un percorso di qualificazioni assolutamente senza problemi il Giappone verso la Russia; tuttavia, con assoluta sorpresa, la federazione giapponese ad aprile scorso ha sollevato l’allenatore bosniaco dall’incarico dopo un paio di risultati negativi in altrettante amichevoli. Ecco allora l’indigeno ex calciatore Akira Nishino nominato nuovo commissario tecnico della nazionale orientale. La qualità maggiore della rosa a disposizione del nuovo allenatore del Giappone è senza dubbio la presenza di molti elementi con elevata esperienza internazionale: i terzini Nagatomo, ex Cesena e Inter oggi al Galatasaray, e Sakai (OM); il centrale difensivo del Southampton Yoshida; il centrocampista del Borussia Dortmund (ex Man. United) Kagawa, probabilmente il calciatore di spicco della squadra; il fantasista ex Milan Honda; infine, l’attaccante Okazaki, campione della Premier soltanto due anni fa con il Leicester di Ranieri. La cifra tecnica, comunque, non è molto elevata. L’abilità principale di Nishino dovrà essere quindi quella di creare una squadra compatta e attenta, soprattutto in fase difensiva dove troppo spesso il Giappone è apparso carente.

Infine, il Senegal. L’ultima volta, ce li ricordiamo per la clamorosa avventura nel Mondiale di Giappone-Corea del 2002, quando esordirono con il botto, sconfiggendo addirittura la Francia Campione del Mondo e d’Europa in carica grazie al carneade Bouba-Diop. Il centrocampista Salif Diao e l’attaccante El-Hadji Diouf erano le altre stelle di quella squadra; calciatori, comunque, destinati in breve tempo a tornare nel dimenticatoio da dove erano precedentemente usciti. A 16 anni da quell’appuntamento, il Senegal vuole provare a stupire il mondo di nuovo. In panchina c’è la leggenda del calcio senegalese, presente nella spedizione verso Oriente del 2002, Aliou Cissé a partire dal 2015. La rosa a sua disposizione può contare su più di qualche buona individualità e per questo pare anche più forte di quella che sedici anni fa superò sorprendentemente il proprio girone. In difesa, il perno è il calciatore del Napoli Koulibaly, divenuto ormai uno dei migliori centrali difensivi al mondo grazie al lavoro di Sarri nelle ultime stagioni. In mezzo al campo, i rocciosi Gueye (Everton) e capitan Kouyaté (West Ham) garantiscono chili e centimetri da vendere mentre da tenere sott’occhio è il giovane e ancora non troppo noto esterno di centrocampo del Rennes Ismaila Sarr. L’attacco è, senza dubbio, il reparto migliore: Sadio Mané del Liverpool e l’ex laziale Keita Baldé sugli esterni promettono accelerazioni e gol. Il ruolo di centravanti, invece, toccherà con ogni probabilità a Niang, che forse in questo Mondiale capirà cosa vorrà fare davvero da grande dopo anni di alti e bassi tra Genoa, Milan e Torino. Qualora Niang non dovesse convincere, comunque, è pronto a rombare i motori l’eterno Moussa Sow.

Fonte: INSIDEROMA.COM - LUCIANI

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